Tre Bicchieri Abruzzo e Molise
Vini d’Italia 2021 del Gambero Rosso
Via Ottavio Gasparri, 13/17
Roma
www.gamberorosso.it
www.ilgourmeterrante.it
www.codivin.com
www.cantinaconforme.it
www.vinointorno.it
L’anno scorso 13, quest’anno 14. Voglio pensare, e lo dico che l’Abruzzo ha davvero tante potenzialità, ma anche tante incertezze. Ultimamente sono stato due volte in Abruzzo e lo grido al mondo. “l’Abruzzo non tradisce mai.” Vado con i miei piccoli commenti.
Con questo mio scritto eccomi, come ogni anno a pubblicare i Tre Bicchieri del Gambero Rosso. Come sempre qualcuno storcerà la bocca, ma ognuno è padrone di ciò che vuole fare della propria vita e a me questa cosa diverte. Sono un curiosone, mi diverte controllare, curiosare, confrontare con gli anni passati. Quest’anno continuo a commentare le regioni e i vini dopo aver trascorso tre giorni a Roma, dopo aver partecipato a tutti e tre i giorni di degustazione. Una volta ne ero veramente preso per tutto l’anno, non lo nego, con le guide ho imparato tante cose, oggi le metto in libreria e poche volte le vado a prendere, ma le voglio perché mi diverte averle e a volte consultarle.
Ecco l’elenco dei premiati con il commento, tra virgolette, per la regione da parte della redazione del Gambero Rosso:
I migliori vini dell’Abruzzo
Il panorama vitivinicolo dell’Abruzzo: mare, montagne, colline e ghiacciai
Negli occhi l’Adriatico, alle spalle le vette della Majella. È l’immagine che abbiamo ben impressa ogni volta che assaggiamo un vino abruzzese. La geografia regionale è speciale, con le vigne che si estendono in un canale compreso tra bellezze naturali: ci sono vigne che sentono il rumore del mare, altre si godono il silenzio della montagna. In pochi chilometri quadri troviamo mare, ghiacciai, colline, parchi naturali.
In questo contesto s’inseriscono i 29.530 ettari vitati regionali, grande protagonista è il Montepulciano d’Abruzzo, un rosso capace di leggere e tradurre tutta la complessità di un territorio così vario ed eterogeneo.
I Tre Bicchieri 2021 dell’Abruzzo
Sono 14 i Tre Bicchieri in quest’edizione della Guida, 5 i Montepulciano, si va dai vini freschi e fragranti della montagna, modellati dai venti freddi e dalla roccia, a quelli più ricchi e potenti alimentati dalla luce e dall’argilla, fino alle sensazioni più salmastre quando ci avviciniamo alla costa. Valentini va a segno con un’interpretazione di gran carattere, la 2015, accanto a lui troviamo Castorani, Illuminati, Tollo e Valle Reale. Ben tre i Cerasuolo d’Abruzzo premiati: Cataldi Madonna, Terraviva e Pepe, un tris di rosati d’autore.
In evidente crescita qualitativa il Pecorino, un bianco che ha giovato del successo di vendite degli ultimi anni virando verso profumi più complessi e minerali, da piccolo Riesling dell’Adriatico. Regala vini sempre più affilati e definiti, capaci di evolvere nel tempo con sorprendente grazia. Quattro i Tre Bicchieri: Codice Vino, Villa Medoro, Masciarelli e Feudo Antico. Infine, il Trebbiano d’Abruzzo, due i massimi riconoscimenti per la denominazione, con due versioni che godono di un surplus di affinamento in bottiglia. Parliamo del Trebbiano Solàrea di Agriverde e dell’eccellente Bianchi Grilli per la Testa di Torre dei Beati.
- 8½ Pecorino ’19 – Villa Medoro (ne saprete sicuramente più di me)
- Abruzzo Pecorino Castello di Semivicoli ’19 – Masciarelli (si sta tornando a ottimi livelli)
- Abruzzo Pecorino Sup. Tegèo ’18 – Codice Vino (non lo conosco e non lo voglio conoscere)
- Cerasuolo d’Abruzzo ’19 – Emidio Pepe (quest’annata non l’ho degustata)
- Cerasuolo d’Abruzzo Giusi ’19 . Tenuta Terraviva (non è male, ma per stare qui sempre a 90 punti dovrebbe arrivare)
- Cerasuolo d’Abruzzo Piè delle Vigne ’18 – Cataldi Madonna (Bonoooooo!)
- Montepulciano d’Abruzzo ’15 – Valentini (quest’annata non l’ho degustata)
- Montepulciano d’Abruzzo Amorino ’16 – Castorani (ne saprete sicuramente più di me)
- Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Zanna Ris. ’15 – Dino Illuminati
- Montepulciano d’Abruzzo Mo Ris. ’16 – Cantina Tollo (ha l’abbonamento)
- Montepulciano d’Abruzzo Vign. Sant’Eusanio ’18 – Valle Reale (qui si lavora bene assai)
- Trebbiano d’Abruzzo Bianchi Grilli per la Testa ’18 – Torre dei Beati (i grilli saltano. La testa e il corpo godono)
- Trebbiano d’Abruzzo Solàrea ’18 – Agriverde (ne saprete sicuramente più di me)
- Tullum Pecorino Biologico ’19 – Feudo Antico (ne saprete sicuramente più di me, ma molto di più)
I migliori vini del Molise
Il panorama vitivinicolo del Molise: non solo terra di confine
Territorio di frontiera, cerniera tra zone e regioni: sono queste, spesso, le definizioni che vengono date del Molise. Secondo noi un po’ superficialmente. Certo è vero che alcune analogie con le aree limitrofe – orografiche o climatiche per esempio, ma anche culturali o relative alle tradizioni gastronomiche – sono incontrovertibili. Ma è altrettanto vero che le comunità molisane riescono a conservare una loro forte identità. E quello che succede sul piano ampelografico è lo specchio di tutto ciò. Se da una parte infatti il montepulciano, l’aglianico, la malvasia, la falanghina, il greco sono vitigni “presi in prestito” da Campania, Abruzzo e Puglia, tuttavia i vini che si ricavano da queste uve in questa regione racchiusa tra i Monti della Meta e del Matese e la Costa Adriatica hanno poco a che vedere con gli omologhi confinanti, e sfoggiano di volta in volta i loro caratteri mediterranei o montani, austeri o leggeri dati dalle diverse aree di produzione.
Tutto sotto la bandiera della tintilia, il vero autoctono regionale di cui scoviamo ogni anno versioni più a fuoco e interessanti, sempre più indirizzate verso letture territoriali improntate alla conservazione delle caratteristiche della cultivar: il nostro plauso, in questo senso, va quindi a Claudio Cipressi, ad Antonio Grieco (Tenimenti Grieco) e a Michele Travaglini (Tenute Martarosa) per aver presentato alle nostre degustazioni vini buonissimi che solo per un soffio non hanno ottenuto i Tre Bicchieri.
I Tre Bicchieri 2021 del Molise
Premio che ancora una volta va esclusivamente all’azienda più storica della regione, la Di Majo Norante, che mette in campo un’altra grande prova del Don Luigi, un rosso dotato di grande struttura tannica e calore mediterraneo. Tutto bene quindi? Non proprio. Già lo scorso anno, lamentavamo il fatto che ancora troppo poche aziende decidono di partecipare alle nostre selezioni. Purtroppo anche quest’anno dobbiamo fare la stessa rimostranza. Ci piacerebbe poter accrescere lo spazio da dedicare alle migliori realtà vitivinicole della regione, ma per farlo dobbiamo avere una maggiore base di aziende con le quali confrontarci. Il nostro impegno nei prossimi anni andrà verso questo obiettivo. Speriamo anche quello dei produttori molisani.
- Molise Rosso Don Luigi Ris. ’16 – Di Majo Norante (ha l’ abbonamento. Solo e sempre lui)
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