Campi Flegrei… falanghina e non solo, qui ci sono tante cose belle e buone

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Campi Flegrei, Ischia e Capri 
Consorzio Tutela Vini bianchi Campi Flegrei, Ischia e Capri
Maison Toledo Con Ais Napoli e Malazè
Pozzuoli (Na)

Eccomi a raccontare i due giorni passati nei Campi Flegrei. È stato un fine settimana molto bello, con le temperature giuste per far tutto ciò che si poteva E voleva fare. Dopo l’ottimo pranzo al ristorante Sud a Quarto, di cui ho parlato già (http://www.ilgourmeterrante.it/sito/si-va-verso-sud-sud-ristorante-si-va-mangiare/), arrivai a Pozzuoli per prendere la mia camera e andare alla prima degustazione, una degustazione strana per i luoghi in cui siamo, una degustazione dal nome: “Il Piede Franco, l’importanza delle radici”. Piede franco anche nei Campi Flegrei, ok… e allora perché degustare tre vini toscani? Domande a parte, c’era la Toscana, il piede franco pure, quindi non si poteva non iniziare con il Vigne le Nicchie 2012 di Pietro Benconcini (da uve Tempranillo). Un vino e un vitigno che mi piace tanto, per l’occasione in anteprima l’annata 2012. Un grande vino, come sempre d’altronde. Il secondo vino fu: Fattoria di Lamole di Paolo Socci – Le Viti di Livio Toscana IGT 2012 da uve “Sangioveto” di Lamole, un vino che mi andrebbe da risentire prestissimo con altre temperature, molto interessante. Il terzo vino arrivava dalla provincia di Arezzo, dal Podere Bellosguardo – Pied Franc Toscana IGT 2013 in magnum, da uve Syrah e Sangiovese, anche questo da risentire il prima possibile. Si stava facendo sera e non potevo di certo perdermi lo splendido tramonto sul golfo di Pozzuoli. Non avevo fame, ma magari una pizza ci sarebbe stata bene. Era sabato sera e le due pizzerie che mi interessavano erano pienissime, così visto che la mia mente già viaggiava verso il giorno dopo, alla passeggiata mattutina al lago D’Averno, me ne andai a piedi in albergo, mi feci portare un po’ di frutta e di corsa a nanna. Il mattino seguente era, come previsto una bellissima giornata, temperature giuste per camminare, feci colazione e partii. Ammirai il golfo di Pozzuoli, l’isola di Capri anche se con un po’ di foschia si vedeva bene in lontananza. Una bella passeggiata fino al lago, tutto in piano, vista mare prima e poi un lungo rettilineo alberato. Ad avere avuto tempo c’era la possibilità di fare l’intero giro del Lago: un cartello, ben fatto, indicava la distanza, il tempo di percorrenza e le calorie che si sarebbero bruciate… peccato, sarà per la prossima volta. Tornai in albergo per prepararmi ai 19 vini che mi attendevano. La degustazione tenuta da un’impeccabile Monica Coluccia, coadiuvata da Gerardo Vernazzano, presidente del Consorzio; Luciano Pignataro, giornalista del Mattino e uno dei più importanti blogger italiani; Tommaso Luongo, presidente dell’Ais Napoli e Rosario Mattera, tuttofare per Malazè,  si chiamava: Campi Flegrei, Ischia e Capri: I bianchi 2016 a cura del Consorzio Tutela Vini Campi Flegrei, Ischia e Capri; a servire i sommelier dell’AIS di Napoli. 16 Falanghine dei Campi Flegrei più 1 vino dell’isola d’Ischia e 2 dell’isola di Capri a caratterizzare un territorio in 5 distretti più le due isole. Il migliore è risultato come sempre La Sibilla, falanghina che non spicca solo qui nei Campi Flegrei, ma se la batte con tutte le falanghine campane. Buone sorprese dalla cantina Contrada Salandra: portarono un campione da vasca e usciranno con il 2016 chissà quando (lode a voi anche per questo). Finalmente una falanghina che si farà aspettare, l’unica falanghina con 25 giorni di macerazione, l’aspetterò con piacere per risentirla, convinto che mi sorprenderà. L’altra sorpresa arrivò dalla Coop. Sociale Esistenza, in una simpatica e bella etichetta con scritto: “BENICOMUNITERRITORIOSOLIDARIETA”, “COOPERAZIONEANTIMAFIACORAGGIO”, il nome del vino “SELVA LACANDONA” e ancora “RISPETTOBENICONFISCATIAMBIENTE”, infine “CAMBIAMENTOALTERNATIVARICICLO”. Vigneto? Una falangina che scalpitava, una sensazione di selvaggio, molto intrigante, una falanghina da seguire e da tramandare.

L’enologo di questa azienda è Gerardo Vernazzaro, complimenti a lui. Gerardo oltre a essere il presidente del consorzio, insieme a sua moglie Emanuela Russo è il proprietario di Cantine Astroni: loro producono due falanghine e in degustazione avevano esposto la falanghina di entrata, il Colle Imperatrice: piacevole, si faceva bere in maniera “sbicchierevole”. La loro seconda falanghina Vigne Astroni viene da una vigna molto bella, collocata all’esterno del vulcano spento degli Astroni, una falanghina che ricordo davvero ben fatta e ottima da bere subito… Magari anche domani e dopodomani. Fuori dai Campi Flegrei, quindi in una delle due isole, abbiamo degustato un grande classico della viticoltura italiana, il Casa D’Ambra – Ischia Bianco DOC da uve Biancolella e Forastera, un vino che non ti tradisce mai, senza eccellere si mantiene in tutta la sua piacevolezza e bevibilità. In tutta la degustazione è uscito in maniera predominante il coraggio di coltivare questi pochi ettari di falanghina nei Campi Flegrei, vigne che veramente hanno bisogno di coraggio e determinazione, complimenti vivissimi a chi investe e lavora questi territori. Alla fine della degustazione, in una bella terrazza dell’albergo Maison Toledo, sul golfo di Pozzuoli, consumammo un buon pranzo, iniziato con un bellissimo brindisi tra produttori, giornalisti, blogger, sommelier dell’Ais Napoli e l’organizzatore di Malazè. Il tempo, come al solito tiranno, ci fece lasciare poco dopo quella splendida terrazza per trasferirci, di lì a poco, in quel della Solfatara… ma questa è un’altra bellissima storia e ve la racconterò più in là. Nell’attesa ho passeggiato lungo il golfo di Pozzuoli.

Pasquale Pace Il Gourmet Errante e Gianluca Ciotti

Pasquale Pace
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