Bar – Trattoria – Pizzeria
La Piazzetta
Frazione Valdivilla, 48
Santo Stefano Belbo (Cn)
Tel. 0141855363
Sapete tutti quanto mi piaccia mangiar bene, quanto, a volte mi piace mangiare in ristoranti pluripremiati, però? Questa ve la racconto, quando siete in un posto, paese in particolare o frazione in questo caso, in cui vi danno appuntamento dei produttori di vino, fai una riflessione, ti pare che questi non sanno mangiare. Ci stanno aspettando, noi siamo un po’ in ritardo, è una giornata molto bella, ci stanno aspettando fuori, la voglia di restare a pranzo sotto gli ombrelloni con vista vigna e chiesa è forte, ma la tavola è apparecchiata all’interno. Tovaglia di carta, per il resto non manca nulla. A volte si sta bene anche così in particolare se l’inizio è scoppiettante, è fritto. L’inizio sono dei ravioli fritti incredibili, vuoti dentro, uno spettacolo di leggerezza, pensi, ma non sono stati fritti nell’olio, pensi a tutte le cose che ci potresti abbinare, nel frattempo ne mangi uno, due … poi pensi ai salumi … ed eccoli arrivare, spettacolari con una frittatina verde da mettere in mezzo, da fare un boccone delizioso. Poi arriva lei, arriva la carne cruda piemontese, non penso che non ci abbiano messo nulla o se si, hanno dosato tutto alla perfezione per esaltare il sapore della carne. La mangio con il cucchiaio, vicino a me c’è un amico, un fratello a cui la carne cruda non piace, ci prova e la mangia, strabuzza gli occhi, ti conosco ragazzo, ti piace, sei sempre malato, questa ti rimette “ar monno”. Come non provarla con il raviolo fritto, detto fatto, un boccone prelibato senza tanti fronzoli, un boccone da re. Nel parlare prima di arrivare speravamo in plin plin e tajarin, da abbinare ai vini che avremo bevuti e che stiamo bevendo. Così dopo una torta di melanzane con formaggio, ecco arrivare il Plin Plin burro e salvia. Quando pensi a questo piatto, pensi che è difficile farli a mano, ci vuole pazienza, Dio dia pazienza e vita a queste donne che preparano questo piatto. Con il parmigiano, senza … è un ottimo piatto, evviva le trattorie. Ancora non finisce il mio entusiasmo che ecco arrivare i Tajarin, meno male che ci sono due vegetariani e prima di quelli al ragù arrivano quelli a burro e salvia. La cottura è perfetta, il condimento impeccabile da fare il bis ma ci sono altre cose in pentola. Tajarin al ragù e si va avanti. I vini: Dolcetto Diano d’Alba 2013 (in magnum) dei fratelli Armasso è andato giù con piacere durante gli antipasti, non bastando si è passati al Nebbiolo d’Alba superiore 2012 (in magnum) Crussi dell’azienda Ca’ Richeta di Enrico Orlando, accompagnato con gli antipasti e con i Plin Plin. Barbera d’Asti Superiore 2011 dell’azienda agricola But di Flavio Meistro, una Barbera di 16 gradi e non accorgertene, una Barbera che mi piace tantissimo, bevuta con tutto il cibo di oggi. Barbaresco 2012 dell’azienda Baracco Pietro bevuto con i Tajarin e con il secondo. Il secondo è stato il coniglio, il coniglio e il suo fegato. Questo banchetto è nato anche per una scommessa, bere il Sol, il passito di Ezio Cerruti con la carne. Ezio ha portato un magnum di Sol 2010, annata grande che gli ha permesso di produrre anche il suo Sol Botritys 2010 (sarà uno dei tre miei passiti per l’anno 2015). Penso che la scommessa l’abbia vinta io, facilitato dal fegato, ma era buono anche con le coscette del coniglio, il Sol si è esaltato in un bicchiere di vino stupendo, i suoi profumi all’olfatto, i suoi sapori al palato non sono mai scemati, anzi con il fegato sono usciti esaltati. Un grande vino un grande abbinamento. Spero di ripetere l’abbinamento con una grande bistecca, ma poi pensi che Enzo è vegetariano e non potrà mai apprezzare il suo ottimo vino con la carne. A finire i torroncini e i tartufini, buonissimi, di Gianfranco Cavallotto con noi al tavolo, dell’azienda Alta Langa Nocciole. A finire un pranzo pieno di momenti belli, felici, spensierati, di momenti di conferme di star davanti a persone, produttori che vale la pena conoscere, che vale la pena diffondere, che vale la pena frequentare. Grazie di tutto. Un ultimo complimento a Lorenza (con me in foto) la cuoca di questa ottima sosta, di questo ottimo posto che sarebbe bello fosse in qualsiasi paese della nostra amata Italia. In ultimo parlando di pizza, qui si fa di sera, la signora Lorenza mi ha fatto venir voglia di provarla e chissà … mai dire mai.
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