Da Fiorella
Via Per Nicola, 46
Fraz. Nicola
Luni (Sp)
www.da fiorella.it
Terre di Toscana
4, 5 e 6 Marzo 2017
Una Hotel Versilia
Lido di Camaiore
www.acquabuona.it
www.terreditoscana.info
Terre di Toscana era finita da poco e avevamo voglia di andare a mangiare qualcosa in un locale tranquillo e di qualità. Era un lunedì. La manifestazione, chiusasi alla grande, per la prima volta durata tre giorni, ci aveva regalato non solo buoni e ottimi vini, ma anche piacevoli compagnie con produttori e degustatori.
Terre di Toscane la conosco e vi partecipo da un bel po’ e da sempre la considero la somma di tutte le anteprime toscane. Per l’appunto vi elenco i miei quattro migliori assaggi giorno per giorno, senza punteggio, solo un “voto” per le sensazioni provate:
Il primo:
Terenzuola Colli di Luni Bianco Permano 2015
Colle Santa Mustiola, Poggio ai Chiari 2008
Montevertine, Pian del Ciampolo Toscana IGT 2015
Kappa, Igt Toscana 2015
Il secondo:
Montepepe Bianco Vintage 2011
Conti Capponi, Villa Calcinaia, Vigna Bastignano Gran Selezione DOCG 2014
Tenuta Lenzini IGT Toscana La Syrah 2013
Pietro Beconcini Vigna alle Nicchie Tempranillo 2011
Ed il terzo:
Felsina, Metodo classico Spumante Brut Millesimato 2011
Casavyc, Metodo classico A riveder le stelle Brut Rosé
Boscarelli, Il Nocio Vino Nobile di Montepulciano DOCG 2013
Castello di Potentino, Piropo IGT Toscana Pinot Nero 2013
Ma ora torniamo alla cena di cui vi parlavo prima. Scegliemmo un locale in collina, in Liguria, proprio al confine con la Toscana: a Luni (Ortonovo fino al referendum di aprile 2017), in provincia di La Spezia. Dal Lido di Camaiore salimmo per una ripida e stretta strada, che si affaccia direttamente sul golfo di La Spezia, spettacolare anche se era sera (figuriamoci come possa essere di giorno…). L’ingresso mi ricordò uno di quei bar di una volta, dove c’era e si poteva far tutto pur di stare in compagnia. Salendo le scale sembrava invece di entrare in un grande salone di casa: scegliemmo il tavolo e poi arrivò il titolare, con la sua andatura lenta, lenta che nel frattempo sembrava scrutarci. Probabilmente aveva già intuito con chi aveva a che fare…
Scegliemmo i nostri piatti facendoci solleticare il palato dai suoi consigli; il menu, molto territoriale, era il presagio di una buona serata. Conferma arrivata già dal cestino di pane e pizza bianca spettacolare, croccante come piace a me (sembra suonare), fresco così come la pizza, pura bontà. Poi ecco il vino che, anche se ne avevamo bevuto tanto nei tre giorni di Terra di Toscana, non poteva di certo mancare: Ottaviano Lambruschini, un classico Vermentino ligure che non tradisce mai (anche se già l’annata 2016). L’antipasto? Non lo presi, erano troppi i primi interessanti, così come tanta fu la gentilezza di accogliere la mia richiesta di mezze porzioni.
Iniziai con il Bis di panigacci, quello al pesto (una sorta di antipasto alla fine): buonissimo, adoro il pesto (quello ligure poi…), di un profumo e un sapore davvero intrigante, ce ne sarebbe voluto un altro, ma dovevo farmelo bastare. Ma la prossima volta che tornerà, saprò di certo cosa ordinare.
Lasagnette verdi alle triglie: peccato, peccato per la pasta un po’ troppo cotta, ma il sugo era davvero buono, poi ecco i ravioli al ragù: ghiotti, ricchi, ragù buono, interno alla pari, ogni boccone un piacere; un piatto di quelli classici che vorresti trovare in tante trattorie di paese. Tortellini in brodo: dove li trovo, sono miei. Porzione abbondante, ma eravamo in tre e ce li siamo goduti in tutti i modi, con parmigiano, senza e anche asciutti, erano buoni davvero. Tra una portata e un’altra era bello chiacchierare con Nicola: si parlava di tante cose, rilassati, beati, in un posto che ti faceva sentire a tuo agio.
Arrivarono poi i secondi: Agnello di Zeri (presidio Slow Food) fritto, una strana ma buona panatura, agnello di grandezza notevole ma piacevolissimo ad ogni morso proprio grazie a quella panatura insolita; Agnello di Zeri alla griglia, quasi un “agnellone”, ben cotto, un ghiottissimo piatto; infine baccalà alle olive che con la focaccia ci stava benone (…e che la scarpetta non la fai?).
Un bel pasto, in una vera trattoria dove è il territorio a tenere banco. Assaggiammo anche un gelato alla nocciola niente male ma con ampi margini di miglioramento che, vista la passione che ci mettono, di sicuro migliorerà. Poi la torta di riso fatta in casa, quasi un budino, bello massiccio e invitante ed infine un semifreddo al torrone, caffè ed orzo: un capolavoro, perfetto in tutto e per tutto, quindi candidato a diventare uno dei miei tre dolci da ristorante per il 2017.
Si chiuse alla grande, ma prima di andarcene, decidemmo di prendere il caffè al bancone del bar per gustarci ancora questo locale; un locale che consiglierò a tutti e chissà che l’anno prossimo non ci si torni nuovamente durante Terre di Toscana… a pensarci bene però, ne ho già voglia.
Pasquale Pace Il Gourmet Errante e Gianluca Ciotti
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