Due giorni di Chianti Classico Collection, 270 vini degustati per arrivare ai miei 16 migliori

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Chianti Classico Collection 2019
Stazione Leopolda
11 e 12 Febbraio 2019
Firenze
www.chianticlassico.com
www.anteprimetoscane.it
www.ilgourmeterrante.it 
www.codivin.com
www.cantinaconforme.it 
www.vinointorno.it

 

Chianti Classico Collection 2019, due giorni di degustazione, due giorni molto interessanti e appaganti, due giorni al mio posto di sempre, fondo sala estrema sinistra con vista del banco dove sono in bellavista i circa 474 vini da degustare anche se ne mancava qualcuno. 


I vini erano in questo ordine: 
Chianti Classico DOCG 2017 – Chianti Classico DOCG 2016 – Chianti Classico DOCG 2015 – Chianti Classico DOCG 2014 – Chianti Classico DOCG Riserva 2016 – Chianti Classico DOCG Riserva 2015 – Chianti Classico DOCG Riserva 2014 – Chianti Classico DOCG Riserva 2013 – Chianti Classico DOCG Riserva 2012 – Chianti Classico DOCG Riserva 2011 (due soli) – Chianti Classico DOCG Riserva 2010 (uno solo) –  Chianti Classico DOCG Gran Selezione 2016 – Chianti Classico DOCG Gran Selezione 2015 – Chianti Classico DOCG Gran Selezione 2014 – Chianti Classico DOCG Gran Selezione 2013 – Chianti Classico DOCG Gran Selezione 2012 e Chianti Classico DOCG Gran Selezione 2011.

Io, anche grazie a sommelier molto efficienti e con la giusta professionalità, ne ho degustati circa 270, di questi, ecco i miei migliori 16.

  1. Podere La Cappella – Chianti Classico DOCG Riserva Querciolo 2015, Sangiovese 100%. Per il secondo anno consecutivo alla scoperta di questo vino, dopo la mia degustazione alla cieca, mi viene voglia di alzarmi e andare a conoscere i proprietari. Al mio arrivo trovo imbarazzo, proprio per questa cosa.  Al banco però trovo  il sorriso del signor Bruno e di sua figlia Natascia e tutto svanisce in un lampo. Mi faccio versare i loro vini tra cui quello in oggetto, mentre lo degusto e apprezzo mi faccio spiegare il modo di come lo producono, nel frattempo arriva il loro enologo Valentino Ciarla. Ebbene si, così è bello fare i complimenti a tutti e tre insieme per mettere in bottiglia un’ottima uva, un ottimo vino (89++). Al loro banco hanno anche l’IGT Toscana Rosso Cantico 2012, 100% Merlot, un Merlot che merita attenzione, direi tanta attenzione.
  2. Il Barlettaio – Chianti Classico DOCG 2016, 94% Sangiovese e 6% Merlot. Alla cieca ho scritto: “vino con un’acidità trascinante che porta ad un gusto davvero piacevole, un bel naso accompagna la beva, il vino ti avvolge con tutto il suo sapore, persiste in bocca una ottima piacevolezza”. Dopo aver scoperto di chi era, mi sono sentito felice, credo al loro lavoro e quindi ho aggiunto: “sono contento davvero, bravi assai”(90).
  3. Monterotondo – Chianti Classico DOCG Riserva Seretina 2015, Sangiovese 95% e Malvasia Nera 5%. A chi mi domandava se c’era qualche novità… il mio nome era Monterotondo. Dalle risposte mi sono accorto che non siete più una novità, siete un’ottima conferma, vi ho visto nelle liste dei migliori di molte testate e persone, la cosa mi fa molto piacere. Ma io scommetto ancora su di voi, per il modo di come state facendo vino, per i tini in cui avete investito, per come le stagioni vi vengano a favore stando lassù. Quindi con la conferma di stare davanti ad un grande sangiovese, vi stimolo con il dirvi che il meglio deve ancora arrivare. Il mio commento alla cieca è stato: “tanta “ROBBA” inizi  a colpirmi dal profumo, mi intrighi all’olfatto e alla beva, mi piaci un casino” (91+).
  4. Ormanni – Borro del Diavolo Chianti Classico DOCG Riserva 2015, Sangiovese 100%. Alla cieca ho commentato: “un profumo un po’ austero, ma misterioso intrigante, lo aspetterei per farmi sorprendere, il tutto si ripete al palato, il pensiero corre avanti a quando diventerà un ottimo vino”. Alla scoperta era Ormanni, era il Borro del Diavolo, con questo dico che stava sotto agli altri anni, ma le prospettive sono più che rosee. Una delle mie aziende preferita nel Chianti Classico e si conferma anche con il Chianti Classico Ormanni 2016, invece vorrei risentire il Chianti Classico Gran Selezione Dugentanni Etichetta Storica 2013. Ritornando al Borro si becca un buon novanta (90).
  5. Poggerino – Chianti Classico DOCG Poggerino 2016, Sangiovese 100%. Alla cieca ho scritto: “vino fantastico, classe fluida fatta vino, top, bevuta top” (93). Appena scoperto, visto che era il Poggerino, mi sono ricordato che mi era piaciuto tanto anche  il suo Chianti Classico Riserva Bugialla 2016, di cui avevo scritto: “spettacolare, mi piace tanto, profumi imperiosi, bocca di piacevolezza rara (92+)”. Un’azienda, due vini tra i miei preferiti, ne ho scelto uno, li avrei potuti mettere entrambi. Tutto questo mi ha fatto alzare dalla mia postazione per andare a fare i miei più sentiti complimenti a Piero Lanza. Lui mi ha ringraziato e invitato a visitare l’azienda. L’ho messo nei miei programmi, anche perché non è la prima volta che mi stupisce.
  6. Caparsa – Chianti Classico DOCG Riserva Caparsino 2016, Sangiovese 100%. Alla cieca ho scritto: “dai profumi un po’ sbizzarriti, vino un po’ selvaggio, materia tanta, ti do il tempo per stare un po’ in bottiglia perché sono sicuro che mi stupirai”(89+). All’uscita del nome del vino e del produttore, il mio scritto ci sta tutto. Non vedo l’ora di degustarlo ancora, ciò avverrà durante Terre di Toscana e si candida già da adesso ad essere uno dei miei vini preferiti della manifestazione.
  7. Val delle Corti – Chianti Classico DOCG Riserva 2015, Sangiovese 100%. Alla cieca ho scritto: “vino di classe pura, lunghezza impressionante all’olfatto e alla bocca… “TANTO BONO” (93). Sono partito alla scoperta del loro banco, è stato bello trovare Roberto Bianchi e la sua signora, il banco era affollato, a gesti gli ho fatto capire che è un campione, vini che non mi tradiscono mai, lui mi ha sorriso, la sua signora mi ha fatto degustare tutto ciò che era sul banco, il piacere si è raddoppiato, triplicato, tra bottiglie da 0,75 e magnum. Un’azienda che è un punto saldo del Chianti Classico di Radda in Chianti.
  8. Castell’in Villa – Chianti Classico DOCG Riserva Castell’in Villa 2013, Sangiovese 100%. Alla cieca ho scritto: “avvolgente, ti abbraccia e ti fa esclamare “BONO-BONO-BONO”, sapore pieno di gusto e di classe” (93). Mi alzo, prima di tutto per andare a salutare il Massimo Maccianti che sta dietro al banco, poi per fargli i complimenti per questo ottimo vino. Lui con il suo solito sarcasmo mi dice: “ecco ce lo dovevi dire tu che è buono”. Che è buono te lo dicono in tanti, che è “BONO – BONO – BONO” te lo dico io. Ecco quando è giusto aspettare un vino sapendo ciò che si ha in cantina prima e in bottiglia dopo.
  9. Il Palagio di Panzano – Chianti Classico DOCG  Riserva 2015, Sangiovese 100%. Profumi intensi di buono, di ottimo, alla beva è intenso, bocca intrigante, voglia di farsi bere ancora, un vino molto buono (91+). Alla scoperta mi sono trovato il vino di un’azienda che considero in netto progresso qualitativo. Oggi stranamente il loro cru, Le Bambole 2013, era un po’ indietro, quasi fosse geloso della bontà del suo fratello minore, ma su di lui ci scommetto e ci scommetterò sempre, come scommetto sull’azienda di Monia Piccini e di Franco Guarducci.
  10. Il Palagio di Panzano – Chianti Classico DOCG  Riserva 2015, Sangiovese 95% e Canaiolo 5%. Alla cieca ho scritto: “profumi di vino buono, all’assaggio un vino pieno di beva diretta, avvolgente, forse ancora un po’ giovane… da scommetterci” (90++).  Visto l’azienda, mi sono rilassato sulla sedia e ho pensato: “brava Susanna, ormai non sbagli più un vino”. Dei Fabbri ho apprezzato tanto anche un buonissimo Chianti Classico DOCG Lamole 2017. Una garanzia, una gioia che arriva da vigne e azienda tra le mie preferite nel Chianti Classico.
  11. Castellinuzza e Piuca – Chianti Classico DOCG 2017 (campione da botte), Sangiovese 90% e Canaiolo 19%. Alla cieca non mi era piaciuto, arrivava solforosa, mi sono fatto portare un’altra bottiglia, era già meglio, ma non ero ancora convinto. Ho visto di chi era, ho pensato di non aver sentito mai queste cose da questa azienda, a quel punto sono andato al tavolo e ho trovato il vino che conosco, quando è in forma è pieno di finezza, la bevibilità grande è la sua caratteristica, la bottiglia finisce e si è felici. Sono andato via felice. L’ho riassaggiato seduto e ho messo il punteggio (89+).
  12. Riecine – Chianti Classico DOCG 2017, Sangiovese 100%. Alla cieca ho scritto: “sono sicuro che questo è uno dei miei vini preferiti, di azienda che mi piace tanto, la sua beva è diretta e carezzevole, da risentire ogni volta che mi capiterà in degustazione, da comprare in un’enoteca e al ristorante”. Poi guardo ed è il Chianti Classico di Riecine, il tutto viene confermato. Loro sanno fare vino e io so apprezzarlo sempre (89++).
  13. Conti Capponi – Villa Calcinaia – Chianti Classico Gran Selezione Vigna Contessa Luisa 2016, Sangiovese 100%. Questo non l’ho fatto alla cieca, nel prendermi per assaggiare il loro Metodo Classico, buono anche questo, ho visto che c’erano sul banco tre vini, tre Gran Selezione 2016, ero quasi alla fine del tempo per degustare e li ho chiamati tutti e tre insieme. L’assaggio è stato emozionante, tutti e tre uno più buono dell’altro. La mia preferenza è andata sulla Contessa Luisa per un punto e mezzo rispetto al Villa Bastignano, appena dietro Vigna La Fornace. Della Contessa ho scritto: “profumi intensi, beva lunga, “caprioleggiante” ad invadere tutto l’apparato gustativo, resta lì intenso, quasi si mastica, un sapore da gran vino” (92+). Fare una Gran Selezione è difficile, Sebastiano Capponi è riuscito a farne tre… complimenti e applausi per te.
  14. Monte Bernardi –  Chianti Classico Retromarcia 2017 (prova da botte), Sangiovese 100%. Stavo quasi per finire la degustazione del secondo giorno, mi sono messo a vedere quali vini mi erano rimasti da assaggiare, così ho chiamato il n° 41 sapendo cosa era. Annuso, bevo, al primo sorso ho esclamato: “eccolo il Retromarcia che adoro, eccolo il vino che mi porterei a cena stasera, eccolo il vino in cui scriverei sulla bottiglia “VINO BONO” quando finisce. Vino da bere a sorsi infiniti, vino da consigliare a tutti “(88+).
  15. Pomona – Chianti Classico 2017 (prova da botte), Sangiovese 100%. Forse hanno sbagliato loro, forse ho sbagliato io, ma quando mi è arrivato il numero 140 alla cieca ho scritto: “vino fantastico, una bomba atomica di gusto e piacere, il top (94)”. Mi sono alzato e sono andato diretto alla postazione numero 20, c’era gente, mi sono servito da solo e… uno, due, tre e quattro, quattro vini superlativi. L’azienda Pomona a Castellina in Chianti oggi è da andare a visitare, studiare, godere, conoscere e tramandare. Mi sarò pure sbagliato a mettere la foto, ma vi assicuro che per gli atri vini se non è 94 sarà 93. Tra i miei migliori vini dell’intere anteprime toscane.
  16. Castello di Monsanto – Chianti Classico Riserva 2015,  Sangiovese 90%, Canaiolo 5%, Colorino 5%. Alla cieca ho scritto: “profumi non definiti, ma con tanta voglia di riannusarlo, mi piace, lo bevo e va giù senza fermarsi, il sapore è intenso, intrigante, vino interessante “ASSAI” da andare a sentire al banco”. Al banco vado e ho la conferma di questa riserva (89+), al banco degusto un buonissimo Chianti Classico 2017 (prova da botte), vado a rivedere i miei scritti e del numero 19 avevo scritto: “vino piacevolissimo, si beve con piacere senza sosta” (88). Ecco, dopo due giorno la visita a loro, qualcosa da non dimenticare mai.    

Dopo aver scritto sui i miei 16 vini migliori della Chianti Classico Collection 2019, mi viene da fare una considerazione. Undici di questi 16 vini sono prodotti con sole uve sangiovese. Tre anni fa, durante la visita a Fontodi, Giovanni Manetti, oggi presidente del Consorzio mi disse: “mi piacerebbe tanto che nel Chianti Classico si facessero vini solo da uve sangiovese”. Io sono pianamente d’accordo, anche perché poi oltre a colorino, canaiolo… a volte vien voglia di mettere altro.
Tra i vini degustati, oltre a questi 16, mi sono piaciuti i vini di Fontodi, in particolare il Chianti Classico Gran Selezione Vigna del Sorbo 2015, occhio attento alla 2016, e per il terzo anno consecutivo, il “Filetta” di Lamole. 

Da non dimenticare l’ottimo Chianti Classico dell’Erta di Radda 2016, vino che non vedo l’ora di risentire a Terre di Toscana e chissà che non abbia già uno dei miei preferiti per quella manifestazione.
Tra gli altri da segnalare, eccoli uno alla volta: Villa Trasqua – Chianti Classico DOCG Riserva Fanatico 2013; Podere Castellinuzza – Chianti Classico DOCG 2014; Montesecondo – Chianti Classico DOCG 2017; Isole e Olena – Chianti Classico DOCG 2017 (prova di botte) a finire Podere L’Aja – Atto a divenire Chianti Classico 2016  (campione da botte). 


Con la foto del salone, con la foto dei sommelier che hanno fatto servizio durante la manifestazione, si chiude una due giorni molto interessante. All’anno prossimo con grande piacere.   

Pasquale Pace
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