Bererosa 2015
Palazzo Brancaccio
Viale del Monte Oppio, 7
Roma
Se c’è un posto che mi piace a Roma per partecipare a una degustazione è questo, Palazzo Brancaccio, con i suoi giardini che non mi godo mai perché devo sempre scappare. Con i suoi bellissimi saloni dove basta alzare un attimo la testa per esclamare: che spettacolo! Della storia del posto ne avrete sentito parlare cento volte, comunque si può visitare il sito www.palazzobrancaccio.com, io sono qui per degustare e vado di fretta. Adesso faccio un appunto a tutti quelli che hanno criticato quegli splendidi ragazzi e ragazze della scuola alberghiera di Roma solo perché facevano saltare i tappi degli spumanti: è stata solo gioia, invece, e poi avrei voluto vedere qualsiasi sommelier con le temperature del giorno davanti a spumanti messi in ghiaccio all’ultimo momento. Evviva chi avuto l’idea di far fare questa esperienza a questi ragazzi. Il ghiaccio alle 17,00 non fa il suo effetto ma si inizia lo stesso e non può essere che Trentodoc: Revì, Zeni, Maso Martis e Balter su tutti gli altri. Con il proseguo della giornata, riassaggiati a temperature più consone il parere non cambia. Un fuoriclasse mi aspetta, lui non tradisce mai, lo adoro: La Scolca Brut Millesimato Soldati La Scolca D’Antan … dieci, undici, dodici anni sui lieviti ed è sempre un grande prodotto italiano. Lei arriva con il fresco, il fresco del suo spumante a rappresentare con la sua grande classe la sua azienda: Silvana Ceschin – Le Manzane. Si continua a uno a uno ad assaggiarli tutti, mi restano con piacere nella mente e nel palato i rosati di Marisa Cuomo, Pietraventosa, Cataldi Madonna con il Cerasuolo, Tenuta I Fauri con il Baldovino, Fattoria La Valentina con lo Spelt, Cantine Lunae. Si ritorna a spumanti saltati prima per il caldo: Castello di Stefanago e la loro ancestralità, D’Araprì tra i migliori assaggi di oggi, Cantina della Volta, Cola Battista. Una grande nota di merito va ai suoi vini a Monte Saline con i suoi due spumanti e il suo Rosè Vintage, un vino rosato molto particolare da risentire prima possibile. Due foto con qualche amico e qualche nuova conoscenza. Infine a salutare Damiano Calò e il suo rosato Mazzi che è più di un rosato ed è davvero buono. Vado via scendendo le scale per arrivare ai giardini, tra apette, banchi di assaggio di prodotti gastronomici e varie altre cose la serata si sta animando, il pullman non aspetta. Ancora una volta complimenti agli organizzatori di Bererosa che fanno di questa manifestazione un evento ogni anno più importante per questi vini rosati che d’estate sono di gran moda.
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