Come ogni anno a metà dicembre, alla fine di tanti pranzi e cene, eccomi a scegliere i miei tre primi piatti per l’anno 2019.
Quest’anno ne ho mangiati di ottimi, in un piatto di pasta non c’è più tanto da sperimentare, l’importante e usare prodotti eccellenti. Abbiamo paste fantastiche in Italia, abbiamo tante trattorie che usano il mattarello, quindi un gran piatto di pasta si può fare con ottime materie prime e con tanta semplicità.
Questi tre primi piatti sono i migliori in assoluto, sono quelli che mi hanno destato un’emozione immediata, che mentre li mangiavo mi hanno fatto provato piacere, sensazioni di bontà, ricordi indelebili.
Oltre a questi tre ne voglio segnalare altri tre, due tortellini mangiati in Emilia Romagna e un altro mangiato da Sora Maria & Arcangelo nel mio paese.
I tortellini li ho mangiati da Amerigo, scrissi questo dopo averli mangiati: Tortellini in brodo. Ne ho assaggiati due cucchiai, uno senza parmigiano, la perfezione si dice che non esiste, ma tantissimo piacere si può provare… PROVATO! Il secondo cucchiaio con il parmigiano, la perfezione non esiste, ma tantissimo piacere con l’aggiunta di parmigiano si può provare…PROVATO! Avrete capito che mi sono piaciuti tantissimo. Amerigo ha un secondo piatto tra i miei preferiti e allora questi li segnalo.
Gli altri tortellini sono dell’Osteria del Mirasole, loro fanno parte di quello che è il pranzo dell’anno, quindi li troverete li.
L’altro piatto che mi va di segnalare è di Sora Maria & Arcangelo di Milana Giovanni a Olevano Romano e sono: Tortelli di pollo arrosto su crema di patate al forno al rosmarino. I polli sono allevati in libertà dell’az. Avicola Occhiodoro a Frosinone di Paola Occhiodoro. La pasta dei tortelli è perfetta, il ripieno è di qualità eccelsa, il purè è super, il liquido dell’arrosto da un tocco di sapore stupendo ad uno dei piatti più buoni che ho mangiato negli ultimi tempi.
Poi come ogni volta, come ogni anno, ho avuto la fortuna di mangiare ancora una volta le fettuccine alle rigaglie di pollo di Armando al Pantheon, questo è un primo piatto che è dentro di me e mai nessuno potrà farmi cambiare idea sul fatto che questo sia un piatto per cui bisogna continuare a vivere.
Ecco però i miei tre migliori primi piatti per il mio 2019.
Quattro Archi di Rosario Grasso
Via San Francesco Crispi, 9
Milo (Ct)
www.4archi.it
“Pasta chi masculini da magghia” con alici, finocchietto selvatico, uva passa, pinoli, mollica abbrustolita.
Inizio dicendo che qualche minuto in meno di cottura avrebbe fatto di questa pasta un piatto fantastico. Nonostante tutto un ottimo piatto pieno di sapori intensi, sapori di prodotti immedesimati a far sì che il gusto diventa goduria vera. Ogni forchettata era determinata da quella leggera attesa che il gusto diventasse ancora più desiderio, ad ogni masticata il piacere era netto e godurioso. Ho finito il piatto con calma per farlo durare ancor di più, dopo aver fatto la scarpetta con il dito, mi sono catapultato in cucina a fare elogi alla signora Lina, vera direttrice d’orchestra di una cucina a vista, chiusa da una porta vetro con una bellissima scritta Slow Food con tanto di chiocciola in evidenza. Piatto che si merita la foto prima e dopo. Calcolando che gli altri piatti sono stati di gran livello, posso affermare che è stata un’ottima cena, una bellissima serata, in un’altra delle trattorie Italiane che mi fa gridare EWWIWA LE TRATTORIE ITALIANE.
Vini e Cucina Osteria Da Giovanni
Via Metabo, 42
Velletri (Rm)
“Cellitti” pepe e crema di schienali di vitello. Inizi a girare la forchetta e ti chiedi: “Che cosa è sta bontà?” Poi orgoglioso arriva Nando e ti spiega che cosa è. Io continuo a mangiare facendogli domande, lui sempre sorridente e felice nel vedere il mio piacere, mi spiega come ha fatto, io lo ascolto e godo. Ogni boccone mi fa pensare alla passione che ci vuole a ricercare un prodotto così e dopo averlo trovato, avere la sicurezza che non puzzi, che sappia di animale sano e pulito. Dopo essersi assicurato tutto ciò, penso alla passione per cucinarlo e portarlo nel piatto in maniera impeccabile. Giusto godere di ricerca, passione, capacità. Un piatto che resterà nei miei ricordi più belli e buoni mai mangiati… oggi ho un altro piatto da chiedere a Nando e Paola, loro che mi hanno fatto far pace con il baccalà.
Locanda La Gemella
Piazza Eraldo Cabutto, 5
Barolo (Cn)
www.locandalagemella.it
Plin della tradizione ripieni ai tre arrosti. Eravamo al nostro terzo giorno in Piemonte tra Bra, per il Cheese, il salone del formaggio, tra Roero e Langhe. Era un fine settimana, eravamo appena usciti da una visita meravigliosa da Ettore Germano, erano quasi le due e ci siamo detti che ancora non avevamo mangiato i Plin. Arriviamo a Barolo e la fortuna ha voluto che trovassimo subito parcheggio, scendiamo per leggere il menù del ristorante La Gemella, di proprietà dell’azienda Vinicola Viberti e… Wow! I plin c’erano! Siamo entrati chiedendo se fosse possibile ancora mangiare. Eravamo in sei e tutti decisi per i plin. Dopo qualche minuto e il cameriere, gentilissimo, come l’intero staff del ristorante ci dice: “ne è rimasta una porzione sola”. Decidiamo altri primi ma l’unica porzione doveva essere nostra.
Il piatto arriva, contiamo i plin, erano dodici…” perfetto due a testa!” Ebbene si, in questi due plin è rimasta la voglia di tornare a mangiare un primo piatto buonissimo. La pasta accattivante per gli occhi e per il profumo. Io li ho mangiati con il cucchiaio per prendere un po’ del fondo degli arrosti e per gustare al meglio l’interno, il tutto mi ha fatto gridare e dire: “Sono buonissimi, qualcuno lassù ci vuole bene ed è ha esaudito il nostro desiderio. Eccolo un altro posto dove tornerò prima e poi.” Per questo poco tempo fa ci ho mandato un caro amico che si fida tanto di me. Appena è uscito mi ha scritto un messaggio: “Come al solito non ti sei sbagliato, questa volta però i plin meritano un grande applauso.”
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