Az. Agricola Matteo Correggia
Via Santo Stefano Roero, 124
Canale d’Alba (Cn)
www.matteocorreggia.com
Arrivare in Piemonte e immergersi nei suoi territori in un attimo fu davvero fantastico. Ricordo Mara Bione che mi aspettava ad Asti: era l’ora di pranzo e mi portò a stuzzicare qualcosa in centro, nell’enoteca dei Tre Bicchieri precisamente. Stappammo subito un metodo classico tradizionale piemontese, quell’Extra Brut di Pietro Colla di una piacevolezza e di un’acidità estrema, che ben si accompagnava con degli agnolotti buoni.
Un caffè, due foto e via alla prima visita. Lì ci aspettò un’amica carissima, una produttrice piemontese, Mariagrazia Icardi. Di lì a poco saremmo andati a visitare l’azienda Hilberg-Pasquero, della quale vi ho già parlato recentemente (http://www.ilgourmeterrante.it/sito/hilberg-pasquero-20-anni-bevo-vini-20-anni-so-si-fanno-vini-nel-modo-piu-naturale-possibile/). Oggi invece è la volta di Matteo Correggia, il “creatore” del territorio del Roero, azienda che merita di essere vissuta e raccontata.
Arrivammo puntuali, alle 17.00; mentre aspettavamo Ornella, mi colpirono le frasi incorniciate e appese sui muri: erano aforismi che spesso mi capita di pubblicare al mattino su Facebook, frasi di Matteo Correggia, frasi sul suo Roero. Arrivò Ornella e la visita iniziò: prima andammo in cantina, poi nell’area destinata alla vinificazione (in acciaio per la maggior parte), poi quella per l’affinamento in botti grandi, tonneau, qualche barrique e Passammo infine a dare uno sguardo allo storico, dove ammirammo i nuovi progetti, le nuove idee, il tutto raccontato con grande semplicità e quella determinazione che da sempre caratterizza Ornella. Ci recammo poi in sala degustazione (che piacere e che gioia che mi regalano questi vini!), dove ci raggiunsero i figli di Ornella, Giovanni e Brigitta Correggia, Giovanni era insieme ad altri due produttori dell’Alto Adige (che già conoscevo): Christian Kerschbaumer e Martin Gojer con le rispettive compagne. Ornella ci propose di fare un’unica degustazione tutti insieme, richiesta accolta di buon grado. Di seguito i vini degustati:
- Roero Arneis DOCG 2016: era appena uscito, (quel giorno era il 31 marzo), e ricordo il carattere, la facile beva. Un vino da aprire così (i bianchi così mi piacciono…) o anche per accompagnare antipasti, primi e pesce (84);
- Langhe Sauvignon DOC 2013: un vino voluto fortemente da Matteo (rese basse di 60 hl per ettaro). Si percepiva la sua importanza nel bicchiere, ne rimasi piacevolmente impressionato specialmente per la complessità della beva, un vino pieno di profumi giusti, pieno di sapori intensi nel palato, vino che si candida a diventare uno dei miei tre vini bianchi per l’anno 2017 (91). Riassaggiato in altre occasioni si è conferma sempre tale, un ottimo sauvignon italiano. Bellissimo lo sguardo di Christian e Martin all’assaggio… sicuramente avranno pensato che anche in Piemonte, oltre che in Alto Adige, il Sauvignon può esprimersi al meglio.
- Roero DOCG 2014, Nebbiolo 100%, rese di 56 hl per ettaro: giusto nei suoi profumi di frutta, senza essere eccessivi, l’anno di bottiglia lo aveva affinato per bene, un bicchiere che si faceva bere con facilità e piacevolezza (84);
- Barbera d’Alba DOC 2014, Barbera 100%: una gran buona barbera, eseguita senza ricercare estrazioni, senza tanti fronzoli, ma allo stesso tempo piacevole. E voi lo sapete che adoro i vini dove posso dire: “Vino bono quando finisce” (85+);
- Marun 2011, Barbera 100%: da una singola vigna dal nome Marun, da qui il nome del vino, rese basse di 45 hl per ettaro, un vino che ti lascia senza fiato, una bevuta importante, lunga, una Barbera da ricordare (89+),
- La Val dei Preti Roero DOCG 2013, Nebbiolo 100%: un vino che doveva fare ancora il suo corso, sembrava avvisarti mentre lo sorseggiavi. Ricordo che feci qualche assaggio a due – tre anni dall’uscita, un vino che è stato sempre una garanzia per me, come lo sarà anche questo negli anni, ma che quel giorno non mi sentii di giudicare;
- Ròche D’Ampsèj DOC Roero Riserva 2012, Nebbiolo 100%: uno dei vini emblema di questa azienda, un vino che non ti tradisce mai, un vino da bere anche in compagnia mentre si ragiona su fatti e date importanti, un sorso ogni tanto che ti scalda momenti belli da vivere e da raccontare, un grande vino davvero (90+);
- La Val dei Preti 1999: in quell’anno era un Nebbiolo d’Alba DOC e quell’annata è stata un’annata importante per il Nebbiolo tutto e non poteva che finire così questa grande visita e questa bella, bellissima degustazione. Profumo inebriante, sapore deciso che vorresti non finisse mai. Una bottiglia che ha ancora tanto da dire (93+) ma goderselo con una simile compagnia è stato memorabile.
Alla fine della degustazione, proposi a tutti di pulire i bicchieri per dimostrare che dopo un vino di una potenza simile era possibile anche godersi un buon bianco. Così versai di nuovo il Sauvignon, che dopo una mezz’ora si era aperto ancora di più. Eccezionale. La serata si concluse con due grandi vini di un’azienda che ho sempre ammirato e che porta il nome di un uomo che ha fatto tantissimo per questo territorio. Scattai una bella foto ricordo con tutti i componenti della famiglia, a sigillo di una visita a cui tenevo tanto.
Pasquale Pace Il Gourmet Errante e Gianluca Ciotti
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