Sora Maria & Arcangelo
Via Roma, 42
Olevano Romano (Rm)
Montevertine
Loc. Montevertine
Radda in Chianti (Si)
29 Agosto 2015
Tutto è nato durante uno dei tanti pranzi e cene di Paolo Gherardi de Candei da Sora Maria e Arcangelo, lui alla vista di un jeroboam 1990 di Pergole Torte chiese a Giovanni, titolare e cuoco del ristorante, che cifra voleva per questa bottiglia. Giovanni rispose: Questo gioiello non è mio, è qui perché io lo conservi per una grande occasione, è di Gilberto Scapigliati, chiedilo a lui. Paolo senza esitare un attimo chiese a Gilberto quanto ne voleva, Gilberto rispose, e meno male, è una bottiglia che non si vende, è una bottiglia che si potrebbe condividere con belle persone. Paolo conoscendo molto bene i titolari di Montevertine gli ha proposto il pranzo che è stato fatto oggi. Martino Manetti e Liviana Midolini titolari di Montevertine hanno portato bottiglie degli anni ’80, Paolo ha portato altre bottiglie vecchie dell’azienda, altri hanno portato altre bottiglie, il tutto fino ad arrivare a 16 persone, il tutto a metterci seduti a un tavolo bellissimo apparecchiato perfettamente, ognuno con 5 bicchieri davanti, in tutto 16 persone che si conoscevano tra di loro, o quasi, alla fine si conoscevano tutti, tanta è stata l’intensità dei momenti vissuti. Mentre si aprono le bottiglie si parla tra di noi, l’attesa merita l’evento, manca solo una persona si chiama, è in ritardo, si decide di iniziare. Adesso descrivere i vini uno per uno non è il caso, io metterò le sensazioni di quei momenti durante il pranzo. Per il pranzo non mi dilungherò con elogi, perché potrei essere di parte, quindi nel leggere prendete le sensazioni che vi trasmetto, saranno sensazioni di piacere assoluto. Ci si siede e il primo brindisi si fa con un bianco del 2007 da trebbiano e malvasia, uve trovate in una vigna poi innestata, vino prodotto solo in quest’annata (84). Intanto arriva il pane. Il nostro pane, il pane del ristorante, da grano Solina integrale macinato a pietra dall’Az. Agricola Poggi di Paolo Poggi e di Poggi Alessandro, panificato dal maestro Bonci Gabriele, panini da farine bio forno La Terra di Olevano Romano. A questo pane e questi panini è difficile resistere. Ancora vini bianchi: M 1999 l’unica volta che sono andato in questa azienda era l’ultima volta che è stato fatto l’M ed era proprio questa annata qui. Quindi un po’ di emozione c’è stata anche perché era davvero buono (86). Arriva il benvenuto, la melanzana fritta, ripiena di provola con salse al pomodoro e un po’ di maionese. Intanto si apre un’altra annata di M la 1990, sa’ di tappo peccato. Si passa a un vino particolare dal nome Thea di Maggio 1992, vino da sangiovese raccolto dopo quaranta giorni di pioggia nel novembre del 1992, un vino particolare, potrebbe essere un rosato, invece si sentono sapori indefiniti ma buoni (83). Arriva un piatto incredibile, figlio dei nostri boschi: Insalata di ovuli locali, gran cacio dell’azienda Scarchilli a Morolo (Fr) 36 mesi e olio evo di Blera. Davanti alla natura nel piatto io resto in silenzio … e godo. Arriva un altro antipasto, ormai un classico del ristorante: Il fiore di zucca croccante farcito alla ricotta di bufala, zucchine novelle trifolate e pomodoro passito. Tutto scrocchia, la ricotta è buonissima, il tutto gusta tanto. Un piatto che mi viene esaltato spesso quando erro per altri luoghi. Arriva intanto l’ultimo bianco M 1983 (87) quando un bianco resiste al tempo, 32 anni per sorprenderci. Ultimo antipasto e primo rosso. Insalata caldo fredda di trippa di vitello in salsa gaspacho con fagiolo a suricchio, antica varietà locale, pecorino e menta. Un piatto che mi piace assai. Il Cannaio 1994 (85) eccolo il primo rosso, ecco il primo stop. 641 bottiglie prodotte, vino imbottigliato per l’Enoteca Pinchiorri. Lo stop alla cucina è per aprire finalmente la star della giornata, Le Pergole Torte 1990 (Jeroboam). Si decanta e si appura che sta bene. Durante lo stop si apre e si degustano i seguenti vini: Montevertine Riserva 1994 (88) un vino che davvero accompagna le domande e le chiacchiere dei commensali in maniera sublime. Montevertine Riserva 1995 (85) scende di meno e si fa preferire di meno del precedente. Il Sodaccio 1998 (tappo), Il Sodaccio 1997 (87). Arrivano i cannelloni intanto: I Cannelloni della Sora Maria & Arcangelo ripieni al pasticcio di vitellone gratinati al pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese – Nocerino e fior di latte a latte crudo della Società Artigiana Scarchilli. Io non posso dire nulla qui … è la storia che parla. Arriva nel bicchiere un grande vino: Le Pergole Torte 1998 (94) eccolo il primo capolavoro, mi sono appoggiato alla sedia e ho detto dentro di me, dentro al mio cuore: Ecco mangiare i cannelloni sempre abbinandoci questo vino sarebbe capire che la vita è di una grandezza infinita. Ancora un vino non conosciuto, Martino Manetti lo chiama “il panchinaro” 1989 l’ottantanove di Sergio Manetti (89), una gran sorpresa. Adesso mentre scrivo mi ritorna in mente un vino incredibilmente ottimo: Il Cannaio di Montevertine 1986 (96) un vino strepitoso, ti mette KO sulla sedia, ma non per la violenza, per la bontà infinita, non so per quanto tempo non ho parlato preso dall’estasi di vivere questi momenti. Con questo vino arriva un piatto pensato ed eseguito in questi giorni di funghi porcini locali: Le fettuccine tirate al mattarello con farina di grano duro senatore Cappelli macinata a pietra Az. Agricola Poggi: cereali d’autore, animelle di vitella e funghi porcini. Un piatto incredibilmente ricco di sapori, di piacere, di … sei di parte fermati. L’abbinamento è perfetto. Finalmente dopo una bottiglia fantastica arriva la star della serata il jeroboam di Le Pergole Torte 1990 lo si degusta con il gran filetto di bove bardato alla pancetta, cappello di fungo porcino, ratatouille di verdure e leggera fonduta di provola affumicata, forse mi aspettavo di più (90) ma l’abbinamento con questo piatto me lo fa godere tanto. Mi prendo il mio tempo anche se il filetto si fredda, ma ho voglia di risentirlo in vari momenti e in varie fasi della bottiglia. Il giudizio non cambia, il piacere nemmeno, si brinda tutti insieme a questo momento che resterà indelebile per sempre. Spezza l’emozione l’arrivo del mini cornetto gelato, e meno male. Il dolce di questa piccola bontà fa passare l’emozione. Intanto si versa la bottiglia coperta, mi piace, si aspetta il dolce e si tira a indovinare che cosa sia, Martino dice Sardegna e … arriva il dolce: Torta semifreddo alle more selvatiche dei monti Simbruini, un dolce da restare a bocca aperta perché è già pronto il prossimo boccone tanta è l’intensità di queste more, un dolce da bis, tris e … Sardegna è il vino, è l’Anghelu Ruju Vino Liquoroso 1967 (90) delle Tenute Sella & Mosca. Si è aperto anche un Chianti Classico del 1980, purtroppo sfinito dal tempo. Si è aperto anche un Habemus 2012 dell’azienda San Giovenale a Blera (Vt) a richiesta di tutti, un vino che conosco dalla prima annata e ogni volta mi fa dire si è un grande vino, ma il grandissimo ancora deve arrivare, c’è tutto per fare un vino grandissimo. In conclusione che dire? Un pranzo, un attesa, vini che resteranno nella mente, nel cuore per tempo immemore, come immemore è la grandezza del ristorante Sora Maria & Arcangelo, come immemore è la bontà, la delicatezza, la complessità, la piacevolezza dei vini di Montevertine. Partecipare a questo pranzo, all’apertura di queste bottiglie, alla degustazioni di tali vini è stato un piacere grande. Grazie a chi mi ha dato l’opportunità di esserci.
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