Proposta Vini 2019
Presentazione Catalogo
Via degli Artigiani, 16
Località Ciré
Pergine Valsugana (Tn)
www.propostavini.com
Hotel Parchi del Garda
Pagengo di Lazise (Vr)
www.hotelparchidelgarda.it
www.ilgourmeterrante.it
www.codivin.com
www.cantinaconforme.it
www.vinointorno.it
La presentazione del catalogo della distribuzione Proposta Vini è ormai per me un evento a cui non rinuncerei mai. Anche quest’anno, in un’altra location per fortuna più grande, vista la grande affluenza del secondo giorno, si è degustato con piacere e si è potuto apprezzare il lavoro svolto dagli organizzatori. Tante aziende presenti, da un catalogo davvero importante per numero di vini presenti. Dietro i banchi di assaggio sempre presente il produttore, questo fa si che si apprezza di più quello che si degusta. Nei miei due giorni ho degustato circa 240 vini, erano tantissimi e avrei voluto assaggiarne tanti di più, ma in un giorno e mezzo non si può fare più di così. Non me ne vogliano i produttori che non citerò, chi mi conosce sa che forse un vino che non è tra i miei migliori assaggi, non è detto che non mi sia piaciuto, anzi! Ne cito uno per tutti: Rincrocca 2016, il Verdicchio Riserva di Riccardo Baldi, il Verdicchio Riserva della Staffa di cui ho scritto qualche giorno fa (http://www.ilgourmeterrante.it/sito/rincrocca-2016-il-verdicchio-riserva-di-riccardo-baldi-il-verdicchio-riserva-della-staffa/).
Con i punteggi sarà stato più apprezzato. Quelli che scelgo sono quelli che in quel momento mi hanno dato qualcosa in più, in particolare facendo vibrare le mie emozioni.
Ho estrapolato i miei migliori assaggi in 10 vini:
1) Casata Monfort – Brut Rosé Metodo Classico Trentodoc, da uve Pinot Nero 50% e Chardonnay 50%, sboccatura 2018, 30 mesi sui lieviti, 12,50% il grado, con un residuo di 8 g/l. Parto proprio da quest’ultimo dato per dire che l’equilibrio di questo spumante è molto lineare, l’acidità non evidenzia questo 8 di residuo e tutto scorre in bocca in modo piacevole, bottiglia da aperitivo, da preparare la seconda che la prima finisce presto. Di Casata Monfort poi mi piace proprio tutto, dalla loro Riserva di Trentodoc, alla loro buonissima Nosiola e al sempre più convincente Pinot Nero (88 per il Brut Rosé).
2) Rizzini – Vintage 2011 Dosage Zéro Franciacorta DOCG, 100% chardonnay, ennesimo Franciacorta che mi piace. Mi ha colpito l’intero terzetto degli spumanti in degustazione, ma il dosaggio zero mi ha dato subito qualcosa in più, sia nei profumi, soprattutto al palato, alla beva, subito avvolgente, lineare in bocca, intenso e piacevole, me ne sono fatto versare ancora un po’ per avere la conferma di un ottimo spumante “franciacortino” (89+).
3) Kobler – Klausner Grauer Burgunder 2017, Pinot grigio 100%. Lui è, prima di tutto, un personaggio fantastico, poi insieme a sua moglie producono vini che mi piacciono da sempre, ho sempre il dubbio di quale sia il suo migliore, tra i loro vini c’è sempre uno dei pochi rosati che mi piacciono. In questa degustazione è il Pinot Grigio che mi ha colpito, diretto come un cazzotto da ko, che invece di mandarti al tappeto di inebria di piacere, ti fa sobbalzare, ti fa dire ad Harmin: “ehi hai fatto un capolavoro, questo vino è da punteggi alti.”
Lo degusto ancora e non andrei mai via, non staccherei mai il bicchieri dalle mani per finire la bottiglia e aprirne un’altra scorrendo il suo bellissimo tappo a vite, non è la prima volta che mi sorprende in modo così diretto, complimenti a te caro Harmin, è anche ora di venirti a ritrovare, ce lo siamo promesso…accadrà (93).
4) Scala Fenicia – Scala Fenicia Capri Bianco DOC 2017, da uve Greco 50%, Biancolella 30%, Falanghina 20%. È bello e interessante assai trovare su un banco di assaggio 4 annate di un vino, trovarle dello Scala Fenicia è un’emozione, degustarle tutte mentre si scambiano parole con Andrea Koch sono attimi di vita bella. Non è la prima volta che degusto il suo vino insieme a lui, oggi direi: le sue quattro annate insieme. La 2012 la conoscevo e si mantiene alla grande; la 2013 è la prima volta che la degusto, oggi era in ossidazione, purtroppo; la 2016 l’ho degustata diverse volte e mi piace sempre tanto; oggi per la prima volta ho nel mio bicchiere la 2017, annusandola e bevendola, ho visto il viso di Andrea felice, lui è consapevole di essere migliore ogni anno di più, di capire le uve, i terreni, le fermentazioni sempre di più, oggi posso gridare al mondo che a Capri si produce un vino buonissimo! Andrea sei in un posto meraviglioso, produci un vino “BONO ASSAI” e quindi dai retta a questo pazzo che ti dice cose che accadranno (92).
5) Tenuta Rio Maggio – Telusiano Marche bianco IGT 2017, da uve Trebbiano 40%, Pecorino 30%, Passerina 30%. Raccolta manuale in cassette, fermentazione in acciaio, maturazione in acciaio, ecco quando da un vino si prende ciò che la natura ha dato e senza tanti movimenti la natura e la bravura di Simone Santucci ci portano nel bicchiere un vino piacevolissimo, un vino che alla fine della bottiglia, che finisce presto, mi fa fare la foto della bottiglia capovolta a far vedere che il vino è finito in un lampo e mi fa scrivere con il mio pennarello bianco “vino bono quando finisce” (88+).
6) Vadiaperti – Tornante greco di tufo DOCG 2017, 100% greco. Quando sei davanti al banco di Vadiaperti, devi solo sperare che Raffaele Troise ti segua per bene, perché con i suoi vini giovani e annate vecchie c’è sempre da divertirsi.
I vini come sempre non sono pochi e il tempo trascorso con lui è sempre pieno di racconti, di parole simpatiche.
In questa occasione c’era un buonissimo Fiano 2003, ma i miei ricordi vanno su un Tornante 2017 pieno di gusto, profumi che inebriano i pensieri, la beva è di una piacevolezza assoluta, un vino che non viene sempre prodotto, un vino che nasce a circa 700 metri di altezza, un vino che quando c’è, il mondo ne è più felice. Quando vi capita alla vista non rinunciateci mai, perché si perderebbe un’ottima bevuta, conoscendo annate vecchie di Raffaele posso dire: “un vino buono oggi, domani e dopodomani…” (92).
7) Weingut Griesbauerhof – St. Magdalener Classico DOC 2017, diciamo schiava al 100%, ci sono minime percentuali di lagrein. Mentre parli con la signora Margareth, lei ti versa questo vino, ne chiedo sempre poco, stavolta ho dovuto chiedere il secondo assaggio… il primo? Il primo è andato giù seguendo un percorso lingua, esofago, piacere immediato come un flash, il secondo sorso mi ha fatto ragionare a quanto sia buona una schiava quando è prodotta in maniera così semplice, la semplicità che questo vitigno vuole. Il resto lo fanno le montagne, lo fa lo stare in luoghi di bellezza infinita, lo fa il piacere di parlare con questa gente.
Bello bere un vino così mentre si ascolta la produttrice che ti racconta e ti parla di loro (88).
8) Marco Antonelli – Kosmos Doc Cesanese di Olevano Romano Riserva 2015, 100% cesanese comune, proveniente dalla vigne Morra Rossa.
Marco non è da poco che fa vino, ma io siccome lo conosco bene, reputo l’annata 2015 come l’annata zero e nonostante tutto è riuscito a fare un vino buonissimo. Non so quante volte negli ultimi mesi ho degustato e bevuto il suo Kosmos 2015, ogni volta è stato un susseguirsi di piacere, di pensieri positivi, il pensare come possa migliorare questo vino con il passare del tempo. Aspettare a berlo? Intanto godetevelo il più possibile adesso, poi chi vivrà vedrà, tanto è la prima annata di altre che ne verranno sempre più buone. Un altro vino orgoglio del mio paese Olevano Romano, un altro vino da Cesanese, con questi ragazzi sono molto critico, sempre e quindi il punteggio è sempre inferiore a ciò che effettivamente meritano (88+).
9) Alberto Giacobbe – Giacobbe Cesanese di Olevano Romano Superiore Doc 2017, 100% Cesanese di Affile. A volte si ragiona su acciaio e legno, se scelti e usati bene sono ottimi entrambi, poi ti arriva nel bicchiere il vino di Alberto Giacobbe e pensi: “quanto è buono! Lo hai bevuto tante volte quest’anno e ogni volta ti ha piacevolmente sorpreso”. Vino facile? Vino “BONO” tanto, l’ho segnalato a tante persone e tante persone mi hanno detto di quanto lui è buono, di quanto bravo è stato Alberto a fare un Cesanese così piacevole ma non per niente banale (88).
10) Corte dei Venti – Brunello di Montalcino 2013, 100% sangiovese grosso. È un anno che apprezzo questo Brunello, lo avrò bevuto chissà, a dir poco una ventina di volte, mi è piaciuto dal primo giorno in una degustazione a Roma, poi ogni volta mi è parso sempre più buono, sempre più di classe, la sua finezza espressa anche in bevibilità e poi ampiezza di bocca è sempre più notevole. Alla degustazione di Proposta Vini non lo volevo nemmeno degustare proprio per le tante volte che l’ho bevuto, poi un rappresentante di questa distribuzione ha voluto sapere se lo conoscevo, quindi l’ho portato da Clara e suo marito e così l’ho ribevuto con piacere e mi è piaciuto sempre di più e per questo l’ho messo tra i miei migliori assaggi. Un Brunello che si fa valere oggi e chissà per quanto tempo ancora, ma bevetelo, bevetelo perché è già buono ASSAI! (91+).
Questa è in sintesi la degustazione di presentazione del catalogo di Proposta Vini 2019, all’anno prossimo.
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