Il Colombaio di Santa Chiara
Vini e agriturismo
Località Racciano, 9
San Gimignano (Si)
www.colombaiodisantachiara.it
Mi sento in imbarazzo già dalla prima lettera, sono veramente emozionato. Ma devo mettere da parte i sentimenti e parlarvi dell’azienda e delle persone che la conducono.
Meriterebbero di essere riconosciuti sempre come azienda migliore, sin dal primo anno del mio errare, perlomeno per i loro tre vini bianchi. Ma ho voluto aspettare che producessero anche grandi vini rossi. E così quest’anno, davanti al Priore 2012 e 2013 e a vecchie annate di Campale, mi sono convinto definitivamente a proclamarla azienda del 2017 per il centro Italia.
I Logi sono tre fratelli, coordinati da un grande uomo che è Mario Logi, il padre che all’alba delle 80 primavere lavora ancora a pieno ritmo. E pensando sempre in grande, soprattutto. Lo dimostrano i dieci nuovi ettari acquistati e la realizzazione di un bellissimo progetto, già a buon punto.
Potrei dire molto a riguardo delle Vernacce del Colombaio e tesserne le lodi, ma il mio senso critico verrebbe meno. Cercherò di mantenere il distacco comunque.
Prima di iniziare però ci tengo a riportare le parole di Alessio Logi riportate anche nel loro sito web, un pensiero che esprime il modo d’essere del Colombaio di Santa Chiara.
Parole che ho spesso sentito pronunciare da loro, magari quando ce ne stavamo seduti davanti, in attesa dei piatti della signora Franca.
“All’azienda agricola il Colombaio di Santa Chiara esiste ancora questo legame importante e passionale che lega me ai miei vigneti, legame trasmesso da mio padre Mario che mi ha fatto capire che il vino lo produce il terreno ed in cantina può al limite migliorare ma non trasformarsi: un trattamento adeguato ai terreni (no insetticidi) e una cura del vigneto mentre l’uva “cresce”, seguito da una attenta selezione durante la raccolta delle uve fatta rigorosamente a mano sono il segreto della bontà dei miei vini.” – Alessio Logi
- Vernaccia di San Gimignano DOCG “Selvabianca”. Annata? Le ho degustate tutte. Quest’anno, davanti a un 2012 che ha retto anche abbinata alla carne, sono rimasto piuttosto colpito. Sfido chiunque a trovare un vino di questa qualità al prezzo che viene venduto. Oscar qualità/prezzo, vino da tenere sempre in casa per qualsiasi occasione, non vi deluderà mai;
- Vernaccia di San Gimignano DOCG “Campo della Pieve”. Se mi dovessero fare la domanda: “Quale vino bianco ti porteresti su un’isola deserta?”, la mia scelta ricadrebbe su questo: la massima espressione della Vernaccia. Mi piace tantissimo, e ogni volta che ne metto una bottiglia in tavola, sia chi lo conosce che chi non lo conosce, ne resta stupito. Quale annata? Tutte ovviamente! Ogni anno diverso, ogni anno sempre più buono. Uno dei miei bianchi italiani preferiti.
- Vernaccia di San Gimignano DOCG “L’Albereta”. Non posso dimenticare il primo assaggio di questa bottiglia: era come aver bevuto una barrique allo stato liquido. Poi il tempo ha fatto il suo corso e grazie all’operato della famiglia Logi, questa Veranccia li ha saputi ripagare con grandissime soddisfazioni e premi. Quando stappo una bottiglia di Albereta il sentore di legno è sempre presente, ma affascinante, soprattutto nelle magnum. Una scommessa vinta dai Logi.
- IGT Toscana Rosato “Cremisi”. Lo definirei “divertente”, da abbinare ai loro salumi. Semplice, va bene così.
- IGT Toscana Rosso “Il Priore”. Quest’anno, dopo la 2012, ho chiesto di assaggiare per la prima volta anche l’annata 2013. Un confronto alla pari, tanto che il risultato è stato il medesimo: stesso carattere, stessa piacevolezza e grande bevibilità. Non posso che esserne felice.
- Chianti Colli Senesi DOCG “Campale”. Quanto mi piacerebbe sentirlo senza quel 10% di Merlot, solo 100% Sangiovese! Vino che deve dare ancora il meglio di sé, ma sono sicuro che con il tempo ed il lavoro serio e pulito di questa grande azienda, maturerà.
- San Gimignano Rosso DOC “Il Colombaio”. 24 mesi di legno e di questa scelta ne ho sempre discusso con loro. Non tra i miei preferiti (lo vedrei bene in affinamento in una botte grande), ma chi sono io per giudicare le loro scelte?
- Vin Santo Doc di “Mario”. Prodotto quasi prezioso, raro, quasi inavvicinabile, ma da amare. Berlo accanto a Mario seduti davanti al fuoco è ancora più bello.
Poi che dire ancora. Forse della produzione di uno spumante, degli esperimenti che provano, ma meglio fermarsi qui e lasciarli lavorare.
Sono felice di scegliere il Colombaio di Santa Chiara come azienda del centro Italia del 2017. Al di là dell’amicizia, ho sempre creduto nel loro lavoro passato, presente e futuro. Quindi avanti così che il meglio deve ancora venire.
Pasquale Pace Il Gourmet Errante e Gianluca Ciotti
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