Grifalco azienda dell’anno 2015

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Grifalco Vini
Località Pian di Camera C.P. 102
Venosa (Pz)
www.grifalco.com

Diversi anni fa, dietro a un banco di assaggio di una degustazione, ho conosciuto  Cecilia Naldoni, che tutto sembrava meno che una signora che proveniva dal Sud, quindi la domanda mi venne immediata: “ che ci fai in Basilicata?”  Lei mi rispose: “io sono di vicino Roma e con mio marito avevamo un’azienda in Toscana, non ci piaceva più il modo di fare vino in quella zona, quindi eccoci nel Vulture a produrre vini dal 2004, eccoci in Basilicata, eccoci al Sud, ecco i nostri vini, li vuoi assaggiare?”  Mi aveva conquistato, assaggiai i suoi vini che però non mi convinsero appieno. Negli anni li ho degustati spesso, li ho comprati, li ho ordinati anche in qualche ristorante. E stavolta, ogni volta mi convincevano di più. Poi quest’anno eravamo in una degustazione e così quasi per gioco chiesi a Cecilia: “se organizzo la mia prima degustazione, facciamo una verticale dei tuoi vini?” La risposta fu: “certo che si e la facciamo condurre da?”  Passava un amico in quel momento, l’amico era Riccardo Silla Viscardi, non fece nemmeno finire l’invito che già aveva accettato. Quel giorno i vini erano davvero buoni. Arrivò la manifestazione Sorsi di Vino, arrivò che faceva un caldo da andare al mare, arrivò che tutto era meno che fare una verticale di vini rossi. Con Cecilia qualche giorno prima decidemmo i vini, i vini erano otto e chiamammo la verticale: Quattro vini di otto annate diverse. Alla degustazione ci parteciparono gli amici/che di tanti momenti belli di quest’anno, io purtroppo andavo e venivo, alla fine di questa degustazione i commenti mi arrivarono e anche io sentii gli otto vini, i commenti furono: buoni e ottimi vini, uno differente dell’altro, bella e buona degustazione. Davvero una sorpresa. Un giorno mi arrivò un messaggio da un amico che era anche quel giorno alla verticale, lui del Vulture sa tutto, il messaggio mi invitava a stare due giorni in Vulture per una degustazione di aglianici e a visitare Grifalco. Accettai subito con grande entusiasmo, dopo il primo giorno passato a degustare gli aglianici, arrivò il giorno dedicato al turismo e a Grifalco. Ero molto felice di appurare dal vero la realtà di questa azienda. L’appuntamento era in tarda mattinata nella nuova cantina che sta sorgendo a Maschito, qui ci sono le vigne che danno il vino Damascito, vigne belle e uva davvero bella in una stagione che promette grandi vini. Da qui ci si sposta nelle vigne di Serra del Prete, le vigne più giovani, mi piacciono tantissimo, un piccolo appezzamento che adoro già al primo passo fatto in questo terreno. Da qui ci si sposta in azienda e in cantina, questa resterà la cantina principale. La presentazione dell’azienda avviene davanti a una pigiatrice appena comprata, dire che è un gioiello è poco, immagino già l’uva di quest’anno macinata con questa macchina che vino possa dare. “Dopo 20 anni di produzione in Toscana ci siamo trasferiti qui comprando vigneti su colline tra i 450 e i 580 metri di altezza sul livello del mare. Alcune vigne acquistate hanno un’età di oltre 80 anni. Siamo in 4, io, mio marito Fabrizio, mio figlio Lorenzo che fa l’enologo e ha comprato un’altra azienda, infine Andrea che si dedica al commerciale”,  non solo, aggiungo,  io visto quello che ha fatto in questi giorni. Questa cantina è costruita con criteri di bioarchitettura e materiali naturali, è interrata su due livelli, circondata da un corridoio forato che sospinge l’aria calda in alto trasportando quella fredda in basso, quindi questo permette un’umidità e una temperatura costante in cantina per tutto l’anno. Si scende nei piani inferiori, qui arriva la grande sorpresa di una cantina sorprendente, tronchi conici bellissimi e vini in affinamento buonissimi, nel curiosare mi imbatto in una piccola catasta di magnum, l’idea arriva subito, chiedo l’attenzione dei miei compagni/e di avventura e chiedo: Avete mai bevuto un vino di Grifalco in magnum? La risposta è stata: Nooooo. Cecilia mi invita subito a sceglierne uno. La scelta va su un Damaschito 2007. Si finisce dicendo come si lavora in vigna e di come si fanno i vini nel pieno rispetto di fare vino come un alimento primario. La visita in cantina finisce tra complimenti e foto, la foto con Cecilia e Andrea davanti al tronco conico resterà un piacere grande. Il Damaschito 2007 etichettato alla perfezione e bevuto alla “gargarozzone” ha lasciato una ottima emozione. I vini dell’azienda sono 5, chissà se ci sarà in progetto un bianco, ed eccoli a descriverli:

  1. Frà – Igt Basilicata Rosato – Aglianico del Vulture 100%, età dei vigneti dai 10 ai 20 anni, viene raccolto a mano in cassette, mi piace il colore, mi piacciono i suoi profumi, a me non piacciono i vini rosati ma  questo si fa ben bere, non mi dispiace.  
  2. Gricos – Doc Agliano del Vulture 100%, è il vino che viene prodotto dalle vigne più giovani, tra i 10 e 35 anni, uve che provengono da tre appezzamenti diversi del Vulture, dopo circa 7 giorni di fermentazione in tronchi conici con frequenti rimontaggi, il mosto viene trasferito per il 50% in botti grandi di rovere e in barrique di secondo e terzo passaggio, il resto 50% fermenta in serbatoi di acciaio. Un vino di facile beva, di cui le bottiglie finiscono, il vino di entrata dell’azienda, un vino che piace.
  3. Grifalco – Doc Aglianico del Vulture 100%, le uve provengono da tre appezzamenti nelle zone di Venosa, Ginestra e Maschito, età dei vigneti da 10 a 30 anni, raccolta manuale in cassette, il vino che oggi mi da più piacere, non tradisce, fa solo legno, tonneau e barrique per il 20%, il restante fermenta in acciaio, ultimamente l’ho bevuto dopo un grande barbaresco, era la riserva se bevevamo di più, la serata si è allungata e lo abbiamo aperto, eravamo in quattro, io lo conoscevo, gli altri sono rimasti stupiti da tanta bontà. Felice di sapere che ci sei e ci sarai.
  4. Damaschito – DOC Aglianico del Vulture 100%, le uve derivano dalla zona di Maschito dove sta sorgendo la nuova cantina, i vigneti sono di 30 e 50 anni, qui le piante arrivano a 8000 per ettaro, vendemmia manuale in cassette, scegliendo il meglio, un’altra selezione dei migliori chicchi in cantina, dopo la pigiatura, il mosto sosta in vasca con le sue bucce per circa 20 gg. Quindi affina in botti di Slovenia per circa 12/18 mesi, un ulteriore affinamento in bottiglia per un anno. Questo è il classico vino che io descrivo così: è buono oggi, domani e chissà per quanto tempo ancora. Il magnum 2007 ne è stata una gran conferma.
  5. Daginestra – DOC Aglianico del Vulture 100%, le uve provengono dalla sola zona di Ginestra, sono vigne di 60 e 70 anni, stessa vinificazione del Damaschito, questo a differenza dell’altro affina per il 50% in barrique, questo lo disturba un po’ per i miei gusti, ma dietro ci sta davvero tanto sapore, un vino da aspettare, da aprire e degustare spesso per capirne l’evoluzione.
  6. C’è, ci sarebbe, c’è stato un sesto vino, è il Bosco del Falco, durante la verticale si sono bevute le annate 2005 e 2006 ed erano molto buone, oggi l’uva del Bosco del Falco va a finire nel Damaschito e nel Daginestra. Alla domanda se questo vino verrà prodotto ancora, Cecilia mi ha risposto: “Dirti di no? Non è vero. Dirti di si? Non è vero nemmeno … vedremo”.

Stavo dimenticando di dire che l’azienda è contornata di vigne, come dico certe volte saranno belle le colline, ma sono belle anche queste vigne tutte in piano. Un’azienda che mi ha sbalordito in poco tempo, un’azienda che per me deve ancora dare tanto di buono, anzi il buono già c’è, darà tanto di ottimo a questi vini. Quindi questa mia scelta è anche un augurio a fare meglio. Alla fine dello scrivere delle tre aziende dell’anno mi accorgo che sono tre aziende che producono vini rossi, eccetto la passerina di La Visciola, non è una scelta, ma è un puro caso. Comunque ci sono in contrapposizione, tre spumanti e uno champagne, ci sono 5 vini bianchi. L’anno 2015 si chiude così. Il 2016 è già cominciato e tra poco si ricomincia a errare, la prima tappa sarà il Primitivo, poi Sangiovese. 

Pasquale Pace
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