E siamo giunti alle pizze, le migliori del 2017 o, per meglio dire, quelle che hanno lasciato il segno.
Pepe in Grani
Vicolo San Giovanni Battista, 3
Caiazzo (Ce)
www.pepeingrani.it
Era una domenica a pranzo. Finalmente avevamo formato un bel gruppetto per andare da Franco Pepe, nella sua pizzeria Pepe in Grani a Caiazzo.
La successione delle pizze la organizzò lui: otto pizze a giro – diventate poi 10 – e di queste almeno sette potevano stare tra le migliori del 2017. Ho scelto la “pizza scarpetta”, con mozzarella di bufala, crema di grana padano 12 mesi, composta di pomodori, basilico liofilizzato, scaglie di grana padano 24 mesi e olio evo varietà caiazzana.
Non so per quale motivo non gli chiesi l’origine del nome, ricordo solo che era buonissima: sapori schietti ma equilibrati dati da un pomodoro fantastico e da mozzarella e grana nelle giuste quantità e il basilico liofilizzato a darne la spinta aromatica.
Forse l’ha chiamata scarpetta proprio perché richiama quel gesto che noi tutti amiamo fare a tavola. Soprattutto io. Infatti il mio piatto era a prova di lavastoviglie…
Grande, grandissima pizza, numero uno per distacco sulle altre nove degustate in quella occasione.
Da Zero Comincia da Zero
Centro Commerciale del Gran Sole
Via Madonna della Pace
Mattine – Agropoli (Sa)
www.cominciadazero.com
Eravamo a Paestum alla stupenda manifestazione “Le strade della mozzarella”. Come di consueto, passai la sera insieme ad Alessandro Leoni e Mario Di Marino. Una sera particolare, perché dovevamo aspettare la mezzanotte per dare inizio ai festeggiamenti per il mio compleanno.
Alessandro, che vive a Paestum, mi disse: “Stasera ti porto da Zero Comincia da Zero, una pizzeria molto buona”. E come non credergli?
Non volevamo mangiare tanto, quindi prendemmo tre pizze divise in tre. Una più buona dell’altra, su tutte però ce ne era una: “dalla padella alla brace”, a base di fior di latte di Agerola, crocchè cilentano, caciocavallo cilentano e basilico. Ricordo che quando arrivò in tavola, al primo impatto ero perplesso, ma bastò poco a ricredermi. Al centro era cotta alla perfezione, sia sopra che sotto, non presentava il minimo di acqua. presi uno spicchio, lo arrotolai, come mi è solito fare, e diedi il primo morso, “crocché”; poi il secondo, per assaporarla ed infine il terzo, quello della rivelazione. “Questa sarà una delle mie tre pizze dell’anno”, dissi. Ed infatti…
Casale Rufini
Via Pedemontana, 200
Palestrina (Rm)
www.casalerufini.it
I miei amici ci erano stati molte volte ed io non vedevo l’ora. L’occasione si presentò ripetutamente durante l’anno e alla fine di questo 2017, Casale Rufini mi ha ospitato due volte. Ho assaggiato diverse pizze, ma anche qualche piatto proveniente dalla cucina, generoso e lodevole.
Tra le pizze, non posso non menzionare quella con mortadella e pistacchio, gustosa e soprattutto ricca. Badate bene però, perché non è una tonda classica: Marco Rufini preferisce farla ripiena.
Nonostante questa delizia però la mia scelta è ricaduta su di un’altra tonda: fior di latte di Agerola, patate locali, melanzane cotte al forno, bresaola di cinta senese, ‘nduja spilinga, origano fresco, peperone rosso affumicato dolce.
Quanti prodotti, e tutti in un’unica pizza! Trionfo di colori e di sapori, in perfetto equilibrio tra loro, come se l’uno non potesse fare a meno dell’altro.
L’occhio attento di Marco Rufini verso la stagionalità e la materia prima rigorosamente del territorio, fa in modo che questa armonia si rifletta in ogni sua pizza e, come detto poche righe fa, anche in ogni suo piatto: bruschette sontuose, sfiziosi (e abbondantissimi) i mozzichi cacio e pepe, delle pepite fritte di impasto della pizza, tenera carne alla brace e ottima pasta fresca tagliata a mano. A pochi chilometri da Roma, una vera chicca.
Pasquale Pace Il Gourmet Errante e Gianluca Ciotti
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