Chianti Classico Collection 1716-2016
300 anni vissuti a testa alta
I 300 anni del primo territorio di vino
15 – 16 Febbraio 2016
Il Gallo Nero presenta le sue nuove annate
Stazione Leopolda
Firenze
La prima cosa che noto dal bellissimo libretto di appunti che ci viene dato, è il volume più alto rispetto allo scorso anno, quindi deduco che ci sono più aziende. Infatti le aziende presenti sono arrivate a 165 per un totale di 587 etichette presenti, per un totale di 7000 bottiglie, 50 sono i sommelier presenti a disposizione della stampa proveniente da 30 paesi del mondo. 47 le anteprime da botte dell’annata 2015 e 70 le etichette di Chianti Classico Gran Selezione. Preso il tutto, guardato l’addobbo, niente male, all’entrata della location, entro nella sala, dove la solita, bellissima, imperdibile sfilza di bottiglie è in bella mostra sul tavolo centrale, allungo l’occhio per vedere se il mio solito tavolo è libero, con piacere vedo che è così e mi accomodo alla mia postazione. I vini da fare sono tanti non c’è la farò mai, anche perché li voglio fare più possibile alla cieca. Do i miei primi 5 assaggi al sommelier, mentre me li versa vado a fotografare il salone accanto dove ci sarà la degustazione con i produttori, il salone è vuoto e si capisce ancora di più quante aziende sono presenti alle anteprime del Chianti Classico. Faccio un passaggio rapido al food, ormai food consolidato dal Consorzio Tutela del Formaggio Parmigiano-Reggiano DOP, buono; Consorzio del Prosciutto Toscano Dop, quest’anno davvero super; Consorzio di Tutela Oliva da Mensa la Bella di Daunia Dop, non tradisce mai; Consorzio per la Tutela del Grana Padano Dop, buon’accompagnamento; Consorzio per la Tutela del Formaggio Mozzarella di Bufala Campana Dop, povera mozzarella; Consorzio di Tutela Pecorino Toscano Dop, non male davvero; Consorzio Finocchiona Igp, mi piace la finocchiona. Vedo che i miei primi cinque vini sono pronti è ora di iniziare. Come ogni anno non mancano gli oli Dop Chianti Classico 2015, 26 in totale. E’ stata anche etichettata una bottiglia, non so in che quantità dedicata ai 300 anni, con la scritta 1716 – 2016. Tra il primo e il secondo giorno ne ho assaggiati davvero tanti, circa 250, tra i miei migliori assaggi metto, C.C. starà per Chianti Classico, saranno tutti DOCG almeno che non lo indico nella descrizione, le aziende sono in ordine alfabetico, i più buoni li capirete dai punteggi:
Borgo La Stella: azienda che non conoscevo, in una delle parti più alte di Radda in Chianti con 16 ettari, si presenta con 4 vini, di cui due con servizio sommelier, poi tutti e 4 sul banco di assaggio del produttore. Ecco i due fatti da me alla cieca: C.C. Borgo La Stella 2013, impressionate la sua facile beva, va giù che è un piacere, davvero un buon vino (85+); C.C. Borgo La Stella 2012, più complesso del primo, leggermente più tannico, mi piace, mi limito con i punteggi perché è la prima volta che li sento (86+). Con il produttore, C.C. Borgo La Stella 2014, prova da botte, lo voglio aspettare, viene da una stagione così, così, da risentire (84?+); IGT Toscana Borgo La Stella Chirone 2011, niente male nemmeno lui, è il vino più vecchio, bevendolo, penso che in quelli di prima, i più giovani, si intuisce la conoscenza maggiore dei vini e dei vigneti (84).
Caparsa: che dire ancora di questa azienda, mi è rimasto di andarla a visitare, la famiglia Cianferoni è brava assai, i loro vini sono buoni assai, sono fatti come piacciono a me quindi sono davvero buoni. Alla cieca C.C. Riserva Caparsino 2012, un vino già davvero buono, impeccabile, tra i miei migliori assaggi (89); C.C. Riserva Doccio a Matteo 2012, mi da quasi un calcio dicendomi che non è pronto, vino da comprare, da tenere e godere anche subito (88+).
Castell’in Villa: C.C. Castell’in Villa 2011, mi aspettavo di più, poi però penso che i loro vini bisogna aspettarli, ad avercene tra qualche anno (87); C.C. Riserva Castell’in Villa 2010, una sola parola, delicatezza, parola che significa anche tanta classe (89+).
Castello di Ama: C.C. Ama 2014, facile, intrigante, acidità, mi piace, da risentire ogni volta che mi capita (88), C.C. Riserva Castello di Ama 2006, si porta dietro la non grande annata, perplesso (Mah), C.C. Gran Selezione Castello di Ama San Lorenzo 2013, eccolo un gran vino, buono oggi e chissà per quanto ancora (90).
Castello di Gabbiano: So poco di questa azienda, so che però il C.C. Gran Selezione Bellezza 2012 mi è piaciuto, legno in equilibrio, si allarga nel palato, mi piace (88+).
Castello di Monsanto: quando Francesco Guazzugli Marini porta annate vecchie di questa azienda è sempre un piacere, oggi però ci sono le ultime uscite, C.C. Castello di Monsanto 2014 (prova di botte) un vino tutto da fare che però ha già il suo buon carattere (83+), C.C. Riserva Castello di Monsanto 2012, immagino questo vino tra qualche anno, ma oggi lo devo giudicare e mi piace (87+), sul banco IGT Toscana Fabrizio Bianchi Sangioveto 2010, risentito più volte da quel giorno, mi piace, mi piace (89+).
Cinciano: mi piacciono le etichette e mi piacciono anche i vini, C.C. Cinciano 2013, eccolo come deve essere un Chianti, facile beva e giù con piacere (84+), C.C. Riserva Cinciano 2012, buono adesso, lo sarà ancora, diventerà davvero non male (86+), C.C. Gran Selezione Cinciano 2011, davvero un buon vino, risentito sui banchi di assaggio mi è piaciuto assai (88+).
Fèlsina: C.C. Riserva Rancia 2012, c’è qualcosa che non va in questo vino quest’anno, è la seconda volta che lo degusto, più volte nella stessa giornata, un classico del Chianti si farà (84?), C.C. Gran Selezione Colonia 2010, non sapevo che esistesse questo vino a Fèlsina, una gran buona scoperta, tra i miei migliori (91), dal banco di assaggio Igt Toscana Fontalloro 2012, lui non tradisce mai (87).
Fontodi: qui mi devo limitare con i giudizi, amo questa azienda quindi calma, C.C. Fontodi 2013, ma quanto vai giù, buono, facile, si beve con amore (86+), C.C. Fontodi 2012, una sola parola, piacevolissimo (87+), C.C. Gran Selezione Vigna del Sorbo 2012, mi alzo e mi inchino a un grande vino (92).
I Fabbri: C.C. Lamole 2013, un classico della piacevolezza, si beve sempre con piacere (84), C.C. Riserva I Fabbri 2012, ricordo ancora l’ottimo 2011, questo nello stesso periodo gli è un po’ dietro, si farà, la bellezza di sentire un autorevole giornalista al mio fianco dire: La Riserva I Fabbri si conferma per il secondo tra i più buoni della degustazione. Mi ha fatto tanto piacere (88+).
Il Barlettaio: Se c’è un’azienda che difenderei a spada tratta ovunque, è questa, me la fece conoscere diverso tempo fa un grande di Radda, da quel giorno i loro vini mi piacciono, anche oggi si confermano, C.C. Barlettaio 2012, buono, lo risento, buono (87+), C.C. Riserva Barlettaio 2011, quando lo scopro resto deluso, no non può essere lui, lo risento il giorno dopo sia nel mio tavolo e sia nel banco di assaggio, ecco adesso lo riconosco (88).
Il Palagio di Piccini Monia: l’azienda, la famiglia a cui ti affezioni, di conseguenza ti affezioni anche ai loro vini prodotti in maniera più naturale possibile, C.C. Il Palagio Panzano 2013, non sarai pronto oggi, ti ho risentito da quel giorno e non sei niente male (83+), C.C. Riserva Il Palagio Panzano 2012, eccolo un vino che si fa valere anche a confronto di tutti quelli che ci volete mettere (86), C.C. Gran Selezione Il Palagio Panzano 2012, brava Monia e bravo tuo marito, buono, buono assai (88).
Istine: hai lavorato in diverse aziende, sei arrivata per ultima, stai arrivando tra i primi, complimenti davvero alla strada che stai percorrendo, ogni attimo i tuoi vini migliorano sempre di più, C.C. Istine 2013, tannini accentuati, ma poi esci morbido, sbandi anche, ma sei tu nella tua giovinezza, ti seguirò (86), C.C. Riserva Levigne 2012, dal meglio delle tue vigne, eccolo un grande Chianti Classico, tra me e me c’è sempre la sfida con il vigneto Cavarchione, ma in lui ci sono le vigne più giovani dell’azienda, ne vedremo delle ottime, oggi Levigne 2012 è già molto buono (88+).
Le Cinciole: a volte i loro vini sbandano, ma quando sono buoni, lo sono tanto, sbandano sempre di meno, si stanno affinando, mi piace la concezione di fare vino come lo fanno loro e quindi ok sempre, anche con qualche piccola puzzetta, C.C. Le Cinciole 2013 è un 2013 pieno di acidità, dietro ci sento tante cose buone, le ho trovate a meno di un mese da oggi e va bene così (84+), C.C. Le Cinciole 2012, eccolo il vino fatto bene, il vino che mi piace, il vino prodotto al modo giusto (88+).
Monterotondo: da una delle vigne più alta di Radda i vini di Saverio Basagni, fanno quel salto di qualità annunciato già, lui sa come si fanno i vini, con calma ci sta riuscendo, l’esempio lampante sono le due annate in degustazione, C.C. Vaggiolata 2014 (prova di vasca) alla faccia della vasca, alla cieca ho scritto: ti do tempo, ma sei già buono (86++), C.C. Vaggiolata 2012, ti porti dietro i piccoli difetti di quando sapevi e non riuscivi, dietro sempre cose buone (83).
Ormanni: non è la prima volta, non sarà nemmeno l’ultima che questi vini sono tra i migliori, C.C. Ormanni 2012, nulla da dire, semplice, buono, facile da finire la bottiglia (85+), C.C. Riserva Borro del Diavolo 2012, un vino da sentire, risentire, ordinare, bere, conservare, esserne felice di possedere (90), C.C. Gran Selezione Etichetta Storica 2011, tra i vini più buoni di tutte le anteprime toscane, non aggiungo altro (93).
Podere Capaccia: azienda giovane, 5 ettari a Radda, proprietà belga, vini usciti alla cieca uno per volta, nessuno dei due mi ha lasciato indifferente, come anche il vino sul banco di assaggio, C.C. Podere Capaccia 2013, sul banco c’era il 2012, buono, buono (86), per questo dico che questo 2013 lo vorrei risentire tra qualche tempo (83+), C.C. Riserva Podere Capaccia 2011, intrigante, non ti fa lasciare il bicchiere, mi va di risentirlo e risentirlo ancora (86+), dal banco, C.C. Riserva Podere Capaccia 2012, nel parlare vengo a sapere che sono vigne piantate nel 2007, quindi dico che ci scommetterei qualsiasi cosa che da qui nascerà un grande vino, oggi è già molto buono (89).
Podere Castellinuzza – Paolo Coccia: azienda che seguo, mi piace Lamole, mi piacciono i loro vini, mi piacciono per la loro semplicità, ma nello stesso tempo con un definito carattere, C.C. Podere Castellinuzza 2013, un vino lineare, sa camminare su una retta, mi piace (85+), C.C. Riserva Podere Castellinuzza, sentito in anteprima a Roma, oggi si ripete alla grande, bravi mi è piaciuto in due situazioni diverse (87+).
Poggerino: da loro un grande classico del mio piacere, C.C. Riserva Bugialla 2013, un vino che non tradisce mai (89), C.C. Poggerino 2013, acidità spiccata, da risentire (83).
Querciabella: che dire è Querciabella, i vini li sanno fare, li sanno fare in biodinamica, C.C. Querciabella 2013, un classico che mi piace sempre (86+), C.C. Riserva Querciabella 2011, quando c’è la Riserva mi alzo in piedi e applaudo, anche oggi è così (89).
Riecine: C.C. Riecine 2013, nella scheda ho scritto, eccolo un vino che mi piace, forse lo conosco, se non è lui è fatto alla maniera che preferisco, datemelo a secchi (88), dal banco di assaggio C.C. Riecine 2014 (prova di botte) lo sento già niente male, seguirò il tuo percorso (85+), IGT Toscana La Gioia 2011, non so che è successo in questi 5 anni, ma sei diventato un vino tanto, tanto buono (88).
Rocca dei Castagnoli: alla cieca è uscito davvero bene C.C. Rocca dei Castagnoli 2014, una piacevole beva (83), C.C. Riserva Poggio a’ Frati 2012, vino che mi ha fatto ritornare il bicchiere sulle labbra un paio di volte più del dovuto, mi è piaciuto (87), C.C. Gran Selezione Stielle 2011, un vino inaspettato, mi è piaciuto tanto (89).
Terra di Seta: ho avuto la possibilità di sentire un solo vino, C.C. Riserva Terre di Seta 2012, sulla scheda leggo: organic wine, biologico, enologo Paternoster, enologo di un’azienda che adoro, un vino che non conoscevo e mi è piaciuto (87+).
Val delle Corti: ultima azienda, ma solo per l’ordine alfabetico, azienda che ancora una volta sta a Radda, un caro amico, espertissimo di vini toscani, dice che a Radda è montagna rispetto a Montalcino e il sangiovese in montagna viene male, invece sarà per questo che a me i sangiovesi di Radda mi piacciono tanto? A Radda si fanno sangiovese buoni e ottimi, tra i miei preferiti, Roberto Bianchi è uno dei produttori che mi piace, C.C. Val delle Corti 2013, meno pronti di altre volte, acidità forte, mi quasi scalcia per dirmi, quest’anno non sono pronto come altre volte (86++), C.C. Riserva Val delle Corti 2013, idem con il precedente, allora è l’annata, ti aspetterò e siccome sei tra i miei preferiti oggi sei un punto interrogativo (??).
Ecco, io ha distanza di sei mesi ho riportato i miei pensieri sugli assaggi di quest’anno, non sono grandi punteggi, ma io sono così, un vino deve essere davvero fantastico per superare i 90 punti, questi sono vini giovani, sono vini da aspettare. Rivedendo i giudizi dell’anno scorso, nel complesso era stata un’anteprima più appariscente. Comunque questo è, l’importante è lavorare e vendere, qui vedo molte facce sorridenti, quindi con piacere presumo che ci si vive bene facendo questo lavoro, buon lavoro a tutti, all’anno prossimo.
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