Anteprime Brunello 2018, le mie riserve 2012 preferite.

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Benvenuto Brunello 2018
Anteprime di:
Brunello di Montalcino 2013
Brunello di Montalcino Riserva 2012
Rosso di Montalcino 2016
Montalcino (Si)
www.consorziobrunellodimontalcino.it

Siamo ai migliori Brunelli di Montalcino Riserva 2012. Quest’annata era stata valutata a tre stelle inizialmente, ma girando per cantine insieme ai produttori ci siamo resi conto di essere davanti a qualcosa di diverso. Sarà stato l’anno in più di affinamento in bottiglia o in legno, fatto sta che le nostre valutazioni andavano riviste.

Di seguito le mie sei (più tre) Riserve di Brunello Montalcino 2012 migliori, tutte degustate alla cieca e poi risentite al banco o in cantina nei giorni a venire:

 

  1. Bosco di Grazia – Brunello di Montalcino Riserva 2012. Alla cieca ho assaggiato una bottiglia che non stava bene (sembrava un vino cotto…), tanto che quando ho scoperto di chi era mi sono segnato di risentirlo. Il sabato e la domenica successivi, con piacere, ho appurato che è una gran buona Riserva, imponente, tenace, ancora il legno leggermente coprente, ma il vino c’è e si sente. Da risentire negli anni a venire (89+).

 

  1. Uccelliera – Brunello di Montalcino Riserva 2012. I tre vini di questa azienda hanno raggiunto i punteggi più alti in degustazione e il perché è presto detto: ho assaggiato la Riserva dopo un buonissimo Rosso di Montalcino 2016 (90) e un buon Brunello (con acidità da equilibrare, ma lo farà e sarà un grande Brunello (89+) e ne sono rimasto senza fiato. La produttrice ha notato il mio sguardo nel vuoto, ero perso in lui. Ottimo, da bere nelle grandi occasioni della vita (93).

 

  1. Capanna – Brunello di Montalcino Riserva 2012. E’ il numero 109, lo stesso numero del suo banchetto. Sia alla cieca sia al banco di assaggio, sempre le stesse sensazioni di piacevolezza. La mia nota di degustazione recitava: “questo vino mi piace, ha già tanta classe, mi intriga, è tutto in equilibrio, è il vino che mi porterei a cena questa sera” (92).

 

  1. Solaria – Brunello di Montalcino Riserva 2012. “Spero che questo minimo sentore svanisca subito, perché mentre penso e scrivo ciò, il vino scorre piacevole sulle parti laterali della bocca, mi piace e pulisce anche il legno, per darti sapori di spezie (90+)”. Così ho scritto in degustazione. La domenica, in cantina, durante una visita ho avuto modo di riassaggiarlo, ma il palcoscenico quel giorno era tutto per la grande famiglia che lo produce, persone semplici e umili, che prima o poi auguro a tutti di conoscere nella vita. Metto questa visita tra le cose più belle fatte in Toscana nei 15 giorni appena trascorsi. e di cose belle ne ho fatte, eccome! Se non si è capito comunque, la loro Riserva poi mi è piaciuta tanto.

 

  1. Tiezzi – Brunello di Montalcino Vigna del Soccorso Riserva 2012. Sono appena 860 bottiglie, avrei potuto mettere anche il Vigna Soccorso 2013 tra i miei Brunelli preferiti, perché mi è piaciuto sia alla cieca che al banco. Sono felice di aver ritrovato i vini di Tiezzi così come me li aspettavo. Certo, i Brunello 2011 e 2012, ad essere sincero mi avevano lasciato un pochino perplesso, ma la Riserva (e il Brunello 2013) mi rende davvero felice (92).

 

  1. Tenuta di Sesta – Brunello di Montalcino Riserva Duelecci Ovest 2012. Tenuta di Sesta, l’azienda che più di tutte, personalmente, è cresciuta negli anni. Durante la degustazione alla cieca ho scritto: “buono, buono, buono, mi piace, non vedo l’ora di scoprire chi è, non vedo l’ora di andarlo a risentire nel banco di assaggio, all’uscita dell’azienda”. Inutile dirvi la gioia quando ho scoperto che questa Riserva era proprio la loro. Al banco poi, un’ottima conferma (91). 

Oltre a queste sei Riserve, come già anticipato, ci tengo a riportare anche altre tre etichette (solo punteggi)  assaggiate alla cieca, poi ai banchi e in cantina:

 

  1. La Fortuna – Brunello di Montalcino Riserva 2012 (89+);
  2. Querce Bettina – Brunello di Montalcino Riserva 2012 (89+);
  3. Fattoi – Brunello di Montalcino Riserva 2012 (89+).

 

Vi ho parlato dei Rossi, dei Brunello e delle Riserve ai quali spesso e volentieri ho aggiunto vini che meritavano di essere citati (per mia fortuna in questi giorni ho avuto modo di bere molto bene); non posso però non chiudere questo breve percorso enologico raccontandovi di altri due vini (sì, ne aggiungo altri) che nel giro di un breve arco di tempo si sono evoluti in maniera pazzesca:

 

  1. Il Marroneto – Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie 2013. Alla cieca ho scritto: “questo vino è in movimento, peccato, è buonissimo, sicuramente sarà uno di quelli che mi piacciono tanto (??)”. Scoperto il nome ho avuto l’illuminazione: lo avevo assaggiato al WineFestival di Merano dove, tra l’altro, gli avevo attribuito un gran bel punteggio (94+). Vino strabuono! Mi piace raccontare ciò che realmente vivo, così, di getto, senza tanti giri di parole. La mattina di giovedì 15 febbraio ero stato a visitare il Marroneto e sono rimasto affascinato dalle vigne, da quello che è il Marroneto, un’azienda di un uomo eclettico, con il quale spesso mi piacerebbe discutere, per poi abbracciarci e far pace bevendo vino, un uomo che ha sempre creduto in quello che fa. Mi fa pure credere nella Madonna delle Grazie, colei che ti punisce delle volte per poi riprenderti con sé con più amore di prima. Impossibile non amare I vini di Marroneto sono fatti naturalmente e con il cuore, impossibile non amarli.

 

  1. Lisini – Brunello di Montalcino Ugolaia 2012. Degustato alla cieca a Roma e alla cieca a Montalcino; vino sempre in movimento in entrambe le occasioni. Un mio amico mi disse che mi sarebbe piaciuto e, dopo averglielo confermato ho chiesto al sommelier Adriano (a proposito, grazie per avermi sopportato per quattro giorni) quante bottiglie di Ugolaia erano state aperte quel giorno. “Appena aperto”, la risposta. Era già ottimo così, ma del resto lo è sempre stato.

 

Concludo con una mia idea sull’annata 2017: è stata già valutata a 4 stelle, simbolo impresso su una piastrella che ritrae una chitarra. Disegno realizzato dal grande Sting (che se disegnasse esattamente come suona, sarebbe stata una chitarra bellissima).

L’annata 2017 credo proprio che non deluderà le mie aspettative: nonostante qualche danno subito da qualche vigna, sono sicuro che le basse rese porteranno comunque a grandi vini. Non è una regola, ma ho fiducia.

Saluto Montalcino e i suoi grandi vini con gioia, suggerendo ancora una volta ai produttori di non aver mai paura di aumentare i prezzi: vini così sono invidiati e ricercati da tutto il mondo. E in questo è stato bravo il produttore “pazzo” con grande stima e amicizia, del Marroneto.

Pasquale Pace Il Gourmet Errante e Gianluca Ciotti 

Pasquale Pace
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