Tre Bicchieri Lombardia
Vini d’Italia 2021 del Gambero Rosso
Via Ottavio Gasparri, 13/17
Roma
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L’anno scorso 26, quest’anno 27. Nel leggere l’elenco mi viene da pensare: ma Balgera manderà i campioni al Gambero Rosso? In Lombardia ci sono vini e spumanti degni di nota, anche se mancano da troppo tempo due aziende che mi piacciono tanto, sono Cavalleri e Gatti. In questo elenco ci sono vini che mi sono piaciuti durante la degustazione.
Con questo mio scritto eccomi, come ogni anno a pubblicare i Tre Bicchieri del Gambero Rosso. Come sempre qualcuno storcerà la bocca, ma ognuno è padrone di ciò che vuole fare della propria vita e a me questa cosa diverte. Sono un curiosone, mi diverte controllare, curiosare, confrontare con gli anni passati. Quest’anno continuo a commentare le regioni e i vini dopo aver trascorso tre giorni a Roma, dopo aver partecipato a tutti e tre i giorni di degustazione. Una volta ne ero veramente preso per tutto l’anno, non lo nego, con le guide ho imparato tante cose, oggi le metto in libreria e poche volte le vado a prendere, ma le voglio perché mi diverte averle e a volte consultarle.
Ecco l’elenco dei premiati con il commento, tra virgolette, per la regione da parte della redazione del Gambero Rosso:
I migliori vini della Lombardia 2021
La varietà del panorama vitivinicolo della Lombardia
Numeri alla mano, la Lombardia è la prima regione agricola italiana per superficie dedicata all’agricoltura, il 69% del territorio, forte di 50mila aziende che lavorano la terra. Per quanto riguarda il vino, sono 22.900 gli ettari vitati, con la provincia di Pavia a farla da padrone: l’Oltrepò Pavese da solo produce il 65% del vino regionale.
Il ritratto che viene fuori dalle nostre degustazioni? Estremamente positivo e vitale, già a partire dal numero dei Tre Bicchieri, 27, record assoluto. La Lombardia conferma la sua vocazione per la spumantistica, è di gran lunga la regione italiana con più bollicine premiate, tutte elaborate con il Metodo Classico.
I Tre Bicchieri 2021 della Lombardia
La Franciacorta strappa 10 Tre Bicchieri dimostrando una solidità sempre più evidente; la denominazione si sta muovendo molto bene sia sul piano della sostenibilità – quasi la totalità degli ettari viene lavorata in biologico – sia sul piano qualitativo. I dosaggi zuccherini sono sempre più contenuti, le cuvée acquisiscono sempre più definizione e carattere, con il pinot nero a farsi spazio in una strada storicamente tracciata dallo chardonnay. E a proposito del vitigno più difficile al mondo, l’Oltrepò porta a casa ben 5 Tre Bicchieri con il Metodo Classico da uve pinot nero.
Gli altri Tre Bicchieri del Vecchio Piemonte arrivano dal comparto dei rossi, con un pregiato Pinot Nero, un potente Buttafuoco Storico e un Oltrepò Pavese Rosso che porta con sé il nome del vigneto, il Cavariola di Bruno Verdi.
Altra prova di carattere per il Lugana, un terroir che ha ormai raggiunto una sua piena maturità, con tre vini premiati e tanti vini apprezzati e ricercati in tutto il mondo.
Ci spostiamo di pochi chilometri, in Valtènesi, per una denominazione in rosa che ha trovato nuovo slancio; il Chiaretto, il cosiddetto vino di una notte, può invecchiare con straordinaria grazia e articolazione come dimostra il Molmenti, da uve groppello, proposto da Mattia Vezzola.
Completano la gamma dei Tre Bicchieri cinque perle valtellinesi firmate da Ar.Pe.Pe, Fay, Dirupi, Mamete Prevostini e Nino Negri. In bottiglia finisce anche il respiro delle Alpi.
- ‘More Pas Dosé M. Cl. – Castello di Cigognola (ne capirete sicuramente più di me… molto di più)
- Franciacorta Brut Eronero ’12 – Ferghettina (un gran buon spumante)
- Franciacorta Brut Secolo Novo ’12 – Le Marchesine (lo risentirei con piacere)
- Franciacorta Dosage Zéro ’11 – Castello Bonomi (ne capirete sicuramente più di me)
- Franciacorta Dosage Zéro Naturae ’16 – Barone Pizzini (imperioso)
- Franciacorta Dosage Zéro Vintage Collection Noir ’11 – Ca’ del Bosco (se avessi i soldi ne comprerei un cartone)
- Franciacorta Dosaggio Zero Ris. ’13 – Lo Sparviere (ne capirete sicuramente più di me)
- Franciacorta Extra Brut ’15 – Ricci Curbastro (ne capirete sicuramente più di me)
- Franciacorta Extra Brut EBB ’15 – Mosnel (tra gli spumanti più buoni che esistano… non solo in Italia)
- Franciacorta Extra Brut Extreme Palazzo Lana Ris. ’09 – Guido Berlucchi & C. (ne capirete sicuramente più di me)
- Franciacorta Non Dosato Grande Cuvée Alma – Bellavista (ne capirete sicuramente più di me)
- Lugana Fabio Contato Ris. ’18 – Cà Maiol (ne capirete sicuramente più di me)
- Lugana Madreperla Ris. ’18 – Perla del Garda (niente male, piacevolezza)
- Lugana Menasasso Ris. ’16 – Selva Capuzza (non l’ho degustato)
- Nature M. Cl. – Monsupello (adoro. Monsupello non tradisce mai)
- OP Buttafuoco Storico V. Solenga ’16 – Fiamberti (una buona sorpresa, lo avevo degustato di un’altra annata, questa la supera)
- OP M. Cl. Extra Brut Rosé NorEma ’17 – Calatroni (i fratelli Calatroni sanno come fare spumanti di qualità)
- OP Pinot Nero Brut M. Cl. 1870 ’16 – Giorgi (non male)
- OP Pinot Nero Dosaggio Zero Farfalla Cave Privée ’11 – Ballabio (il mio migliore assaggio di tutti i tre giorni. Spumante di notevole livello. Si candida a diventare uno dei tre migliori spumanti per l’anno 2020)
- OP Pinot Nero Pernice ’17 – Conte Vistarino (ne capirete sicuramente più di me)
- OP Rosso Cavariola Ris. ’16 – Bruno Verdi (bottiglia moscia in degustazione, peccato)
- Valtellina Sforzato Corte di Cama ’18 – Mamete Prevostini (loro sono la storia della Valtellina)
- Valtellina Sfursat 5 Stelle ’17 – Nino Negri (un ottimo 5 Stelle)
- Valtellina Sup. Grumello Ris. ’17 – Dirupi (loro la stanno facendo la storia della Valtellina)
- Valtellina Sup. Sassella Nuova Regina Ris. ’13 – Ar.Pe.Pe (loro sono la storia, il presente e il futuro della Valtellina)
- Valtellina Sup. Valgella Carterìa Ris. ’16 – Sandro Fay (non era male)
- Valtènesi Chiaretto Molmenti ’17 – Costaripa (ne capirete sicuramente più di me)
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