Guide

I Tre Bicchieri della Valle D’Aosta per la guida “Vini d’Italia 2025” del Gambero Rosso con un mio piccolo commento sui i vini premiati… che conosco

Tre Bicchieri 2025 – Valle D’Aosta
Vini d’Italia 2025  del Gambero Rosso
Via Ottavio Gasparri, 13/17
Roma
www.gamberorosso.it
www.ilgourmeterrante.it
www.codivin.com
www.vinointorno.it
www.izziliquori.it

La presentazione, la premiazione e la degustazione della guida Vini d’Italia 2025 – Tre Bicchieri del Gambero Rosso si è svolta in maniera impeccabile il 13 ottobre a Roma. Prima al Teatro Brancaccio e poi al Palazzo delle Esposizioni dalle 15,00 alle 20,00. Ed è stata una gran giornata di bella, buona, ottima convivialità.

Da parte mia continuo con elencare i tre bicchieri, ecco la Valle D’Aosta 5 tre bicchieri quest’anno, 6 l’anno passato.

Torno ai miei piccoli commenti sui vini che ho degustato, me ne mancheranno diversi dei vini premiati, però mi fa piacere mettere tutti i tre bicchieri regione, per regione. )

Ecco la Valle D’Aosta.

In Valle d’Aosta i produttori stanno facendo emergere il carattere conferito dal clima e dai terroir locali con vini più leggeri e beverini. Ecco le etichette premiate sulla guida Vini d’Italia 2025 del Gambero Rosso

La produzione vitivinicola valdostana è limitata e quindi i prezzi di vendita delle bottiglie rimangono fortunatamente abbastanza remunerativi per permettere a tutta la filiera di vivere del proprio lavoro e anche di investire per migliorare la qualità, a partire dalla vigna fino aa arrivare alla vendita del prodotto in bottiglia. Con il turismo che affolla la Valle, il vino non basta più a soddisfare la domanda interna.

Per fortuna negli ultimi anni, grazie ad una sana concorrenza, e anche per l’ingresso in campo di molti giovani vigneron, la qualità è aumentata, tanto da poter affermare che in Valle d’Aosta si beve molto bene. La prima idea di qualità, veicolata negli anni ’90 da Costantino Charrère, al quale la Valle d’Aosta vinicola deve molto, prevedeva soprattutto l’utilizzo di vitigni internazionali, in particolar modo dello chardonnay, che avrebbe permesso delle comparazioni con il meglio della produzione straniera. A quell’epoca crebbero molte piccole realtà valligiane e lo chardonnay si diffuse a macchia d’olio.

Valle d’Aosta: dai vitigni internazionali ai vitigni autoctoni

Per fortuna negli ultimi anni questa varietà ha perso un po’ di interesse, se non direttamente negli ettari piantati, almeno nella testa dei produttori. L’ago della bilancia si è spostato in tutt’altra direzione, ovvero sui vitigni autoctoni: il primo ad avere acceso i riflettori sul vino valdostano è stato il fumin, da poco riscoperto. È forse l’unico rosso tra le uve indigene ad avere una vera anima internazionale, regalando dei vini potenti e molto colorati, diametralmente opposti alle abituali caratteristiche dei rossi regionali.

Tre Bicchieri 2025 della Valle d’Aosta. Vini più leggeri e beverini

L’ulteriore passo avanti, il vero cambio di marcia dell’enologia della Valle, è stato di tralasciare l’idea di confrontarsi con il resto del paese e con l’estero nel campo dei vini potenti e concentrati, e di fare emergere quindi il carattere conferito dal clima e dai terroir locali. In poche parole, i produttori hanno avuto il coraggio di offrire vini più leggeri e beverini. Da allora è ripartito l’interesse per i Petit Rouge e per i Nebbiolo, mentre la Petite Arvine si sta lentamente sostituendo allo Chardonnay. Dal canto suo il Pinot Nero, fruttato, fresco e spigoloso, ma indubbiamente di facile beva, esprime senza menzogne il carattere valdostano. Con un po’ di coraggio e di conoscenza in più potrebbe seguire anche il Syrah, il cui potenziale in Valle è indubbio, se si puntasse su vini più sottili e leggeri, che propongono aromi di pepe e violetta più che quelli di prugna matura.

Tre Bicchieri 2025 della Valle d’Aosta. I vini premiati

Sopraquota 900 2022 – Rosset Terroir (un vino che ha sempre un suo perché)

VdA Chambave Moscato Passito Prieuré 2021 – La Crotta di Vegneron (tra i vini dolci più buoni che si possono trovare in Italia. Certezza)

VdA Nebbiolo Dessus 2022 – Pianta Grossa (si lavora bene in questa azienda)

VdA Petite Arvine 2023 – Elio Ottin (azienda tra le mie preferite in Italia, ogni suo vino mi piace tanto, assai)

VdA Petite Arvine Les Fréres 2022 – Grosjean (un classico)

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Il Gourmet Errante, è ciò che faccio da sempre per passione. Ho avuto l'opportunità di degustare tanti vini e prodotti e di passare bellissimi momenti di confronto, discussione e allegria con produttori e artigiani di tutta Italia. Ho vissuto l’evoluzione di molte aziende e nel corso degli anni la curiosità, la ricerca e le scoperte mi hanno portato a disegnare una mappa di emozioni, fatta di persone e storie, che ho sempre cercato di comunicare e promuovere.

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