Azienda Agricola Biodinamica
Palazzo Tronconi con Agriturismo
Via Corte Vecchia, 44
Via Col Leone snc
Arce (Fr)
Sfido chiunque a dire che ha sentito parlare di questi cinque uvaggi tutti insieme: Maturano Bianco e Rosso, Lecinaro, Pampanaro e Capolongo. Ecco, qui a Palazzo Tronconi si può, non solo si può parlare di loro ma si possono anche degustare, siamo ad Arce in provincia di Frosinone, questi uvaggi sono stati riscoperti dall’esuberante factotum di questa azienda, lui è Marco Marrocco, il suo lavoro principale è un altro, ma lui nella sua esuberanza ha tante passioni, tra cui questa del vino … e di farlo lui, il vino. Qualche anno fa decide di interessarsi a tutto ciò che gira intorno al mondo del vino, quindi viaggi in Francia e in Italia, diventa sommelier AIS e pianta i vigneti, nel 2013 raccoglie poco, una grandinata gli fa perdere mezzo raccolto, nel 2014 l’annata non è delle migliori. Nonostante tutto oggi abbiamo davanti già due annate dei suoi vini. I suoi vigneti vengono coltivati in biodinamica, di conseguenza qualsiasi prodotto chimico non viene usato in cantina, i vini seguono il loro ciclo naturale, con lieviti indigeni, non vengono né filtrati, né stabilizzati, né chiarificati e né pastorizzati. Conosco Marco da più di un anno e ogni volta scopro sempre di più la sua determinazione a fare le cose per bene. In progetto ci sono altri reimpianti, sempre di questi 5 uvaggi, spero, e cosa più importante la costruzione della cantina. Dal primo giorno che ho visto le sue etichette, anche prima di conoscere lui, mi è venuta la voglia di sentire i suoi vini, la prima volta eravamo in una manifestazione, dove non era possibile degustarli bene, nonostante tutto mi piacque la loro pulizia, sia negli odori che nel sapore. Poi è capitato altre volte di sentire il suo bianco Fregellae 2013, un vino senza alcun difetto, molto piacevole che ti dice: Vuoi scommettere su di me? A me non è mai piaciuto scommettere, in questo caso però non scommetterei soltanto sul Fregellae, ma su di lui e quindi sui vini che verranno prodotti da questi uvaggi in particolare. Veniamo alla visita, lui il sabato organizza delle visite nelle vigne, per poi finire nello splendido agriturismo in paese dove si fa una merenda con degustazione. Prima le vigne, sia quelle già piantate sia le nuove, peccato che aveva appena piovuto, non si è potuto passeggiare piacevolmente, nonostante tutto mi è piaciuto il vento, mi sono piaciuti i vigneti, Marco ha spiegato i suoi progetti con tutta la grinta che lo contraddistingue. Dopo le vigne ci siamo trasferiti ad Arce dove sta il suo agriturismo e la sua piccola cantina. Quindi cantina, la storia del Palazzo e si sale sopra, dire bello a un posto così è poco, vale la pena venirci. Un tavolo imbandito ci accoglie e i bicchieri sono pronti per la degustazione. Oggi a Palazzo Tronconi si producono sei vini ed eccoli qua:
Fatia 2014 (??) il nome deriva dal dialetto arcese e significa Fatica, questi sono uvaggi diversi da quelli di cui abbiamo parlato e spero davvero che siano provvisori, malvasia puntinata 90% e trebbiano 10%, questo vino viene affinato in botti di acciaio.
Fregellae 2014 (85) il nome deriva da una località dove c’era una colonia romana, il vino viene prodotto con i tre uvaggi autoctoni sopra menzionati, pampanaro, maturano bianco e capolongo, un vino che mi piace, lo seguirò perché merita, mi piace la sua acidità, mi piace il suo palato, mi piace oggi e mi era piaciuto anche il 2013.
Mocevò 2014 (83) significa attimo in dialetto arcese, gli uvaggi sono: sangiovese 85% e merlot 15% solo 800 bottiglie per un vino che nelle sue spigolature si fa bere.
Lauterie 2014 il nome deriva da Lauterio il padre di Marco (??) da syrah 100%, vino giovane che sa dirti solo aspettami.
Donnicò 2014 dedicato a Don Nicola che combattè il 27 maggio 1849 contro Garibaldi che voleva conquistare il paese. Il vino viene prodotto con olivella 65% e syrah 35% oggi questo è quello che mi è piaciuto di meno, ma all’olivella ci credo.
Zitore 2014 (85+) eccolo il mio vino preferito dell’azienda, il nome deriva da zio Salvatore chiamato Tore, , l’uvaggio è Lecinaro 100%, lo seguirò mi piace tanto, mi piace la sua bevibiltà, i suoi profumi, i suoi misteri dati da questo vitigno auotoctono tutto da scoprire.
Si è fatta sera, uno splendido tramonto accompagna la fine della degustazione, si scambiano i saluti, si fanno due chiacchiere parlando di biodinamica di fermentazioni, si stuzzica ancora qualcosa, si riassaggiano i vini, insomma un bel pomeriggio che consiglio a tutti.
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