Altavilla Locanda Tipica
Via ai Monti, 46
Bianzone (So)
Questa trattoria mi era stata descritta come un posto per mangiare bene davvero ma, dato che non mi fido di nessuno per queste cose, mi sono andato a documentare. L’ho cercata sulla guida di cui mi fido di più e non c’era, a questo punto mi chiedo perché? Una trattoria gestita da una gran “gambera” potrebbero essere anche due e anche tre, visto la carta con ben tre menù degustazione di cui uno a 20 euro, uno a 25 uno a 35, menù stagionale che viene cambiato ogni tre mesi, in tutti e tre i famosi pizzoccheri; poi la terrazza d’estate, un servizio celere, cordiale, sorridente, non ultimo una fornitissima cantina con la storia della Valtellina e non solo. Era su un’altra guida, la recensione non era male. Poi con il passare dei giorni, chiunque sapeva del mio andare in Valtellina, mi parlava della signora Anna e dei suoi pizzoccheri. La fiducia era tanta. La fiducia si dà alle cose serie diceva una vecchia pubblicità, qui sono cose serie davvero. L’inizio è stato subito simpatico con il saluto di persone che mi avevano raccomandato di salutare Anna, Anna Bartolo. Scegliamo il tavolo, arriva il menù, oltre al menù 4 piatti descritti a voce uno più invitante dell’altro, di questi , ne sceglierò tre. Si sceglie il vino, il vino? C’è la Valtellina di tante aziende, di tante annate diverse. C’è Piemonte, c’è Toscana, c’è lo Stella Retica di Ar.Pe.Pe quindi onore a uno dei vini che mi piace sempre. Iniziano le portate, considero una gran portata il cestino del pane con otto pani diversi, arricchiti da 4 oli di quattro zone dell’Italia, il tutto snocciolando il sapere sull’olio italiano, facendo nomi dalla qualità importante. Ho pensato: un attimo, ma faranno con tutti così? Sì, fanno così con tutti, ho visto il tavolo vicino, altri due oli, altri due diversi e di qualità, ci hanno proposto di scambiarceli così gli oli diventano sei … dico sei oli di qualità sul tavolo. Nel menù a voce c’era un piatto con il radicchio, adoro il radicchio, quindi radicchio lardo con pan brioche. Lardo molto buono, il radicchio lo avrei preferito al naturale, ma è buona la sua consistenza e va bene lo stesso. Sei in Valtellina, non possono mancare gli sciatt, sciatt – rospo in valtellinese: palline fritte ripiene di formaggio fuso, formaggio fritto, mi piace, mi piacciono gli sciatt, sono croccanti e asciutti di olio, quindi buoni assai … non capisco l’abbinamento con l’insalata, perché ho letto che quando c’è la cicoria o altre verdure di campo si abbinano con queste, resta il fatto in qualsiasi caso che sono buoni e invitanti. Dopo l’antipasto arriva una teglia fumante, arrivano i pizzoccheri. Il piatto recita così: I pizzoccheri di mamma Lucinda (con patate, verze, soffritto con cipolla) poi ancora formaggi e chissà che altro segreto delle signore Lucinda e Anna, perché di fronte a un piatto così buono, qualche segreto ci deve essere. Ogni boccone è un piacere, un piacere così ben distribuito che ti prende in ogni senso in ogni parte del corpo. La porzione è abbondante, sembra esagerata, ma avrei voluto che non finissero mai. Ogni forchettata un’emozione, ogni forchettata il pensiero a chissà quando ne rimangerò di così buoni. La scarpetta fatta fino a leccare l’ultimo pezzo di tutto. Un piatto delizioso, fantastico, un piatto che si candida a diventare uno dei miei tre primi piatti per l’anno 2016. Il vino è perfetto con questo buonissimo piatto. Un po’ di pausa a godersi nel palato i sapori dei pizzoccheri. Arrivano i secondi, tutti e due scelti come piatti fuori menù. Il primo: costolette di agnello alla brace, non sapevo che in Valtellina le costolette tirano una dopo l’altra come le ciliegie, mangiate con le mani, mangiate con il piacere di un prodotto buonissimo e cotto alla perfezione. Il secondo: stinchetti di maiale su verdure a vapore e polenta, cottura degli stinchi perfetta, la polenta che invece di appesantire aiuta a digerire. I dolci sono annunciati come una poesia, la poesia è bella e i dolci lo saranno di più, ma tutto non si può, si scelgono le fragole di Policoro con una pallina di gelato alla crema, sono ancora un po’ acerbe ma il loro famoso sapore esce lo stesso. Si paga, si fanno i complimenti, e si scende in cantina come promesso. La cantina di questa trattoria fa invidia a cantine di ristoranti ben più famosi. Tantissima Valtellina di tante aziende, tantissime annate vecchie, vedo ancora Toscana, Piemonte e spumanti di ogni genere, non ultima una bella scorta di Champagne. La foto di rito la facciamo qua, i complimenti si ripetono e resteranno nella testa, come resterà questo posto e questa cucina. Vado via con il pensiero ai pizzoccheri e non solo. Vado via consapevole di aver trovato un posto che spero mi vedrà ancora.
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