Andare ad appurare che a Serradenari si fanno grandi vini e a farli è una “Barolo girl”

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Serradenari di
Giulia Negri Cantina in La Morra
Via Bricco del Dente, 19
La Morra (Cn)
www.giulianegri.com

Locanda Fontanazza Osteria con Camere
Strada Fontanazza, 4
La Morra (Cn)
www.locandafontanazza.it

Succede sempre così prima di un viaggio anche se breve: mi sveglio e non mi riaddormento. L’orario mi dice che è presto, è un bel mattino, mi preparo e decido di andare a piedi al capolinea per prendere il bus che mi porterà a Roma. La puntualità di questi mezzi è svizzera: 4.23 e 4.23 sia. Arrivo a Roma alla stazione Termini, sembra tutto normale (sempre che sia da considerarsi normale che decine e decine di persone dormano a terra in ogni angolo). Faccio il biglietto per l’aeroporto e via; l’orario del treno? Sempre in perfetto orario: alle 6.05. Arrivo all’aeroporto e l’attesa è rilassante; volo in orario (sì, pure quello) e perfetto tanto che arrivo pure con due minuti di anticipo. Ritiro il bagaglio  in fretta, il tempo sembra essere a mio favore oggi, così come le temperature. Poline e Rudy invece sono in macchina e, per giunta, in ritardassimo. Con quasi un’ora di ritardo si parte per le Langhe. La prima azienda da visitare mi ha sempre destato molta curiosità. Avviso che siamo in ritardo, guadagniamo un po’ di tempo durante il tragitto e arriviamo a Serradenari prima del previsto. Finalmente sono tra le vigne di Nebbiolo piantate a un’altezza di circa 750 metri. Ad accoglierci non c’è Giulia, e di questo mi dispiace molto, ma a sostituirla una ragazza, Marina, con un gran sorriso e una bellissima determinazione a farci star bene… e a star bene anche lei, perché no?!. Mentre aspettiamo si va tra le vigne, anche perché due piccoli cani non vogliono essere importunati. Il pinot Nero è raccolto e il nebbiolo è lì a far bella mostra di sé; pochi grappoli a far capire che le rese qui sono molto basse, lo assaggio con piacere e lui quasi mi parla: “il mio seme è ancora verde, ho bisogno di qualche altro giorno, ma chi mi protegge è forte e sano”. “Hai proprio ragione caro Nebbiolo: i grappoli sono bellissimi e senza nulla che non vada”, la mia risposta al vigneto.

Si passa in cantina, si sente l’odore del mosto, anche lo chardonnay è stato raccolto: tutto è pulito, tutto è preciso. Mi piace veder lavorare così, d’altronde non avevo dubbi, sono qui perché sono affascinato dai vini di Giulia. Il suo motto per la sua cantina da “garagista”, come le piace essere chiamata, è: “la pulizia, la semplicità, la passione”. La giornata è bellissima, anche se non pienamente limpida, si cammina lentamente per godersi ancora di più lo sguardo e la campagna. Si va in degustazione, Marina ci dice che qui le idee di Giulia iniziano a farsi sentire (a me piace già così…). Ma il tavolo ci aspetta, i vini ci aspettano… io aspetto loro con la consapevolezza di trovarmi davanti a una “Barologirl” che farà parlare molto di sé. Dai suoi sette ettari di proprietà, più il terreno nel cru Brunate in affitto, nascono i vini che andiamo a degustare:

 

  1. Langhe DOC Chardonnay La Tartufaia 2015; i cloni di queste viti arrivano dalla Borgogna, regione amata da Giulia, l’età delle vigne è relativamente giovane, circa 15 anni. E’ l’ultimo anno che lo chardonnay ha fermentato in acciaio, dal 2016 le fermentazioni sono avvenute in legno. Vino di una mineralità trascinante, la beva è molto piacevole, persistente, i profumi allietano il tutto. Mi piace, sono sicuro che reggerà ancora per anni e se un giorno tornerò a trovarti, cara Giulia, ti chiederò se sarà possibile riassaggiare un gran buon chardonnay italiano, piemontese, langarolo (88+).

 

  1. Langhe DOC Pinot Nero 2012 La Tartufaia; anche queste viti arrivano dalla Borgogna, penso che siano di Borgogna top. Ricordo il Pinot Nero del Vinitaly, la prima bottiglia non è il Pinot Nero di Giulia, c’è qualcosa che non va, prendo il coraggio che non mi manca mai in queste situazioni e dico a Marina se è possibile riaprire un’altra bottiglia. La risposta è questa: “Giulia mi ha detto di fare ciò che vuoi, basta che non mi chiedi il Barolo La Delizia”. Arriva la seconda bottiglia, arriva il Pinot Nero di Giulia Negri, arriva il vino che avevo degustato a Verona. In sintesi: un grande vino (89+);

 

  1. Langhe DOC Nebbiolo 2014; vino da ogni momento della giornata, per bere con gli amici con piacere e semplicità, ma allo stesso tempo gratificante (85);

 

  1. Barolo DOCG La Vetta 2013; dal punto più alto delle vigne, a circa 750 metri di altezza, si produce questo vino. Al primo sorso esce il tannino, come è giusto che sia per un grande 2013, il secondo sorso ti fa pensare a quanta bontà sprigionerà nel tempo, alla sua durata. Solo che ti viene voglia di berlo ancora perché il palato è invaso, il sapore si gira dentro la bocca e ti fa dire: “che grande barolo!” (91+);

 

  1. Barolo DOCG La Tartufaia 2012; come restare sorpresi da tanta bontà. Lo abbiamo ribevuto la sera a cena e chi non era qui con me ne è rimasto estasiato; sì, perché questo vino negli anni avvenire sarà un’estasi di gusto e di piacere (93+);

 

  1. Barolo DOCG Serradenari 2012; un vino a cui sarò sempre affezionato perché mi ha fatto scoprire l’azienda Serradenari. E’ il vino che mi ha fatto scoprire Giulia Negri: lei, al primo impatto un po’ scontrosa, ma poi, proprio come i suoi vini, si è aperta, con tutto il suo saper fare, dire, comunicare…. che gioia allora! E che gioia bere il suo Barolo 2012! Lo farei anche ora, mentre scrivo queste righe. Poi certo, qualche bottiglia è sempre meglio conservarla: magari un giorno, chissà, diventerà più buono di oggi. (91).

 

  1. Barolo DOCG La Delizia; non ho resistito, un ultimo tentativo con Marina dovevo farlo per provarlo a degustare. Ma gli ordini sono ordini e il “no” è secco. Resta la curiosità di conoscere un’altra grande bottiglia (ci scommetto) prodotta da Giulia Negri.

Mentre riflettiamo sui i vini degustati, e mentre penso a quanto è brava Giulia, squilla il cellulare di Marina. E’ proprio Giulia da Milano. Dopo aver parlato con Marina, me la passa e  la ringrazio di cuore facendole i complimenti per essere così brava a fare vini come un bravo barolo boys (lei è una barolo girl… ricordatelo!).

Ci salutiamo e ci aggiorniamo con la nostra amica che ci deve raggiungere; uno sguardo con Polin e Rudy e l’occhio cade sulle nostre “panze” brontolanti. Se sei stato bene in un locale, perché non tornarci per un buon piatto di pasta? MA non prenotiamo, tanto è caldo ed eventualmente si sta bene anche nella terrazza che, tra l’altro, la volta scorsa non ho visto. Ma prima ci aspetta la terrazza di La Morra e il suo panorama; due foto un compiacersi, per gli occhi e pensare che non ci si stanca mai di certi panorami.

Il locale dove ero stato l’anno scorso è sempre a La Morra e si chiama Locanda Fontanazza Osteria con Camere; il parcheggio è all’interno, il posto c’è, sia dentro che fuori (meglio dentro) e ci si siede. Arrivano subito i menù, cestino con grissini, pane e pizza niente male. I grissini super buoni.

Decidiamo di prendere cose diverse per assaggiare di più e mangiare un po’ di meno. Antipasto: Panzanella, pane inzuppato, pomodoro confit (buonissimo) e cipolle di tropea, buona ricca, anomala, da dividere in tre e restarci con la voglia di mangiarne di più.

I primi scelti sono due: il primo è un ricordo dell’anno passato, il Tajarin al ragù di coniglio e olive taggiasche. Dopo l’anno scorso, consigliati a chi era con me quest’anno e assaggiati anche oggi. La pasta è davvero ben fatta, il ragù si amalgama con il tutto, una buona conferma. L’altro primo è: Ravioli del plin ripieni di caprino e levistico. Buona la pasta, ottimo il ripieno ma il levistico gli ha dato troppa piccantezza. Comunque mi sono piaciuti lo stesso. Quando leggo le animelle in un menù difficilmente resisto, quindi: cervella di vitello fritte, crema di rabarbaro, spuma di patate novelle e cicoria. Quanto toglierei quella crema di rabarbaro! Le animelle buonissime da sole, senza salsa. Per finire, come dolce, un “pre Cheese”… formaggi. Ottima la gorgonzola, non male gli altri.

Arriva il conto e con lui il caffè. Poi passiamo ai saluti, due battute, e complimenti a chi gestisce questa locanda. Felice di andare via, con la conferma che questo è un locale da consigliare a chi viene a La Morra. Dimenticavo una cosa importante: prezzi onestissimi per una buona esperienza culinaria. La giornata è appena iniziata, c’è molto da fare ancora. Ma lo saprete al mio prossimo articolo.

Pasquale Pace Il Gourmet Errante e Gianluca Ciotti 

Pasquale Pace
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