Tre Bicchieri Valle d’Aosta
Vini d’Italia 2021 del Gambero Rosso
Via Ottavio Gasparri, 13/17
Roma
www.gamberorosso.it
www.ilgourmeterrante.it
www.codivin.com
www.cantinaconforme.it
www.vinointorno.it
L’anno scorso 6, quest’anno 6. Leggendo l’elenco mi viene da esclamare: quanto si beve bene in Valle d’Aosta. Qui si fanno vini… non si fanno le “pennellate”, i vini costruiti, qui le cisterne non arrivano di certo.
Adoro il Pinot Grigio di Lo Triolet. Per il resto dei premiati, dal mio piccolo commento si deduce che sono vini che mi piacciono, mi piacciono i vini e le aziende che li producono. Ecco mi va di mettere lo stesso scritto dell’anno scorso.
Con questo mio scritto eccomi, come ogni anno a pubblicare i Tre Bicchieri del Gambero Rosso. Come sempre qualcuno storcerà la bocca, ma ognuno è padrone di ciò che vuole fare della propria vita e a me questa cosa diverte. Sono un curiosone, mi diverte controllare, curiosare, confrontare con gli anni passati. Quest’anno continuo a commentare le regioni e i vini dopo aver trascorso tre giorni a Roma, dopo aver partecipato a tutti e tre i giorni di degustazione. Una volta ne ero veramente preso per tutto l’anno, non lo nego, con le guide ho imparato tante cose, oggi le metto in libreria e poche volte le vado a prendere, ma le voglio perché mi diverte averle e a volte consultarle.
Ecco l’elenco dei premiati con il commento, tra virgolette, per la regione da parte della redazione del Gambero Rosso:
I migliori vini della Valle d’Aosta
Il panorama vitivinicolo della Valle d’Aosta
È vero che la Valle d’Aosta, in proporzione agli ettari vitati (che rimangono intorno ai 400), è la regione che ottiene più Tre Bicchieri. Certamente abbiamo grande rispetto e anche un pizzico di ammirazione per i viticoltori che tutti gli anni coltivano come fossero veri e propri giardini i loro vigneti, spesso addirittura difficili da raggiungere a piedi e ancora più stremanti da lavorare, ma i nostri premi non hanno nulla a che fare con questi sentimentalismi. Vanno ai grandi vini e solo ai grandi vini che la regione è in grado di offrire.
Se pensiamo che per molto tempo le vigne sono state piantate in prossimità delle abitazioni contadine per meri motivi di comodità, senza alcun tipo di studio sui terreni o sul microclima o ancora sulle le rispettive interazioni con i diversi vitigni, allora si capisce come il potenziale qualitativo del vigneto Valle d’Aosta è ancora in buona parte sconosciuto. Purtroppo è difficile chiedere a vigneron e cantine sociali di farsi carico di questo fardello, se non in minima parte. La passione e l’entusiasmo, che a dire il vero negli ultimi anni abbiamo scorto più nei vignaioli privati che nelle realtà pubbliche o cooperative, aumentano la voglia di provare nuove strade. Cionondimeno, nei vini valdostani la qualità è presente in modo omogeneo e la regione conferma i sei Tre Bicchieri dello scorso anno.
I Tre Bicchieri 2021 della Valle d’Aosta
La grande differenza rispetto al passato è che, malgrado le belle parole spese lo scorso anno sulla ricchezza ampelografica della regione, in questa edizione della Guida i Tre Bicchieri premiano esclusivamente vini bianchi di cui un Passito. Non si tratta certamente di una bocciatura dei vitigni e dei rossi regionali, che non hanno sfigurato e che in futuro torneranno a sorridere, ma di una conferma dei nostri pensieri. Da tempo sosteniamo che le specificità morfologiche e climatiche della Valle, con le importanti escursioni termiche, facilitano la produzione di bianchi freschi e profumati, attualmente i più ricercati dai consumatori.
La Petite Arvine Sopraquota 900 ’19 di Rosset Terroir grazie alla sua finezza olfattiva e alla sua tensione gustativa, rappresenta l’esempio evidente della vocazione di tanti vigneti valdostani per la produzione di bianchi di caratura mondiale. Lo stesso Elio Ottin conferma la sua dimestichezza con il vitigno di origine svizzera. I Tre Bicchieri a Anselmet e Les Crêtes (Chardonnay) e Lo Triolet (Pinot Gris) issano i rispettivi vini a vere e proprie icone dei grandi bianchi del nostro Paese. Infine si chiude con il premio al Muscat Flétri di La Vrille che entra anche lui di diritto nel ristretto novero dei grandi viticoltori italiani.
- Sopraquota 900 ’19 – Rosset Terroir (forse nella degustazione non era il suo giorno, degustato tre volte… non mi ha convinto)
- Valle d’Aosta Chambave Muscat Flétri ’18 – La Vrille (ormai un buon classico per i vini dolci italiani)
- Valle d’Aosta Chardonnay Cuvée Bois ’18 – Les Crêtes (se avessi i soldi ogni anno ne comprerei un cartone)
- Valle d’Aosta Chardonnay Mains et Coeur ’18 – Maison Anselmet (qualcosa di veramente notevole)
- Valle d’Aosta Petite Arvine ’19 – Elio Ottin (peccato che alla degustazione non c’era, ma è un vino ottimo)
- Valle d’Aosta Pinot Gris ’19 – Lo Triolet (peccato che alla degustazione non c’era, ma è un vino ottimo assai)
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