Az. Agricola La Fortuna
Loc. Fortuna, 83
Montalcino (Si)
Debbo dire grazie a Riccardo Viscardi che mi ha catapultato in questa stupenda azienda. La fortuna qui non è un caso perché parte dell’inizio di questa azienda è dovuta alla fortuna nelle carte, ma nelle carte non c’è solo fortuna c’è anche capacità. La capacità di fare vino, di fare rosso di Montalcino dal 1971, di fare Brunello dal 1974, di dedicare una stanza a un vino, dove questo vino riposa in due tonneaux da 700 litri solo in annate perfette, questo vino è il Brunello di Giobi. Ho dormito qui durante il mio Benvenuto Brunello ed era la seconda mattina, era la voglia di visitare la cantina, era voglia di degustare i vini di La Fortuna, era la voglia di conoscere meglio Gioberto. Il pomeriggio antecedente ci eravamo dati appuntamento alle 8,15 ma alle 7,45, meno male che ero quasi pronto, mi chiama Gioberto per dirmi: sei pronto? ho voglia di farti vedere tante cose. Ho risposto pieno di entusiasmo cinque minuti e arrivo. Così in breve tempo inizia un percorso nella cantina dell’azienda La Fortuna,nella storia di questa famiglia e di quella del Brunello di Montalcino. Gioberto mi invita a casa per un caffè, qui inizia la sua storia ma più che raccontarla nel dettaglio preferisco dirvi delle tante cose belle che ci sono, e la storia di cosa è oggi La Fortuna viene fuori da sé. Tutto inizia dalle vigne, da quelle che sono intorno alle costruzioni della cantina, della casa per un totale di 33 ettari circa, alle vigne nuove comprate a Castelnuovo dell’Abate per circa 5 ettari che porta al totale a 38 ettari. Di questi, 18 sono a vigna, 13 a Brunello di Montalcino, 3 a Rosso di Montalcino e 2 a Sant’Antimo, gli altri ettari sono a oliveto per 3 e 17 ettari a seminativo di grano duro con il marchio Farfalla della Toscana. Descritti i vigneti non si può che andare in cantina, nel camminare con Gioberto, nell’ascoltarlo mi rendo conto dell’orgoglio, della passione, della volontà di quest’uomo; a ogni domanda la risposta inizia con un piccolo sorriso che mi piace tantissimo, ogni passo diventa la curiosità del sapere tutto di lui, della sua famiglia e della sua azienda. Prima di scendere in cantina si passa per l’imbottigliato, tutto è in ordine, tutto è pulito, tutto ti fa pensare di stare di fronte a tante cose belle. Si scende e si passa nella parte della vinificazione, l’uva pigiata scende a caduta nei silos di acciaio termoregolati, da qui, effettuata la fermentazione, il Brunello passa in botti grandi da 27 e 30 ettolitri, in barrique va il Sant’Antimo e il Fortunello, la quantità si aggira all’incirca 80000 bottiglie annue, di queste 30000 sono di Brunello. La stanza seguente è la stanza del Giobi, una stanza un vino, nella mia testa passa il pensiero di quanto mi piacerebbe degustarlo. Da qui si passa in un tunnel fatto in pietra, dove c’è la storia delle bottiglie della Fortuna, il primo Brunello 1974, una pietra del 1907, la targa con i nomi dei soci fondatori nel 1967 del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, tra questi anche il papà di Gioberto. Gioberto mi ricorda quanto è stato importante il parroco di quei tempi riunendo i produttori di quei tempi. Il bellissimo tunnel finisce con una grata a protezione di tutto lo storico dell’azienda. Infine eccoci alla sala di degustazione, anche punto vendita dell’azienda, mi accorgo che siamo entrati da una parte e usciremo da un’altra, queste cantine così mi affascinano sempre tanto. Ecco la degustazione: Rosso Montalcino 2014, mi piace già, è giovane, lo sento tanto bene anche per il futuro, Gioberto mi dice che il loro 2014 sarà questo solo, circa 80000 bottiglie di Rosso Montalcino, da comprare a casse. Rosso Montalcino 2013, già in buona evoluzione si fa bere bene, ad un prezzo abbordabilissimo. Brunello di Montalcino 2011, rispecchia i tanti brunelli bevuti in anteprima alla cieca, anche lui mi ha dato buonissime sensazione di piacevolezza, le conferma stamattina alle 9,20. Brunello di Montalcino 2009, ne avrò bevuti una diecina andando in giro per aziende e durante le cene qui a Montalcino, annata bistrattata, a tre stelle, addirittura due per gli americani, invece? Non me ne ha deluso nessuno, questo si conferma in quella tendenza, buono, buono, buono. Il Giobi sta lì è il 2010, quanta curiosità di assaggiarlo, quanto desiderio, non mi sarei permesso mai di chiederlo di aprire, invece Gioberto mi vuole regalare questo momento incredibile, ricorderò sempre il giorno e l’ora, ricorderò l’emozione che mi ha fatto provare questo signore incredibile, in tutta la sua semplicità prende l’apribottiglie e mi regala questo momento bellissimo … buonissimo anche, eccola l’annata 2010, la sento grande in questo vino, si farà piacere in tanti anni a venire, io oggi me lo godo, si è fatto tardi dobbiamo salire ai banchi di assaggio, lui, il Giobi, vuole ancora il mio palato, il mio piacere, me lo prendo ancora, me lo godo ancora, grazie per questo momento indimenticabile, grazie per questo inizio di mattinata stupenda, a vistare un’azienda storica del Brunello e di Montalcino, in compagnia del proprietario e di tutto il suo essere, della sua storia, della storia della Fortuna.
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