Anteprima Vernaccia di San Gimignano 2021
Sala Dante – Museo di Arte Moderna e Contemporanea “De Grada”
19 Maggio 2021
San Gimignano (Si)
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La mia anteprima sulla Vernaccia di San Gimignano è iniziata nel pomeriggio antecedente al giorno delle degustazioni, visto che altri consorzi preferiscono avere posti vuoti invece di invitare persone che spesso sono presenti nei loro territori, nonostante il mancato invito, le mie anteprime sono state ottime e abbondati.
Al mio arrivo a San Gimignano sono andato a fare un tour nei vigneti con la jeep della famiglia Logi, Giampiero Logi alla guida, insieme a me il giornalista Antonio Di Spirito.
Il tour in jeep con uno dei Logi sta diventando un vero must per il territorio, lo consiglio a tutti.
Il tempo di fare un aperitivo con uno dei loro vini e via di corsa in uno dei miei locali preferiti al MONDO!
La Vecchia Nicchia di Elisa Petrone e Alessandro Pieragnoli, mi aspetta. Qui mi siedo e scordo il resto della vita. Sentirsi coccolato… di più!
Ale ed Elisa mi/ci hanno deliziato con i loro manicaretti, qui le bruschette si fanno amare, le combinazioni che arrivano dalla cucina sono preparate con prodotti top del territorio toscano e oltre. Non mancano mai gli ottimi sott’oli dell’azienda Agnoni.
Per i vini, oggi, la regia è stata affidata a Davide Bonucci (finalmente ti ho riabbracciato, il Covid agli abbracci tra amici gli rimbalza) lui, oggi si è messo a fare il degustatore errante, per questo ci sono vini francesi e tedeschi. Insomma una serata di quelle pennellate da artisti veri del vino e del cibo. A finire due sorsi dell’ottimo amaro Izzi. Si va a letto, domani ci sarà da lavorare e godere del mio lavoro.
Il risveglio è pieno di euforia, non vedo l’ora di uscire, il tampone mi aspetta, il cammino dall’albergo al Museo di Arte Moderna e Contemporanea “De Grada” mi fa godere una San Gimignano di una pulizia infinita, lo sarà per tutto il giorno fino a notte inoltrata (complimenti a chi rende questo evidente agli occhi).
Il tampone è stato negativo, come ho detto un’altra volta che l’ho fatto: come è positivo essere negativo.
Un caffè e due biscotti messi a disposizione di una organizzazione da elogiare per tutte le cose che farò oggi. Sentirsi protetto, a suo agio in ogni dove di questo paese quando si sta con il consorzio della Vernaccia di San Gimignano.
La salita alla sala Dante è ancora più euforica.
Degustare in questa sala è un’esperienza unica, vi invito a visitarla quando si viene a San Gimignano.
Degustare con Antonio Boco e Paolo De Cristofero, due tra i più bravi relatori di vino presenti oggi in questo mondo, con loro non ci si annoia mai, il tempo scorre con piacere, mai un brusio tra i degustatori a far capire che il livello dei due relatori è molto alto, il loro parlare viene interrotto solo dagli applausi.
Bello ascoltare anche Irina Strozzi, presidente del Consorzio e il sindaco del paese Andrea Marrucci. Il tutto sotto l’occhio vigile di Elisabetta Borgonovi. Mi sono piaciuti anche i tre aggettivi assegnati da parte del consorzio alla vernaccia: Unica, nobile, ribelle. Parole riportate in bel modo sulla mascherina anti covid.
La degustazione è stata incentrata sul tema la Vernaccia di San Gimignano incontra Dante (lui ci ha osservato per tutto il tempo in fondo alla sala) e la Commedia. Sei temi per sei vernacce a confronto con altri sei vini, 4 italiani e due francesi. Lo dico con piacere: “le vernacce non hanno sfigurato per nulla.”
Nei fogli di presentazione alla degustazione c’è uno scritto che ho sottolineato, ho apprezzato molto, ecco la frase dei due relatori, relativa agli ultimi trent’anni del vino: “Nel mezzo, abbiamo assistito all’esaltazione del concetto di terroir, che ha forse lasciato indietro un pezzo fondamentale del mosaico: il fattore umano.” Sono d’accordissimo con questo, perché penso da sempre che se il vignaiolo non riesce a catturare il senso dei vigneti, portandoli sempre al massimo delle rese e poi in cantina interviene con la chimica, che senso ha parlare di territorio. Comunque dodici vini per tre ore passate in maniera piacevolissima.
Ecco gli accoppiamenti:
La Lastra – Vernaccia di San Gimignano DOCG 2019, profumi di finezza (come tanti 2019 buoni e ottimi), beva che parte fine, lenta per poi allargarsi quasi all’intero palato, arriva l’acidità stuzzichevole che porta a una beva persistente (90).
KuenHof Pliger Peter – Sudtirol Eisacktaler Veltliner DOC 2019, un produttore di cui ho bevuto tanto, oggi però mi ritrovo con una cosa che non sopporto, il profumo è intrigante, ma già denuncia un residuo di zucchero eccessivo, peccato lo fa diventare accattivante, a me disturba, mi dispiace perché la materia c’è (87- per la fiducia).
Tenuta Montagnani – Vernaccia di San Gimignano DOCG Assola 2018, parte con profumi interessanti, poi arriva la solforosa, il naso pizzica, il tutto lo si ripresenta alla beva, la lingua pizzica, quasi starnutisco. Questo copre tante cose che forse farebbero di un vino “solforeggiante” un vino interessante (??).
Fattoria Nanni – Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Classico Superiore Vino Biologico Origini 2018, mi ha fatto piacere risentire questo vino, la seconda bottiglia, della prima dico: come si fa a non accorgersi che stava male; non è colpa dei sommelier, non potevano degustare i vini, la loro gentilezza ha fatto si che mi è stata riportata una seconda bottiglia (adesso avete capito il mio dialogo con il sommelier che è stato preso per Conte), profumi e bocca gradevoli, mi ci piace la giusta acidità, la beva diventa piacevole, seduti a un tavolo in convivialità si potrebbe esprimere al meglio (89).
Fattoria di Fugnano – Vernaccia di San Gimignano DOCG Donna Gina 2019, ricordo nell’anteprima 2020 la loro vernaccia fu una delle mie sorprese. Oggi mi piace già dal profumo, poi una bocca piena, gradevole. Voglia di aspettarlo ancora, si ripete nei sorsi seguenti (91).
Decugnano dei Barbi – Orvieto Classico Superiore DOC 2019, da uve grechetto 55%, vermentino 20%, procanico 5% e chardonnay 20%, profumi ottimi, bocca notevole, quel pizzico di residuo è bilanciato bene da un’acidità giusta che porta a una beva in perfetto equilibrio, un ottimo vino, complimenti a Enzo Barbi il produttore (92).
Montenidoli – Vernaccia di San Gimignano DOCG Fiore 2018, dalla vigna più vecchia dell’azienda ecco il Fiore, quello che è stato sempre il mio vino preferito di questa azienda. Profumi alla Montenidoli, profumi di vernaccia vera, un vino che me lo porterei a pranzo per apprezzarlo ancora di più, mi piace assai (92).
Valentini – Trebbiano d’Abruzzo DOC 2016, dal profumo mi dice di aspettarlo, lo scuoto, sento che si apre, il profumo di legno iniziale sparisce, sa di uva, non puzza, è un’annata che si fa valere, ecco è bello quando si può giudicare, bere, un vino “naturale” senza puzze, mi inizia a piacere, lo tengo nel bicchiere, non lo mollerei mai, si apre sempre di più, ho voglia di mettermelo nella boraccia per degustarlo ancora durante il giorno, lo degusto e bevo fino alla fine (93+). Grazie a chi ha pensato di portare in sala Dante un vino così importante per l’Italia tutta. Onore anche alla signora della Vernaccia Elisabetta Fagiuli per aver retto tale confronto.
San Benedetto – Vernaccia di San Gimignano DOCG Riserva 2018, dal profumo annuncia cortezza, nulla disturba la beva, forse è l’appassimento che appiatta, non mi entusiasma, poi lo degusto ancora a piccoli sorsi, diventa intrigante, mi fa pensare a una serata all’aperto, fresca, stuzzicando qualcosa, litiga con il mio palato per poi riappacificarsi con gentilezza (88).
Domaine Gauby – Viellis Vignes 2018 Roussillon IGP Cotes Catalanes Bianco, vino della Jura francese, ve la perdono, di questo periodo berrei solo vini italiani, dopo un anno di pandemia sarebbe giusto così. Questo però è un buon vino. Profumi di legno ma anche di pienezza, voglia di berlo subito, il legno c’è ma si fa apprezzare molto lo stesso, mi piace e si ripete sempre nei seguenti sorsi (92+).
Fattoria San Donato – Vernaccia di San Gimignano DOCG Riserva Benedetta 2017, profumi buoni intriganti, i quattro anni non si sentono, voglia di berlo, bocca grassa, croccante, peccato che stanca presto, lo bevo ancora la grassezza resta in maniera importante, si fa apprezzare (87).
Chateau Simon – Palette appelation palette controlée 2017, dal profumo trasmette una leggera ossidazione, subito entra di corsa il gusto piacevole, intrigante, ci vorrei mangiare anche perché la fame arriva dopo tre ore di una degustazione bellissima e ottima. Un buon vino che non vale il costo (89).
Via di corsa, un piatto di pasta in uno dei ristoranti che ci avevano prenotato, il gelato dal Dondoli con il suo mango sempre più piacevole, oggi, l’ottima novità della crème Michelle e via a degustare le 68 vernacce dell’anteprima, suddivise in 34 annata 2020; 18 annata 2019, di queste 6 riserve; 12 annata 2018, di cui 10 riserve; 3 annata 2017 tutte riserve e una riserva 2016.
Quello che mi va di dire e sottoscrivere alla fine della degustazione è questo: Ho rilevato solforosa fastidiosa solo in due vini della 2020, un’altra cosa che mi fa piacere è il fatto che nell’annata 2020, i profumi e i sapori di “confetti” non si riscontrano più, cosa che invece, nonostante il legno li ho trovati ancora nell’annata 2018 e nella 2017. Per quanto riguarda il legno nelle riserve, anche se eccesivo in alcuni vini, lo ritengo sopportabile se ben dosato, lo giustifico dal fatto che quasi tutte le aziende producono tre vini, a quel punto è giusto che ci sia una vernaccia in legno, magari per mercati internazionali.
Ecco a seguire i miei migliori assaggi. 5 vernacce 2020.
Cesani – Vernaccia di San Gimignano DOCG 2020, dai profumi si annuncia intrigante, non mi dispiace alla beva, un po’ squilibrato nell’alcol, ma va bene, qualche altro mese in bottiglia gli farà bene (88).
Il Colombaio di Santa Chiara – Vernaccia di San Gimignano DOCG Selvabianca 2020, profumo intenso, speziato, voglia di berlo, bocca gradevolissima, da bere in ogni dove (89).
Poderi del Paradiso – Vernaccia di San Gimignano DOCG 2020, profumi gradevolissimi, il tutto si ripete alla beva, supportato da una giusta e integrata acidità, vino interessante, mi piace (88).
Tenuta La Vigna – Vernaccia di San Gimignano DOCG 2020, dal profumo mi arriva una gran voglia di berlo, lo annuso di nuovo e lo bevo, la bocca si riempie di piacere per metà, se acquista lunghezza diventerà un gran buon vino, per oggi va bene così (88).
Vagnoni – Vernaccia di San Gimignano DOCG 2020, lo annuso, lo bevo, mi piace, è l’ultimo vino di quest’annata, mi fa dire di trovarlo tra i più buoni di oggi (88).
Cappellasantandrea – Vernaccia di San Gimignano DOCG Rialto 2019, profumi intensi che preannunciano una buona beva, bocca piena, sempre gradevole, vino che mi piace tanto, lo scopro e con piacere vedo che è una delle mie vernacce preferite da sempre (91).
Il Colombaio di Santa Chiara – Vernaccia di San Gimignano DOCG Campo della Pieve 2019, lo annuso e mi viene di pensare a ciò che sarà, lo bevo e non posso non riconoscerlo, lo avrò degustato non ricordo quante volte, prima in vasca e poi in bottiglia, dopo la grandissima annata 2018, una 2019 ancora più fine. Uno dei vini bianchi più buoni che si producano in Italia. Mi alzo in piedi e applaudo (93++).
Montenidoli – Vernaccia di San Gimignano DOCG Fiore 2019, dai profumi mi viene da pensare subito a un Montenidoli, il mio Fiore, sempre tra i miei preferiti di questa azienda, stamattina in sala Dante la 2018, oggi la 2019, una mini verticale “errante” per un vino che mi piace sempre assai e mi intriga tanto (90).
Il Colombaio di Santa Chiara – Vernaccia di San Gimignano DOCG Riserva L’Albereta 2018, dal profumo una pizzicata di legno che non guasta, poi una bocca piena di tanta materia, vino da un futuro entusiasmante, accetto anche un po’ di legno, anche perché è un legno italiano di un’azienda grandissima. Azienda F.lli Mittelberger a Bolzano. (90).
Tenuta Le Calcinaie – Vernaccia di San Gimignano DOCG Riserva Vigna ai Sassi 2018, già dai profumi si fa apprezzare, al primo sorso lo trovo interessante, si allunga alla beva per finire con piacere alla gola, lo degusto ancora e mi piace assai (91).
Mi alzo felice, mi giro e dal finestrone del Museo De Grada ammiro una San Gimignano sempre più bella, in questo museo ci sono diverse opere interessanti, ma la grandezza di san Gimignano è comunque nelle sue torri, nei suoi tetti, nei suoi fantastici panorami.
Torno a camminare per il paese e trovo la sorpresa di Andrea Bocelli a cavallo, mi emoziono quasi alle lacrime, sono di gioia per aver vissuto ancora una volta dei momenti fantastici in questa città che adoro.
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