Giovanni Montisci
Via Asiago
Mamoiada (Nu)
Enoteca Mostó
Viale del Pinturicchio, 32
Roma
Tutto è nato con un messaggio su Facebook da parte di Giovanni Montisci che mi diceva: il 18 gennaio che hai da fare? Sei invitato alla verticale di 10 annate del mio vino. Devi portare solo tanta voglia di bere. A me sembrava un regalo per l’anno nuovo, per la befana, ho accettato subito; poi è arrivato il nome del locale dove si è fatta la verticale, Mostò a Roma. Giovanni possiede solo due ettari di vigna, vigne vecchie di 60 anni, fino ad arrivare a 85 anni, le vigne si trovano a circa 700 metri di altezza, ad alberello, su terreni sabbiosi. Le bottiglie sono poche, la qualità è tanta, fermentazioni con lieviti indigeni, senza solfiti, solo una piccola dose di solforosa prima dell’imbottigliamento, macerazioni come piacciono a me, serbatoio aperto con follature tre o quattro volte a giorno, le prime annate con sette giorni di macerazioni, fino ad arrivare a oggi con 30 giorni. Il locale dove si è svolta la verticale, Mostò, è un posto in cui mi sarebbe piaciuto venire altre volte, ma la sera mi è difficile, è un locale che mi piace, mi piacciono i locali su due livelli con tutto a vista. Il vino di Giovanni si chiama Barrosu da uve cannonau 100%, oggi la verticale di dieci annate più una, è andata così:
Barrosu Riserva Franzisca 2014, pizzica, mi piace tanto dal primo sorso, la mia brocchetta che fa da sputavino è lì, non mi viene di usarla, perché ho voglia di berlo ancora questo vino, e ancora, sarà giovane, ma per me è già buonissimo (90+);
Barrosu Riserva Franzisca 2013, profumi stupendi, lo conosco, l’ho bevuto, lo ritrovo ancora più buono, più in forma che mai, un vino davvero notevole, chi ne ha una bottiglia lo lasci maturare ancora, una bottiglia da grande goduria. Una nota: è il Barrosu con la più bassa gradazione di sempre, non che significhi molto ma io l’ho voluto sottolineare, alla fine risulterà il mio preferito (93);
Barrosu Riserva Franzisca 2012, 17,00 gradi alcolici. annata calda, se la porta dietro tutta, oggi non è neanche un giorno frutto, sbanda, si riprende un po’, sbanda ancora, però è tutto finito, Giovanni non ne ha più e va bene così, lo risento nei profumi, si riesce anche ad equilibrarsi un po’, ma è inferiore a tutti gli altri (86?);
Barrosu Riserva Franzisca 2011, dalla prima annusata mi dà sensazioni di classe pura, al palato è piacevole assai, mi ricorda qualche gran buona bevuta di questo vino, i ricordi ritornano piacevoli e persistenti, una gran buona bottiglia (91);
Barrosu Riserva Franzisca 2010, se ne può dire tutto: tappo? Puzzette? Colore? Bottiglia andata a male? Andiamo avanti, non tutte le ciambelle riescono con il buco (??);
Barrosu Riserva 2009 sempre di più il vino di Giovanni, lui inizia a capire sempre di più che potenzialità ha mano, grandi vigne per un grande vino, in quest’annata gli è scappata un po’ la mano, gradi più alti, ma lui non fa nulla è la natura che ha voluto così, un leggero residuo di zucchero, sembra che si muova, non è male lo stesso (88);
Barrosu Riserva 2008, mi piace tanto da subito, ci sento tanto il mare di quel meraviglioso Golfo di Orosei, Mamoiada sta scendendo la collina dalla parte opposta del mare, quel mare di una parte di Sardegna che porto dentro di me, che adoro, per questo il vino mi piace e ci vedo anche tanto futuro (89+);
Barrosu Riserva 2007, mi dà l’impressione che chi avrà la fortuna di sentirlo tra qualche anno, godrà ogni volta che ne aprirà una bottiglia e la berrà. Se pensiamo ad oggi, oggi è un vino molto buono, al palato tornano i tannini, ti dice di aspettarlo (89+), io oggi aspetto ancora e poche volte cambio il mio primo giudizio, quasi mai direi, per questo vino, oggi lo faccio, perché lo merita (92);
Barrosu Riserva 2006, oggi è il più corto in bocca, il meno buono di tutti, non so se è in fase discendente, ma non va, non è il mio Barrosu … (??);
Barrosu 2005, che vino, mi piace tanto, lineare, diretto, compiuto, lo sento, lo bevo, lo ribevo non cambia mai, è buono e basta, mi piace assai (91);
Barrosu 2004, lo sento non molto lungo, è simpatico però, si fa bere, si sente il mare nel bicchiere, sapido, non sarà tra i migliori ma si fa bere lo stesso (86).
Alla fine di undici annate di Barrosu posso dire che, non avevo dubbi, sto davanti a uno dei miei vini preferiti da sempre, quante volte abbiamo riso, scherzato, bevuto, con Giovanni durante le degustazioni, dietro al suo banco di assaggio, ogni volta, oltre a trovare un grande vino, ho trovato una bellissima persona, oggi lui è qui con noi, è felice, è apprezzato, si sente in tutta la sua modestia orgoglioso di quello che fa, io gli dico ancora mille volte grazie di avermi fatto partecipe della sua vita vitivinicola, della storia del Barrosu. Nel dire grazie anche a Ciro e a tutto il locale Mostò, alzo il calice e brindo con il vino bianco di Giovanni, quel Moscato chiamato Modestu , prodotto solo in annate particolari, che quando c’è da la gioia di bere anche un buon vino bianco di Montisci, dà la gioia di dire che ho raccontato un pomeriggio bellissimo.
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