Tenute Dettori
S.P. 29 Km 10
Badde Nigolosu
Sennori (Ss)
www.tenutedettori.it
Eccomi a raccontare della terza azienda, da me preferita per il 2019, è l’azienda Tenuta Dettori. Per il sud Italia e le isole, questa volta è toccato alla meravigliosa Sardegna. Questa scelta è stata decisa il giorno della mia, della nostra, visita nei primi di giugno.
L’appuntamento con Alessandro Dettori era per le 11,00, la mattina era iniziata con la visita di un’altra azienda alle 7,30, con quello che avevano preparato ci sarebbe voluta una giornata, ma agli appuntamenti si deve arrivare puntuali e noi, purtroppo siamo arrivati in ritardo, cosa che giustamente Alessandro ci ha rimarcato.
La visita in questa azienda è la seconda volta che accade, l’altra volta era di sabato e ho ringraziato sempre Alessandro, quella volta lui non c’era ma trovai suo padre Paolo, mi fece vedere le vigne che si vedevano a occhio e visitare la cantina senza poter degustare nulla, ci salutammo dal gazebo dove l’ho ritrovato oggi al nostro arrivo. Un gazebo con una vista stupenda e dove si respira un’aria di bellezza, di vita, di orgoglio che lui emana in ogni sua parola. Lo salutiamo e subito arriva Alessandro.
“Vigne prima?” La domanda è decisa come la nostra risposta, così si sale in macchina. Vigne nuove, nuove vigne, le ultime acquistate, vigne storiche, alcune vecchie addirittura antecedenti al 1900.
Ogni passo, ogni vista, ogni contatto con il suolo, con una foglia, con una vite, tutto accompagnato dalla voce narrante di Alessandro, rende ogni attimo molto interessante. Ci parla della sua Romangia, dei suoi vigneti, di Badde Nigolosu.
Il tempo scorre veloce è l’ora di pranzo, la giornata è bellissima, con noi si unisce un ragazzo e sua madre, lei è Antonella Anselmo, Bibenda Executive Wine Master, suo figlio è Edoardo Lemme, di lui parlerò dopo, per adesso vi dico che sono qui perché Edoardo avrebbe dovuto fare uno stage durante la vendemmia di quest’anno alle tenute Dettori. Il tavolo al ristorante agricolo, si è arricchito di due belle persone, si è diventati in otto. Un pranzo a dir poco fantastico, piatti bene eseguiti con prodotti della terra Dettori o nei pressi della proprietà, parenti e amici a fornire qualcosa di eccezionale che le cucine del ristorante hanno portato nei nostri piatti in maniera buona e ottima. Un pranzo da ricordare, peccato che le foto in un attimo di contrasto con Alessandro le ho eliminate, ma mai nessuna foto avrebbe fatto capire la bontà che era nei nostri piatti. Durante il pranzo si sono degustati tutti i vini in commercio di quel periodo, erano i primi di giugno.
Quindi si è iniziato dal… nessun vino è DOC, una scelta documentata nel sito dell’azienda, ogni vino ha il nome dell’appezzamento da cui si produce, quel giorno li assaggiammo tutti. Tutti erano in gran forma ma tre sugli altri mi colpirono.
Un piacevolissimo Renosu bianco, sarà stata la sete, la temperatura perfetta, il primo brindisi, ma quando il Renosu è così, la bottiglia sparisce in un lampo.
Chimbanta, Romangia IGT Rosso vigneto di Badde Nigolosu, uve monica di Sardegna 100%. Vino aperto durante i primi piatti, me lo sono portato dietro fino alla fine del pasto, l’ultimo sorso l’ho fatto in piedi prima di abbandonare il tavolo, un’ottima bevuta.
Tenores, Romangia IGT Rosso vigneto di Badde Nigolosu, cannonau 100%. Un vino che mi piace da sempre, oggi già vedendo dalla strada la vigna da dove nasce, mi sono emozionato, l’emozione è continuata durante la beva e il pranzo, un vino che ha fatto la storia, la sta facendo e la farà, per il cannonau, per la Sardegna e per l’Italia tutta.
Infine oggi abbiamo avuto anche il grande piacere di degustare il Moscadeddu, Romangia IGT Bianco passito, da uve moscato 100%. Vino che si produce solo in poche annate, in altre si imbottiglia e si aspetta, oggi alla fine di un pranzo davvero ottimo è arrivato nei nostri bicchieri questo nettare della natura sarda. Un vino di una bontà assoluta, se non avessi fatto l’azienda Dettori come azienda dell’anno, il Moscadeddu sarebbe stato uno dei miei tre vini dolci dell’anno 2019.
Da quel tavolo non mi sarei alzato mai, scambiare idee, discutere, confrontarsi con Alessandro capita, forse, solo una volta nella vita. Ma mi accorgo che da quel giorno, con grande piacere, c’è un filo conduttore che mi lega ad Alessandro e alla sua azienda. Mi fermo, si deve scendere in cantina.
Da quando si entra la cosa che si nota di più è la pulizia, regna sovrana in ogni angolo, poi, una cosa che mi piace è il silenzio, la poca luce fa si che ogni parola viene attenuata dal silenzio, ma è un silenzio di rispetto per tutto ciò che si fa in questa azienda… cioè, poco e niente a far si che tutto è più naturale possibile.
A confermare tutto questo non poteva che venirmi in aiuto il blog di Alessandro che trovate sul sito dell’azienda.
Da quel blog, da quel giorno è nato l’articolo che vi riporto qui: (https://www.alessandrodettori.it/2019/10/16/ne-ho-rovinato-un-altro-scusatemi/#more-159) scritto da Alessandro ed Edoardo, li ringrazio entrambi per la concessione, anche se l’ho chiesta solo ad Alessandro, ma sia Edoardo che sua madre e suo padre saranno contenti di ciò.
Nel pezzo c’è il racconto dello stage che Edoardo ha fatto durante la vendemmia 2019, ebbene non ci poteva essere conferma più pulita, più bella di quello che si fa in cantina.
La nostra giornata finisce con due chicche, un Renosu rosso 2010. Il ricordo di questa bevuta? Il sorriso generale alla richiesta di tutti di poterne bere un altro sorso e constatare che la bottiglia era finita in un attimo. Il tempo corre e il nostro aereo non ci aspetta, ma per finire una giornata fantastica, ecco la generosità di Alessandro che ci apre un vermentino 2000, mi siedo, mi appoggio alla sedia e sento Alessandro che mi chiede: “A Pasqua non hai bevuto il vermentino?” La mia risposta è stata: “mi sono seduto per l’emozione di stare a bere uno dei bianchi più buoni di tutta la mia vita”.
Ma non finisce qui, durante il pranzo Alessandro aveva parlato dei suoi 30, 7 ettari tutti zappati a mano da 8, 9 ragazzi di colore, ed ecco usciti dalla cantina arrivano i ragazzi con la zappa inventata dai Dettori.
I ragazzi più che contadini sembrano giocatori di basket dell’ottima squadra sassarese, la zappa è un’opera d’arte, diventa come un pendolo che sbatte a terra, si affonda risale e ribatte a terra, la forza e l’esperienza di questi ragazzi fa fruttare il lavoro in maniera magnifica.
Finisco con la cosa più importante, durante il pranzo Alessandro mi ha mandato l’email della sua denuncia di produzione, ebbene, come ho fatto con le altre due aziende per l’anno 2019, metto la resa per ettaro per l’anno 2018, ho perso i dati precisi, ma all’incirca erano questi: circa 35 quintali di uva per ettaro, il tutto fa arrivare a una produzione massima di circa 45000 bottiglie.
In molti parti del sito c’è scritto: Vignaioli naturali in Sardegna! Io aggiungo in Italia e nel mondo, qui si fanno fatti veri non chiacchiere.
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