Tre Bicchieri Emilia Romagna
per la guida “Vini d’Italia 2019” del Gambero Rosso
Via Ottavio Gasparri, 13/17
Roma
www.gamberorosso.it
Si continua con i Tre Bicchieri dell’Emilia Romagna… il mio ritornello che segue mi piace tanto e forse lo metterò per ogni regione. Qualcuno storcerà la bocca, ma ognuno è padrone di ciò che vuole fare della propria vita e a me questa cosa diverte. Mi diverte controllare, curiosare, confrontare con gli anni passati e per almeno i prossimi due mesi aspetterò, regione per regione, i premiati fino alla degustazione di Roma. Una volta ne ero veramente preso per tutto l’anno, non lo nego con le guide ho imparato tante cose, oggi le metto in libreria e poche volte le vado a prendere, ma le voglio perché mi diverte averle e a volte consultarle. Ecco l’elenco dei premiati con il commento, tra virgolette, per la regione della redazione del Gambero Rosso:
“Qualcosa si muove nella zona più orientale dell’Emilia: dopo qualche anno di calma, infatti, sia dai Colli di Parma sia, soprattutto, da quelli Piacentini arrivano segnali incoraggianti. Il vitigno che può rappresentare il simbolo del rinascimento locale è la malvasia di Candia aromatica, interpretata principalmente nella versione secca e ferma: un vino capace di essere piacevole da giovane, ma che mostra anche insospettabili doti di longevità. Ancora da definire, invece, cosa vorrà fare il Gutturnio “da grande”. La coesistenza nella denominazione di vini giovani, invecchiati, fermi, frizzanti rischia di creare confusione.
Sui Colli Bolognesi, invece, il fenomeno Pignoletto sta oscurando le altre tipologie di vino storicamente prodotte in zona. Nel mezzo, le vaste terre del Lambrusco. Detto che l’annata 2017 è stata più favorevole alle coltivazioni di pianura rispetto a quelle di collina, che hanno maggiormente sofferto la siccità, è sempre il Sorbara – con ovvie, virtuose eccezioni soprattutto dalle parti di Reggio Emilia – a spiccare nelle nostre degustazioni. Il ritorno sempre più in voga del Metodo Ancestrale e la crescita quantitativa e qualitativa delle versioni Metodo Classico promettono sviluppi interessanti nel prossimo futuro. In Romagna si lavora sulle diverse sottozone. Sul Sangiovese il processo ha definito una mappa ben codificata nella Doc Romagna, dove spesso viene dunque riportata in etichetta la Menzione Geografica Aggiuntiva. E c’è da dire che molti vignaioli stanno lavorando proprio in questa direzione, ridefinendo l’idea stilistica cercando di declinarla sul piano territoriale. Lavoro non facile, per le tante aree geografiche e per l’incredibile eterogeneità delle aziende presenti, dalle grandi cooperative ai piccoli artigiani. Eppure la meta vale il viaggio. Mai come oggi si sono assaggiati vini così diversi, dovuti al mix tra idee produttive e caratteri di terroir differenti.
Ne diamo conto con i Tre Bicchieri, ovviamente, ma soprattutto con una griglia di realtà che giocano a definire la “Nuova Romagna” del vino. Sul fronte bianchista non accenna a smorzarsi il fenomeno Albana. Tante le interpretazioni di questa varietà classica, da quelle in sottrazione alle più ricche e materiche, passando per le versioni macerate sulle bucce. Il fenomeno è interessante ma il rischio di confusione è alto. E le eccellenze vere sono ancora poche.
Callas Malvasia 2015 – Monte delle Vigne
Colli di Rimini Cabernet Sauvignon Montepirolo 2015 – San Patrignano
Lambrusco di Sorbara del Fondatore 2017 – Cleto Chiarli Tenute Agricole
Lambrusco di Sorbara Leclisse 2017 – Alberto Paltrinieri
Lambrusco di Sorbara V. del Cristo 2017 – Cavicchioli
Reggiano Lambrusco Brut Cadelvento Rosé 2017 – Venturini Baldini
Reggiano Lambrusco Concerto 2017 – Ermete Medici & Figli
Romagna Albana Secco I Croppi 2017 – Celli
Romagna Sangiovese Modigliana I Probi di Papiano Riserva 2015 – Villa Papiano
Romagna Sangiovese Predappio Godenza 2016 – Noelia Ricci
Romagna Sangiovese Superiore Bartimeo 2016 – Stefano Berti
Romagna Sangiovese Superiore Biagio Antico 2016 – Ancarani
Romagna Sangiovese Superiore Predappio di Predappio V. del Generale Riserva 2015 – Fattoria Nicolucci
Romagna Sangiovese Superiore Sigismondo 2017 – Le Rocche Malatestiane
L’anno scorso 16, quest’anno 14. Due vini in meno dell’anno scorso, mi viene da pensare…siete stati cattivi, quindi beccatevi questa. Comunque qualche sangiovese di questa regione che mi piace c’è e va bene così, complimenti a Villa Papiano e a Noeilia Ricci, il resto? Mi sembra che ci debba stare sempre e c’è…i compiti sono stati fatti bene.
Mi mancano tanto i Tre Bicchieri a qualche vino dei fratelli Gallegati.
Alla prossima regione, ai premi speciali… alla grande degustazione che si avvicina.
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