Chianti Classico Collection 2022
Stazione Leopolda – Firenze
21-22 marzo 2022
Il gallo nero, i produttori, le unità geografiche. Uno per tutti, tutti per voi.
www.chianticlassico.com
Quando mi è arrivata l’email in cui mi si proponeva di partecipare a una degustazione durante la Collection del Chianti Classico dal nome. “Il Chianti Classico in nove decadi”, non ho esitato un attimo nel confermare la mia partecipazione. Il giorno prima mi programmo la sveglia, un quindici minuti prima dell’ora stabilita. All’ora prestabilita mi avvicino alla sala degustazione. Non mi siedo mai in prima fila, ma in seconda certo che si. Sullo schermo si ripete il nome della degustazione con in più la scritta… dal 1949 ad oggi.
A questo punto voglio iniziare dalla fine dal post che ho fatto su istagram e facebook, sommariamente il post diceva: “Che spettacolo è stato!”
Mentre aspetto mando la foto del palco e dello schermo a un mio carissimo amico, lui nel vedere la foto mi scrive: “La degustazione la conduce Filippo Bartolotta, goditelo fino alla fine, è ammirevole!”
Ancora un altro stimolo a pensare di godere tantissimo. Nel sedermi trovo dieci bicchieri, penna, un piccolo block notes dal colore rosso, mi piace, con la scritta CHIANTI CLASSICO e l’immancabile gallo nero. Decido di scrivere le mie cose sul notes omaggiatomi.
Sul palco il Bartolotta e il presidente del Consorzio Chianti Classico Giovanni Manetti, la sala si è riempita con i produttori dei vini presenti alla degustazione e vari giornalisti italiani e del resto del mondo, tutto può iniziare. Da parte mia parlerò dei vini che ho avuto nei miei bicchieri.
Il primo vino è: Casa Vinicola Barone Ricasoli – Brolio Riserva Chianti Classico DOC 1949. Colore trasparente in leggera caduta, lo annuso dal profumo sento vita, lo degusto, la bocca è piacevolissima, freschezza sorprendente, il mio pensiero va a dire: ce ne fossero di vini con questa freschezza quando sono giovani. Mentre ci servono il secondo vino e Filippo intriga con gli accadimenti di quell’anno, lo farà per tutte le annate senza annoiarmi mai, il sorso del vino si allunga fino a catturare tutte le mie papille gustative, mi piace tanto (93), in un attimo arriva acidità intrigante, la piacevolezza aumenta fino a farmi aumentare con piacere il punteggio di due punti (95). Inizio sorprendente, godo!
Il secondo vino è: Badia a Coltibuono – Chianti Classico Riserva DOC 1958. Di questa azienda ho bevuto qualche annata vecchia, davanti a questa bottiglia resto estasiato, per me la migliore di ogni tempo. Profumi ematici, colore leggermente stanco, lo annuso ancora, il sanguigno combinato con un’ottima frutta aumenta, lo degusto, resto basito, mi piace, ne faccio un altro sorso, va giù, diventa ogni attimo sempre più intrigante, lo aspetto per dargli un punteggio definitivo… alla fine decido per un ottimo 95, lo spettacolo è appena iniziato.
Il terzo vino è: Castello di Monsanto – Chianti Classico Riserva DOC 1969. Colore bellissimo, profumi infiniti, un beva incredibile. Tutto in equilibrio, ma una cosa balla forte… il cuore, batte pieno di emozioni, quasi piango da quanto è grande questo Poggio, lo degusto ancora, prendo il mio bicchierino per sputarlo, invece va giù, ne voglio ancora, lo bevo, me lo godo strafelice di avere davanti un vino di incredibile bontà (98). Bottiglia che si candida a essere una delle mie preferite per l’anno 2022.
Il quarto vino è: Villa Calcinaia Conti Capponi – Chianti Classico DOCG 1975. Profumi non invasivi ma intriganti, colore vivo, leggermente scarico ma vivo. Beva divertente, mi viene da sorridere pensando a Sebastiano Capponi, alla sua simpatia. Immagino di stare insieme a lui a bere questo 1975 essendo sicuro che gli riderebbe anche la barba, altra ottima bottiglia (92).
Il quinto vino è: Tenute Marchesi Antinori – Chianti Classico Riserva DOCG 1985. Dai profumi sembra un vino di oggi, colore vivo acceso, beva fresca, frenata un po’ dal legno, stringente, l’acidità lo aiuta a scorrere in bocca. Continuo a degustarlo, peposo, vivo, lo aspetto un attimo e determino il punteggio a 90.
Il sesto vino è: Lamole di Lamole – Chianti Classico Riserva DOCG 1993. Profumi ruffiani ma fini, in bocca piacevole, l’acidità è forte, troppo, ne blocca la beva, vino che potrebbe reggere per tanti anni ancora (87). Mi dileguo un attimo dalla degustazione pensando al territorio di Lamole. Un territorio fantastico sempre più in mano ad aziende troppo grandi per dare attenzione alla bellezza di certi terreni. Spero tanto che non sia così.
Il settimo vino è: Bandini Villa Pomona – Chianti Classico DOCG Riserva 2009. Dai profumi si evince la passione che c’è in questa bottiglia, ho bevuto diverse volte annate vecchie di questa azienda, nelle riserve il legno a volte è predominante, oggi sono sorpreso, il vino sta assorbendo al meglio i legni, arriva il calore di una beva intensa, intrigante, piacevole, felice di trovarlo in questo stato, lo degusto ancora, anzi lo bevo e godo di un ottimo vino (94).
L’ottavo vino è: Poggerino – Chianti Classico DOCG Bugialla 2014. Leggo il nome del cru e mi viene in mente lo splendido vigneto da dove nasce questo vino, mi viene in mente l’eclettico produttore Piero Lanza, le sue lunghe macerazioni, la bellezza di andarlo a trovare. Passo al vino che emana profumi intensi di piacevolezza, ripenso a quello che scrissi davanti alle annate 2014: il produttore che si è preso ciò che gli ha dato la natura ha saputo fare vini fini e piacevoli. La conferma è in questa bottiglia, è il vino che mi porterei a cena per quanta piacevolezza esprime, complimenti grandi a Piero che ci ha regalato anche in questa annata un’ottima Bugialla (93).
Il nono vino è: Dievole anteprima Chianti Classico. L’acidità a 6,50 gli imprime un gran futuro, oggi si sente la sua gioventù, si fa apprezzare lo stesso, intriga. Un vino da risentire il prima possibile, dopo aver fatto bottiglia, oggi si becca 88+.
Il decimo vino è: prima di tutto una sorpresa, una gran cosa in più di una degustazione già di per se eclatante. Castell’in Villa – Chianti Classico Riserva DOCG 1995. Profumi che mi fanno sobbalzare dalla sedia, tanto sono affascinanti, non vedo l’ora di degustarlo di berlo, la voglia viene appagata spaventosamente, acidità, piacevolezza, il vino avvolge tutto il palato in maniera incredibile, grazie a chi ci ha donato quest’altra chicca di un territorio che adoro (96).
Alla fine di tutto dico di essermi gustato in tutti i vini il viso di Giovanni Manetti, un viso orgoglioso davanti ai vini di questo consorzio che lui sta rappresentando con la immensa signorilità che lo contraddistingue.
Con il suo modo fantastico di parlare, fa un elogio bellissimo alle donne che oggi lavorano e rappresentano il Chianti Classico con le loro aziende. Chiama tutti i produttori sul palco e io con gioia, con emozione vado a scattare foto a più non posso. Mi avvicino a Filippo Bartolotta facendogli i complimenti per come ha condotto la degustazione. Non si è sentito mai un brusio di stanchezza, quando è così il relatore può ritenersi soddisfatto alla grande, non ha annoiato nessuno, anzi ha piacevolmente condotto una degustazione spettacolare. Scatto foto ai produttori che emanano sorrisi orgogliosi, ai vini che mi hanno soddisfatto ampiamente. Vado via felice e pronto a raccontarvi il tutto… ecco l’ho fatto.
Qualche giorno dopo mi ha scritto Silvia Fiorentini capo ufficio stampa del consorzio chiedendomi le foto che avevo fatto, con immenso piacere gliele ho messe tutte a disposizione, oggi le riporto qui orgoglioso di averle fatte… mi piacciono assai.
Grazie per una degustazione che ricorderò per sempre.
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