I Tre vini bianchi per l’anno 2017. Ne ho degustati parecchi quest’anno e posso dire con fermezza che questi sono proprio i migliori, non solo per le emozioni che mi hanno suscitato, parlo di qualità. Di eccelsa qualità.
Az. Agricola Matteo Correggia di
Costa Ornella
Via Santo Stefano Roero, 124
Canale (Cn)
www.matteocorreggia.com
Ho sempre avuto il desiderio di visitare l’azienda Matteo Correggia. Conosco bene i loro vini e sò pure quanto Matteo tenga al Sauvignon, nonostante venga spesso trascurato durante le degustazioni in favore dei più blasonati rossi. Della visita ve ne ho già parlato tempo fa, visita che no si scorderà mai e di quanto di bello e di buono ho assaggiato. Tra questi anche il Langhe Sauvignon DOC 2013, vino voluto fortemente da Matteo (rese basse di 60 hl per ettaro). Si percepiva la sua importanza nel bicchiere e ne rimasi piacevolmente impressionato, specialmente per la complessità della beva, per i suoi profumi “giusti” ed i sapori intensi al palato (91).
Ricordo un bellissimo sguardo anche di Christian e Martin, due produttori altoatesini, quando lo degustarono: sicuramente avranno pensato che anche in Piemonte, oltre che in Alto Adige, il Sauvignon sa esprimersi al meglio.
Li sfidai a bere Sauvignon anche dopo tutti i rossi degustati, per dimostrare loro come un grande vino bianco si faccia sentire anche dopo grandi vini rossi. Con piacere Ornella, la proprietaria dell’azienda insieme ai suoi due figli, mi omaggiò di una bottiglia.
La aprii insieme a degli amici sommelier e a qualche produttore di vino del mio paese; il parere entusiastico è stato unanime: un grande vino bianco, un grande sauvignon italiano.
BioVio di Giobatta Aimone
Via Crociata, 24
Albenga (Sv)
www.biovio.it
Ho conosciuto le sorelle Vio a Roma con la promessa di una visita in azienda quanto prima; l’occasione è arrivata quest’anno (https://www.ilgourmeterrante.it/sito/biovio-ad-albenga-odori-ottimi-vini/) insieme al mio amico Carlo Zucchetti, che non conosceva né loro, né i vini.
Arrivammo all’ora di pranzo e una tavolata fantastica ci accolse: Aimone, sua moglie, Caterina e il suo fidanzato; davvero una bella compagnia.
Durante il pranzo chiesi (ormai la domanda è ben nota): “Qual è stata l’annata più vecchia aperta prima d’ora?”. Aimone, che si era già preparato a questa evenienza, chiese a Caterina di andare a prendere una 2009. Caterina invece si presentò con una 2006, cosa poco gradita ad Aimone, e così dovette cambiare di nuovo, scegliendo un “Marixe” Riviera Ligure di Ponente DOC 2005, 100% Pigato. Bottiglia magnifica già all’apertura, ancora oggi vi ringrazio per questa esperienza emozionante.
Aimone la aprì, la versò nel suo bicchiere e se lo portò al naso: i baffi si “drizzarono”, gli occhi sbarrati di felicità, lo versò anche a noi quasi tremando.
Carlo Zucchetti, che ancora non lo conosceva, esclamò: “Che vino è? E’ buono assai!”.
Dal canto mio ne ero quasi sicuro che lo fosse… ma non così! Era perfetto e l’emozione che ci aveva regalato la si scorgeva guardando anche gli altri assaggiatori. Un ottimo vino bianco italiano di 12 anni (92), un Pigato di BioVio buonissimo ed emozionante. Ce lo tenemmo per il resto del pranzo assaporandolo e godendone fine all’ultima goccia.
Fattoria San Lorenzo di
Crognaletti Natalino
Via San Lorenzo, 6
Montecarotto (An)
www.fattoriasanlorenzo.com
La prima volta che ho degustato il Verdicchio dei Castelli di Jesi Superiore “Campo delle Oche” 2013 ero a Londra durante il the Real Wine fair. Era quasi l’ora di pranzo e ricordo che Natalino Crognaletti mi versò il suo Verdicchio, io lo annusai semplicemente e me ne andai via con il bicchiere tra le mani. Mi chiese di assaggiare anche altro, ma gli risposi che sarei tornato a breve. Volevo godermelo, magari mangiandoci qualcosa vicino, ma mentre ero tra i banchi del cibo riuscivo solo a sentire i profumi del bicchiere, nient’altro mi attirava così. Ogni tanto lo sorseggiavo, il vino mi riempiva la bocca e mi appagava così tanto che mi veniva voglia di masticarlo. Mi sedetti un po’ prima di tornare da Natalino a fargli i miei complimenti e ad assaggiare il resto dei suoi vini.
Alla fine ripresi di nuovo il Campo delle Oche, tanto che Natalino mi chiese: “Ti piace tanto davvero?”, ed io: “Tantissimo, lo farò tra i migliori assaggi di oggi e forse sarà uno dei miei Tre migliori bianchi per il 2017”.
Durante l’anno ho avuto modo di assaggiarlo ancora, talvolta risultava chiuso, altre volte invece era proprio come quel giorno a Londra: impossibile dimenticarlo.
Non poteva non finire quindi tra i migliori Tre bianchi del 2017 e ne sono, non solo convinto, ma strafelice. Mi resta solo una cosa da fare ora e cioè andare a trovare Natalino nella sua azienda Fattoria San Lorenzo a Montecarotto.
Pasquale Pace Il Gourmet Errante e Gianluca Ciotti
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