Cascina delle Rose Azienda Vinicola e agriturismo
Strada Rio Sordo, 58
Tre Stelle (Cn)
www.cascinadellerose.it
Rivella Serafino di Teobaldo Rivella
Località Montestefano, 6
Barbaresco (Cn)
Palladino azienda vinicola
Piazza Maria Cappellano, 9
Serralunga d’Alba (Cn)
www.palladinovini.com
Giacomo Fenocchio
Località Bussia Soprana, 72
Monforte d’Alba (Cn)
www.giacomofenocchio.com
Quattro visite in un giorno? Si può! Anche perché si è finito a cena nell’ultima di queste.
L’inizio della giornata è stato ad Alba, Grandi Langhe 2020 era finita, il martedì era dedicato alle visite in azienda prima di ripartire.
L’appuntamento è con Davide Sobrino davanti alla stazione ferroviaria di Alba, siamo io Poline e Marco. Il tragitto è breve, la giornata è bellissima e i panorami stupendi. Camminando bordo vigne dei cru dell’azienda, è bello riconoscere dalla parte opposta aziende già visitate.
Si torna su e si va in cantina, prima la parte della vinificazione e poi l’affinamento. Una cantina come una bomboniera, piccola ma con ottimi prodotti all’interno. Un piacere assaggiare da botte, confrontando annate che verranno. Si sale in sala degustazione.
Il Langhe Nebbiolo 2018 è davvero qualcosa da bere in ogni momento del giorno.
Barbera D’Alba 2017, ancora una barbera convincente in questo anno così particolare.
Barbera D’Alba “Donna Elena” 2016, quando si è bravi, si è bravi in tutto, bevuta notevole.
Barbaresco Tre Stelle 2016 e Barbaresco Rio Sordo 2016, uno più affascinante dell’altro, la conferma che l’annata 2016 è qualcosa di veramente notevole.
A finire la Barbera “Donna Elena” 2004, Davide l’aveva presa con tanto piacere, era la loro prima Barbera, purtroppo non stava bene, sarà per la prossima volta.
A finire ecco le rese di questa azienda, in stagioni di massima resa si hanno circa 60 quintali per ettaro, al di sotto del disciplinare.
Finiamo con i saluti e Davide con molto piacere ci accompagna alla prossima visita, ci aspetta Teobaldo Rivella.
Un’azienda che ho sempre ammirato, marito e moglie che vivono per questi vini. Persone amate da tutti, felice di essermeli goduti per un po’. La bellezza alla vista del cru Montestefano è ammirevole, gli occhi sono felici, io sono felice di essere qui con Teo. Scendiamo in cantina, ammiriamo tutto il Barbaresco Montestefano 2016 accatastato minuziosamente, è affascinante.
Si va a degustare, l’inizio è pieno di emozioni, ci godiamo l’ultima annata del Dolcetto D’Alba 2017 (https://www.ilgourmeterrante.it/sito/cantina-rivella-serafino-di-rivella-teobaldo-una-visita-che-volevo-da-tanto-tempo-per-un-vino-che-non-ci-sara-piu/), un vino, un ottimo vino che non ci sarà più.
Parlare con Teo è sempre interessante, passiamo al Montestefano 2016, un vino fantastico già da adesso, se ne parlerà per tanto ancora.
Montestefano 2014, in tono minore, ma quando un produttore è bravo è facile che ci regali un ottimo vino anche in annate come questa. Arriva la signora Maria, degusta con noi, per poi andare a scegliere lei una vecchia annata. La porta incartata, è stato divertente cercare di indovinare l’annata, cosa che non è accaduto. Abbiamo bevuto una grande bottiglia di Barbaresco Montestefano 2008, una delle annate preferite della signora.
Bellissimo chiudere così una visita a cui tenevo tanto. Ah, dimenticavo qui le rese per ettaro sono molto basse.
Teobaldo ci accompagna a Serralunga d’Alba, speriamo di mangiare qualcosa; quel giorno il paese è stato quasi premonitore di ciò che ci sarebbe accaduto nei tempi che stiamo vivendo. Non c’era nessuno e tutto era chiuso.
In una giornata così bella si può stare anche a digiuno aspettando la prossima visita. Al sole e in tanta pace il tempo scorre veloce, arrivano le 14,30 e si suona a Palladino per la visita.
Alessandro, marito di Veronica, nipote di Maurilio Palladino, ci aspetta per la visita. Iniziamo dalla cantina e dai nuovi progetti, già in costruzione. Si scende nella cantina storica e quella che si sta attrezzando di legni nuovi. Si scende fino ad un piccolo museo, questo va conservato così come è. Si torna su e si va a degustare, Alessandro con un gran pezzo di parmigiano ci rifocilla. Prima di iniziare a degustare voglio fare una premessa, se c’è un’azienda che mi ha colpito negli ultimi tre anni è stata questa. Ad iniziare dall’annata 2013 non c’è stato un vino, un loro cru, che non mi abbia colpito. Dal Barolo riserva San Bernardo, ai Baroli Ornato e Parafada che oggi abbiamo degustato.
L’inizio è stato con l’ennesima Barbera 2017 in ottima forma, la Barbera Superiore Bricco delle Olive, ottima beva per un inizio molto interessante. Nebbiolo D’Alba 2018, la bella e buona bevibilità dei 2018, sarà bello quando usciranno i Baroli di questa annata.
Barolo Del Comune Di Serralunga 2016, annata che farà parlare di se, ma quante volte l’ho detto? Però ci sta ogni volta. La conferma arriva in maniera sublime con il Barolo Parafada e il Barolo Ornato 2016, due vini già molto goduriosi da subito, in particolare quello che è tra i miei migliori assaggi di Grandi Langhe 2020, l’Ornato 2016 lo è in maniera poderosa. Abbiamo continuato con gli stessi vini dell’annata 2015, inferiore, ma anche qui il livello è alto assai. A seguire la Riserva San Bernardo 2013, vino che si fa sempre apprezzare così come il Barolo 2013 del comune di Serralunga D’Alba. A finire e a capire quello spazio temporale che mi ha portato ad apprezzare i vini di Palladino solo negli ultimi anni, ecco aprire tre bottiglie dell’Ornato 2010, tra tappo e passaggi a vuoto, ho capito che qualcosa è cambiato in questa azienda. Un piacere grande stare due ore insieme ad Alessandro, un piacere che vorrei ripetere tra qualche anno, il futuro è molto roseo qui… è molto, grandi Baroli.
Salutiamo Maurilio, mentre Alessandro ci accompagna per la nostra ultima visita. È quasi sera e all’arrivo nell’azienda di Giacomo Fenocchio ci aspetta il calare del sole. I panorami da Monforte D’Alba, dalla località Bussia, sono esageratamente belli. Salutiamo Alessandro, aspettiamo Claudio che si libera da un’altra visita, nel frattempo due foto sono d’obbligo.
Claudio si libera, ci armiamo di bicchieri e si va in cantina. Adoro quando Claudio chiude tutto e nel silenzio stupendo della sua cantina si inizia ad assaggiare da botte.
Bussia 2019, 2018, 2017; Cannubbi 2017 e 2018; Castellero 2017 e 2018; Villero 2017 e 2018 a finire Bussia 90 Dì 2015, 2016 e forse… ma anche si il 2017. Assaggi che sono il futuro del Barolo, il futuro di un’azienda che ha in cantina dei vini che faranno parlare il mondo. In questa azienda le rese quintali per ettaro sono di circa 80 quintali tra Barolo e gli altri vini. Il tempo corre in particolare quando si fanno cose che mi piacciono tantissimo. Questa sera ho un impegno, debbo cucinare cacio e pepe a casa di Claudio. Entro e ad accogliermi c’è Nicoletta che mi mette a disposizione l’intera cucina, controllo la spesa, la pasta mi piace, i pepi ci sono ma il cacio? Il pecorino è romano e trovarlo in Piemonte è difficile e quindi mi dovrò arrangiare. Gratto i formaggi messimi a disposizione, cuocio la pasta… non sono soddisfatto, la soddisfazione arriva al momento di mangiarla, nonostante tutto, tutti abbiamo fatto il bis.
Il cacio e pepe insieme ai piatti della cucina della tradizione piemontese cucinati da Nicoletta, accompagnano una grande bevuta. Alta Langa per iniziare, il vino bianco prodotto da Claudio, niente male. Un Barolo Villero 2008 di grande bevuta, di grande compagnia, ad onorare un’ottima serata, una bottiglia che si farà ricordare per anni. I due Baroli Bussia Riserva, uno ahimè era tappato, l’altro non era niente male ma ha perso la sfida con il Villero.
Abbiamo iniziato presto a cenare, la compagnia è fantastica, si continua a godere di vini fantastici chiacchierando e scambiandosi pensieri.
Claudio ci deve accompagnare ad Alba per ripartire l’indomani, così si conclude un’ottima giornata vissuta nelle Langhe, un’altra giornata che resterà indelebile tra i miei più grandi ricordi di errante.
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