Antonio Camillo
Loc. Pianetti di Montemerano
Fraz. Montemerano
Manciano (Gr)
Poderi di Montevetrano (Gr)
www.lemacchiealte.it
Dell’amico Antonio Camillo vi avevo già parlato tempo fa, in occasione dei nostri primi incontri.
Le nostre strade si sono incrociate spesso negli ultimi tempi, motivo per il quale ho preso parte anch’io alla sua serata dedicata al “vino, cibo e uomini di territorio”, organizzata per festeggiare il primo tratto di strada da vignaiolo indipendente insieme a tutte le persone che lo hanno accompagnato con passione ed energia.
Prima la visita tra le vigne piantate sulla rossa collina di Vallerana Alta, tra i vigneti antichi ma che ancora resistono allo scorrere del tempo, come i loro proprietari del resto, i fratelli Corrado e Aristeo. Il tempo lì sembra essersi fermato, si fa tutto alla vecchia maniera e con genuinità.
E quella genuinità la ritrovi tutta nel bicchiere, assaggiando il Tutti i giorni bianco (trebbiano, malvasia e ansonica) e Tutti i giorni rosso (sangiovese, ciliegiolo e grenache), proprio tra le pareti della cantina in cui vengono prodotti.
Per la cena l’appuntamento era presso l’agriturismo Le Macchie Alte, dove era stata allestita una bella sala tutta per noi, impreziosita dal buon cibo preparato dall’ Osteria Tufo Allegro, dai formaggi di Tonino Pira e dai vini di Antonio.
Mangiammo il millefoglie di baccalà mantecato, passatina di ceci e bottarga di Orbetello, i ravioli di brasato di maremmana, il maialino di cinta senese in porchetta, patate al forno e torretta di cicoria ripassata e la pera al ciliegiolo, crumble alle nocciole e mousse di ricotta alla cannella. C’era anche dell’ottimo pane realizzato con le farine prodotte con il grano coltivato da Le Macchie Alte, così come anche la carne e la verdura erano di loro produzione.
Otto annate di Vallerana Alta al calice e tante altre in abbinamento ai piatti preparati da Domenico del Tufo Allegro: dai Tutti Giorni bianco e rosso 2016 al Vermentino 2016, dal Procanico 2015 al Ciliegiolo 2016, passando per il Morellino 2016, La Vallerana di Corrado 2015, il Vigna Vallerana Alta 2015 e in più un Anonimo 2015, un’edizione limitata versata solo per gli amici.
Inutile soffermarsi sulle sensazioni provate durante la cena; i vini di Antonio non hanno bisogno di commenti: sono tenaci e caparbi, ma al tempo stesso umili e amabili.
Sono gentili e sanno farsi rispettare, sgomitando pian piano nell’enologia che conta.
Lo specchio riflesso di Antonio, praticamente.
Le mie considerazioni sulla verticale di Vallerana Alta:
- 2008: è l’anno del convincimento del secondo fratello. Corrado decide di dare l’uva a Camillo ed è importante tutto ciò. Il vino lascia un po’ desiderare; non mi piacciono i vini che sanno di confetture.
- 2009: un po’ verde, si mantiene ancora, sbanda di alcool, pizzica, pare che si muova, non ci siamo… arriva la seconda bottiglia. Leggermente meglio, ma sà di prodotto con potenziale non sfruttato.
- 2010: in magnum, primo anno di botte grande. Si inizia a capire qualcosa. Ancora questo sapore di sotto spirito che mi disturba un po’, ma vivaddio, mi piace!
- 2011: si sono aperte più bottiglie; al profumo reggono ancora, ma in bocca nulla… peccato.
- 2012: sarà quel che sarà, un’annata calda, ma ci sento l’iniziare a capire quel che sarà e debbo dire che non mi dispiace.
- 2013: sei buono oggi, domani, e chissà per quanto tempo ancora. Acidità, sapore, profumi, buon palato… è il vino di Antonio, di Alessia, di Aristeo e Corrado. Mi piace tanto.
- 2014: poche bottiglie, solo 2000 hl. invece dei soliti 4000 circa. A quest’annata non si doveva chiedere nulla di più di ciò che è venuto. Bravo Antonio a capirlo e a produrre un vino di facile beva, niente male.
- 2015: è da dicembre che sta in bottiglia, lasciatelo stare almeno per un anno, poi scommetto io qualsiasi cosa che diventerà un grande vino, un grande Vallerana Alta.
Gianluca Ciotti e Pasquale Pace Il Gourmet Errante
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