Franz Haas, Weingut – Tenuta Pfitscher, Gasthaus – Locanda Kürbishof, dal mattino al primo pomeriggio e poi sarà un altro racconto

0

Franz Haas Az. Vinicola
Via Villa, 6
Montagna (Bz)
www.franz-haas.com

Weingut – Tenuta Pfitscher
Via Dolomiti, 17
Montagna (Bz)
www.pfischer.it

Gasthaus – Locanda Kürbishof,Altrei
Via Guggal, 23
Anterivo (Bz)
www.kuerbishof.it

Raccontare una giornata così in Trentino Alto Adige è raccontare momenti, vini, cibo di livello. Si inizia dalla visita di un’azienda che ha fatto la storia di questi luoghi. L’azienda è Franz Haas, ad aspettarci un giovane ragazzo molto preparato; e pensare che è qui solo da dicembre. L’affaccio sulla valle, la vista di una collina molto bella, ma non di proprietà dell’azienda, apre i miei tre giorni in Trentino Alto Adige.

Si parla dei vigneti di Haas, circa 55 ettari, tra proprietà, affitti e conferenti, i vigneti si trovano tra i comuni di Egna, Aldino e Montagna. La cosa che mi è piaciuta di più è sentire che alcune vigne arrivano anche a 1150 metri sopra il livello del mare, in particolare quelle a pinot nero. Si passa nella cantina dove si vinifica, è perfettamente a temperatura ed è tra l’antico e il moderno dove il legno primeggia. Quadri, botti scolpite, le etichette delle bottiglie diventati oggetti di culto, raccontano buona parte della storia di questa azienda.
Torniamo verso l’entrata, al punto vendita, molto carino e poi al tavolo per la degustazione. Degustati i bianchi: Pinot Bianco 2016, Pinot Grigio Lepus 2016, il primo vino arricchito dall’etichetta di Riccardo Schweizer, il Gewurztraminer 2016, il Moscato Giallo 2016, tutti e 4 con il tappo a vite, tutti da aspettare ancora prima di farli uscire sul mercato perché, ripensando alla cantina, potrebbero ancora migliorare. Ma si sà, il commerciale chiama e bisogna adeguarsi.
Passo ai rossi: Lagrein 2015, Pinot Nero 2014 e il famoso Moscato Rosa 2016, anche questi giovanissimi. Vado via convinto di aver visitato un’azienda italiana importante, ma non è per me.

La giornata continua con un’altra azienda guidata da un padre che ha sempre fatto questo lavoro e che ha trasmesso ai suoi due figli grande entusiasmo. La nostra visita la facciamo con Daniel Pfitscher, dal cognome capirete che l’azienda è Pfitscher, appunto. Suoniamo, entriamo e una splendida sala degustazioni si apre ai nostri occhi: tavolo alto, sgabelli e una veduta bellissima sulle vigne e sulla valle.
Con Daniel si va in cantina, di una pulizia chirurgica, con tutto il necessario, perfetta per fare vini di qualità. Mi accorgo che nonostante i già tanti vini che questa azienda produce (13 etichette provenienti da nove vitigni), si continui a sperimentare. E’ infatti previsto anche un metodo classico, forse due.
Proseguiamo il cammino verso le vigne vicino alla cantina. Con Daniel si parla di biologico, con qualche pensiero alla biodinamica, con tanta voglia di trattare le vigne nel modo più naturale possibile. Sento tanta passione e voglia di fare bene, sempre di più. E ciò mi piace, tantissimo.
Con entusiasmo si passa alla degustazione. Si inizia alla grande con il loro buon Muller Thurgau “Dola” 2016, che avevo già sentito, e che mi piace ancora una volta (86+);
Pinot Bianco “Langefeld” 2016;  Chardonnay “Arvum” 2016; Gewurztraminer “Stoass” 2016; Sauvignon Blanc “Saxum” 2016 (87+) – la sua bontà è accompagnata anche da un buon prezzo – Pinot Nero “Fuchsleiten” 2016, dai profumi intensi, piacevoli e coerenti con il palato, di grande bevibilità (87+); Pinot Nero “Matan” Riserva 2014 (assaggiato in più di un’occasione e sempre una rivelazione) (90); Pinot Nero “Matan” 2001, portata dal grande capo, il papà di Daniel, peccato per la bottiglia non in grande forma; Cortazo “Traubencuvèe” 2015, un legno invasivo che non mi piace, da risentire in futuro.
Il tempo scorre inesorabile e ci aspettano per pranzo, quindi ci salutiamo con le foto di rito e tante belle risate. Arrivederci a presto Daniel.

Si corre e si arriva un po’ in ritardo nel Gasthaus – Locanda Kürbishof Altrei. Ad aspettarci Erika di Haderburg e Chiara di Casata Monfort e c’è anche Hartmann, il proprietario del locale, che è anche colui che prende gli ordini, e in cucina, ma anche in sala, Sara, Angelika e Matthias.
Cestino del pane, niente male, con i classici pani altoatesini, ed il benvenuto, una frittatina davvero buona.
Si continua con il mio primo antipasto: l’insalata che vien dall’orto e dal giardino, fiori e vari tipi di erbe per una combinazione esplosiva in bocca… da mangiare rigorosamente con pane e mani. Intanto si beve uno dei due vini portati dalle produttrici, presenti anche in carta al Kurbishof insieme ad altre etichette di territorio con piccole divagazioni nazionali ed estere.
Il primo vino è il Brut di Haderburg, spumante che non tradisce mai, facilità di beva e semplicità.
Altro antipasto: salmerino marinato (Tullia Vinante, Masi di Cavalese) rafano e mela. Ce ne sarebbe voluto un altro tanto era buono, delicato. Ormai chi mi conosce sa che il salmerino è uno dei miei pesci preferiti. Assaggio anche gli antipasti degli altri, in particolare una testina di vitello tiepida con cipolla rossa e vinaigrette, gran buon piatto.
Si passa ai primi piatti: “Schlutzkrapfen” di farina bruciata con ripieno di borragine e ricotta. Quando la pasta ripiena si fa amare. Buono il primo boccone, ancor più buono il secondo, ottimi gli altri.
Secondo primo piatto: Canederli di ortiche e grattugia di “Zigerkas” (Albert Amort, Guggal). Il Canederlo è buonissimo, forse il formaggio lo avrei sciolto sopra ancora un po’.  Hartmann mi propone di assaggiare un altro tipo di canederli: adoro i cuochi che mi fanno le porzioni come dico io, un canederlo prima e uno dopo. Questo non lo avevo mai sentito: canederli di fegato in brodo, ma se mai tornerò un giorno, questo piatto caro Hartmann te lo chiederò di sicuro!
I secondi? La giornata è lunga ancora e quindi niente secondi, solo un piccolo assaggio: Coniglio (Agri2000, Tesero) “alla ligure” con polenta di Caldaro (Ruedi Heidrun, Caldaro). Ne ho assaggiato un pezzo e poi un altro, ad esser sincero non lo avrei preso mai. E avrei fatto male. Intanto l’altro vino si fa bere che è un piacere: Maso Cantanghel – Sot Sàs 2014, quanto è buona questa cuvée! E quanto è buona anche l’annata 2015! Non sarà da meno la 2016 che ho assaggiato qualche giorno dopo in cantina, ma di questa storia vi racconterò un altro giorno.
Eccoci ai dolci, i gelati, stupendi, di Hartmann: Rabarbaro buono, Sambuco da adorare, l’altro gusto non lo ricordo ma mi piaceva assai. Poi cioccolato, lavanda e mirtillo nero (Brownie alla canapa e cioccolato, mirtillo e spuma alla lavanda), gusti superbi per un dolce ottimo e anche molto bello da vedere. Un tris da far gridare: “ammazza che buoni ‘sti dolci!”. Crema catalana (buonissima), un tortino di cui non ho capito nulla , visto che me lo hanno divorato davanti agli occhi, variazione al caffè di Anterivo buonissima e da riprendere semmai tornerò.
Infine un classico del locale: dolce Angelica. Grandissimo finale.
Si conclude con le foto, con Hartmann che mi supporta la compagnia di quattro donne simpaticissime, un pranzo molto buono, ma soprattutto divertentissimo. Adoro le trattorie così, dove ti senti a casa e si mangia bene assai. Complimenti alla famiglia di Hartmann. Grazie alla bellissima compagnia di Erika, Chiara, Polin e Liliana.
Siamo ancora al pomeriggio e la giornata è ancora lunga, terminerò di raccontarvela molto presto.

Pasquale Pace Il Gourmet Errante e Gianluca Ciotti

Pasquale Pace
Share.

Leave A Reply