Cantina Domenico Clerico
Località Manzoni, 67
Monforte d’Alba (Cn)
www.domenicoclerico.com
Ma perché uno come me dovrebbe scrivere di Domenico Clerico dopo la sua morte? La risposta è semplice, perché con lui ho passato momenti indimenticabili, momenti che non saranno mai cancellati nella mia testa, nelle mie emozioni. Ogni volta che ero in Langa con i miei amici, lo chiamavamo e lui ci rispondeva in un attimo: Non diceva mai di no: o diceva di aspettarlo un po’ di tempo, e quel tempo era sempre preciso, oppure diceva: venite sono qua. Negli anni sono andato diverse volte nella sua cantina, l’ho vista costruire, fino a diventare una cantina spettacolare, è la parola adatta. Quando lo ascoltavo raccontare le sue cose, sempre con il sorriso, sempre con battute ma anche sempre con un velo di tristezza… Ogni tanto prendevo la parola e una volta gli dissi: Domenico la tua cantina dovrebbe diventare un luogo dove si studia il nebbiolo, una fondazione dedicata a te, a tua figlia. Da quella volta, ogni volta che mi incontrava, mi diceva prendendomi il viso tra le mani: ricordati sempre la “fondazione”, lo studio del Barolo. Poi lui un giorno mi disse una cosa bellissima sul “Cesanese”, un aneddotto che racconto sempre quando parlo del vitigno del mio paese e dei dintorni. Erano i primi anni duemila, si parlava di tagli con altre uve e chiesi a lui: Domenico che cosa potrebbe migliorare il Cesanese? Lui si alzó, mi prese per il colletto della camicia e mi disse: Ricordati che il Cesanese è il Nebbiolo di Roma! Le sue parole non sono cadute invano, finalmente tanto Cesanese buono si beve a Roma e non solo. Un’altra cosa ricordo, ricordo la sua generosità, non c’era una volta che non ti regalava una bottiglia, a volte anche due, delle sue migliori, non potevo decidere di comprare nulla, perché lui ti avrebbe regalato tutto quello che avevi preso. Al Vinitaly poi era sempre una festa, se non ti mettevi seduto ti fulminava con i suoi occhi e via a bere tutta la sua linea. Ho appreso la notizia durante una degustazione, chi conduceva la degustazione, ha letto un messaggio che gli diceva della morte di Domenico, stavamo degustando un vino rosso, non dei suoi purtroppo, è partito un’alzare i calici, è partita la lacrima, sei partito tu grande produttore, grande uomo pieno di forza e coraggio. Racconta a tutti lassù ciò che hai fatto qui e ti ameranno come tutti ti hanno amato in terra.
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