Ca’ D’Gal -Santo Stefano Belbo (At)

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Az. Agricola Ca’ D’Gal

di Alessandro Boido

S.V. di Valdivilla 1

Santo Stefano Belbo (At)

www.cadegal.it

Io sono un appassionato di vini passiti, vendemmie tardive, ma non mi dite di aprire uno di questi vini  con un dolce. Con il dolce la mia idea di vino è il moscato d’Asti e chi meglio di Alessandro Boido con la sua azienda Ca’ D’Gal rappresenta il Moscato d’Asti? Non c’è solo lui, ma i suoi sono vini prima che spumanti dolci. Venirlo a visitare era da sempre un desiderio, questa volta ero lì, a due passi. Si era a pranzo con Massimo Pastura, avevamo invitato anche Alessandro, ma lui aveva impegni, così andiamo a trovarlo noi, con molto piacere anche di Massimo. In poco tempo siamo al bivio che scende nell’agriturismo, nell’azienda e nelle vigne di Alessandro, curate nel modo che più mi piace, erbe spontanee in mezzo ai filari, di quel periodo, cioè tarassaco e camomilla. Ci sediamo,  il nostro tavolo da proprio sulle vigne, a livello del terreno, a livello dei fiori che si vedono dalla finestra a vista. Arrivano i bicchieri e Alessandro sparisce per  la prima volta, tornando con il primo moscato fresco, inizia la degustazione:

  1. Lumine 2015 Moscato D’Asti, da vigne di 20, 35 anni nasce il cavallo di battaglia dell’azienda, i discorsi di Alessandro portano alle rese basse, per portare acidità e far mantenere intatta la dolcezza, i profumi sono stupendi, inizi a berlo e il pensiero corre ai dolci, a creme, a mandorle e a nocciole,  a qualsiasi tipo di dolce, davvero uno spumante di una freschezza superba (85);
  2. Sant’Ilario 2014 Moscato D’Asti, prodotto nuovo, sinceramente non ricordo da che annata viene prodotto, ricordo però che erano uve destinate a una cantina sociale, mi piace la decisione di Alessandro di fare quest’altra etichetta, uno spumante molto più lungo e piacevole del precedente, davvero una bottiglia che fa pensare a chissà ad altre cose al di fuori dei dolci … (87);
  3. Pian del Gaje – Langhe DOC Freisa 2013, cosa aspettarsi da una buona Fresia? Che sia di facile beva, questa lo è (82);
  4. Vite Vecchia 2009 Moscato D’Asti, dal primo sorso colpisce, sembra di sentire tutte le erbe piantate fuori che arricchiscono la cucina dell’agriturismo, una bocca lunga, il richiamo ai dolci, alla pasticceria, alla fine pasto (88);
  5. Vite Vecchia 2008 Moscato D’Asti, non paragonabile al precedente, meno profumi, meno intensità in bocca, lo servirei un po’ più fresco forse sbagliando, penso che comunque finirebbe anche questa bottiglia con piacere,  (85);
  6. Vite Vecchia 2006 Moscato D’Asti, quanto tempo resisterai così bello e buono, immagino crostate ad un  sorso, millefoglie ad un altro sorso,  dolci e sorsi fino a stancarsi, una torta salata no? Ce lo proverei volentieri (87);
  7. Vigneti di Ca’ D’Gal – Moscato D’Asti … anno? Forse un 1992 o forse un 1994, un vino intrigantissimo, la prima cosa che mi viene in mente è: “ma il dolce dove sta, l’alcol dove sta?” Alessandro guardandomi mi racconta che un bravissimo sommelier, aggiungo io, Giovanni Sinesi del Reale Casadonna ha detto che questo è il miglior tè che abbia mai bevuto. Io dico che sarei restato lì a contemplarlo per ore ci avrei mangiato … un sushi persino, tanto era  buono, buono e ancora buono, il punteggio? non saprei visto che è la prima volta che mi trovo  davanti a un vino, un tè, così.

Ricordo un 1995 diversi anni fa al Vinitaly, era una via di mezzo tra questo e un Moscato dolce, ero con Domenico Clerico che ne rimase entusiasta, con noi c’era anche Maricla Affatato con suo marito il regista Enzo D’Alò, a degustare questi moscati, disse ad Alessandro, li posso comprare tutti? Alessandro gli rispose: “Venga in cantina e li assaggeremo con calma insieme.” Ecco in questa risposta c’è tutta l’ospitalità dimostrata oggi, non avevo dubbi ci conosciamo da diverso tempo, venire a trovarlo era nei miei sogni, ora è un altro sogno realizzato, il sogno di trovare tutto quello che pensavo di trovare, un’ottima azienda che produce, forse, ma anche senza forse, il miglior moscato d’Asti al mondo. Adesso resta la voglia di tornarci, magari di pranzare o cenare nel suo agriturismo., si è fatta la visita si farà anche un pasto prima o poi … meglio prima possibile. 

 

Pasquale Pace
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