Slow Wine Guida 2025 – Trentino
La più grande degustazione dell’anno
19 Ottobre 2024
SuperstudioMaxi
Via Mocucco, 35
Milano
www.slowfood.it/slowine/
www.ilgourmeterrante.it
www.codivin.com
www.vinointorno.it
www.izziliquori.it
Con immenso piacere anche quest’anno sarò a Milano per la Degustazione di Slow Wine 2025, sabato 19 ottobre 2024.
Non potendo commentare tutti i vini per le impostazioni degli elenchi messi dallo Slow Wine sceglierò dall’elenco tre vini (non me ne vogliano gli altri) per regione.
Premetto che mi piace tanto la lista dei premiati per questa regione ed eccomi a scegliere i miei tre preferiti:
Dorigati – Teroldego Rotaliano Riserva Luigi Vigna Sottodossi 2021, lo degustai la prima volta a quasi un anno da oggi, ne rimasi affascinato e sono felicissimo di ritrovarlo qui. Complimenti grandi a Michele e Paolo Dorigati.
Vignaiolo Fanti – Trentino Bianco Isidor 2021, un mio grande amore, ho una grande passione per questo vino e quest’annata l’ho trovato ancora più buono… ottimo direi… ASSAI!
Letrari – Trento Dosaggio Zero 2021, ogni volta che mi siedo a un tavolo e mi chiedono prendi uno spumante spero di trovare lui. Un desiderio che ha volte arriva e mi rende felice ogni volta. Mi piace tantissimo.
Cantine Monfort – Trento Riserva Etra Brut Le Général Dallemagne 2017, mi alzo in piedi ogni volta come a salutare il generale che ipoteticamente comanda le cuvée di questa azienda che da sempre è tra le mie preferite.
Ops ho sbagliato a contare ne ho scelti quattro ma per questa regione è giusto così.
Potrete incontrare le Cantine premiate e assaggiare i Top Wine del Trentino durante la degustazione che si terrà a Milano il 19 ottobre 2024.
Acquista qui il tuo biglietto!
Il costo dell’ingresso è di 49 euro (39 euro per i soci Slow Food e i soci Fisar) e comprende anche una copia della guida Slow Wine 2025. Dalle 14 alle 20 negli ampi spazi del Superstudio Maxi, in via Moncucco 35, troverete i banchetti di assaggio con la presenza diretta dei produttori: in definitiva ci saranno più di 800 vini da assaggiare, per la gioia di ogni palato.
A seguire ecco il commento da parte della redazione sulla regione Trentino:
Il Trentino vitivinicolo vive di una dualità, che rappresenta la sua forza ma anche la sua criticità. Il sistema è imperniato su un comparto cooperativo importante in termini di base sociale, ettari vitati e numeri produttivi, affiancato da cantine private di dimensioni decisamente più piccole. Pur senza tralasciare alcune cooperative degne di assoluta attenzione, lo sguardo della Guida si è rivolto sul comparto delle cantine private. È questo un panorama vasto e variegato, composto da cantine storiche fautrici di qualità e apripista per le nuove generazioni: tali cantine confermano affidabilità e concretezza. A queste si affiancano le new entry, fatte di giovani ritornati a lavorare le vigne di famiglia, dando vita a progetti nuovi e molto interessanti. I loro vini stanno regalando slancio e originalità al racconto del Trentino: anche se talvolta sono ancora alla ricerca di un’identità chiara, meritano di essere assaggiati e seguiti. Dagli anni Settanta a oggi la base ampelografica trentina ha subito una profonda rivoluzione, una terra inizialmente dedicata alla produzione di uve rosse vede oggi dominare, con più del 70 per cento della produzione, due uve bianche, lo chardonnay e il pinot grigio. Nonostante questo il Trentino si conferma terra da eccellenti vini rossi, fra cui il Teroldego e i tagli bordolesi. Il primo ha ormai raggiunto un livello alto in tutte le sue declinazioni. Dai vini d’annata, perché no, rosati, fino alle riserve è sempre possibile assaggiare vini di livello assoluto, ma con un’impronta territoriale ben definita. Nel caso degli uvaggi bordolesi il profilo è sicuramente più “aristocratico”, ma non mancano interpretazioni moderne che premiano già da ora la bevibilità di vini che sapranno evolvere magnificamente. Quest’anno osserviamo un exploit del pinot nero, varietà premiata dal mercato, ma sulla quale occorrerà lavorare nei prossimi anni per trovate una “via trentina” convincente. Fa purtroppo da contraltare il dileguarsi del marzemino e dell’enantio, due vitigni identitari della Vallagarina che ci auguriamo non scompaiano sopraffatti da logiche meramente commerciali. Fra i vini bianchi un posto di onore va a quelli da nosiola, varietà moderna nella sua bassa gradazione alcolica naturale, che dà vita a vini affascinanti, a cui si affianca il Manzoni bianco che ha trovato sulle colline di Lavis un habitat ideale. Ampio e quantomai variegato il comparto della spumantistica che si trova ad affrontare la sfida del cambiamento climatico, per coniugare al meglio la freschezza richiesta ad uno “spumante di montagna” con la maturità delle uve che le grandi bollicine richiedono. Il tessuto economico della regione si caratterizza anche per la presenza di cooperative vinicole. Riconoscendone l’importante ruolo sociale, abbiamo deciso di recensirle, soffermandoci solo sui vini realizzati con uve provenienti da vigneti non diserbati chimicamente.
I RICONOSCIMENTI ALLE CANTINE
LA LISTA DEI TOP WINES