E’ giunto il momento di svelare la classifica dei migliori “Tre” di ogni categoria.
Inizio dalle bollicine. Come ho sempre detto, non sono i migliori in assoluto, ma quelli che mi hanno destato un’emozione immediata, per i sentori, profumi e sensazioni percepite già nel primo sorso bevuto e anche per il contesto in cui ho vissuto quel momento.
Ecco le mie migliori bollicine del mio 2017, due Trentodoc e uno champagne:
Az. Agricola Vallarom
Frazione Masi, 21
Avio (Tn)
www.vallarom.com
Ero stato da Barbara e Filippo a novembre 2016, (qui il racconto della visita: http://www.ilgourmeterrante.it/sito/vallarom-dove-tutto-e-fatto-con-coscienza/); durante la cena, bevendo i suoi due spumanti Vò, uno blanc de blanc da uve chardonnay 100%, l’altro il Vò rosé da Pinot Nero 100%, Filippo mi parlò di una novità in arrivo. E a Gennaio, durante la degustazione di Proposta Vini (il loro distributore), a Bussolengo, quella novità arrivò: il 72, il loro nuovo spumante. “Perché 72?”, vi starete chiedendo. Perché questo numero rappresenta l’anno in cui i nonni di Filippo hanno iniziato a produrre vino, i mesi sui lieviti e l’anno di nascita di Filippo. 72 è tante cose… e tanta roba! Mi ha colpito subito, dal primo sorso.
E’ prodotto da uve chardonnay 100% in sole 500 bottiglie, rese molto basse, fermenta con lieviti indigeni, viene sboccato senza dosaggio, niente zuccheri e liquer aggiunti, uno spumante certificato biologico e biovegan. Ho voluto dirvi queste cose perché da Vallarom, da Filippo e Barbara, si lavora in modo più naturale possibile.
Ritornando all’assaggio, ricordo che me lo versò il figlio di Filippo e Barbara, e che mi allontanai per assaggiarmelo in solitaria, un qualcosa di intimo, di privato, per stare da solo, solo con lui. Estasiato da tanta bontà, tornai da Barbara per complimentarmi per questo grandissimo metodo classico. Evviva il 72!
Revì Trentodoc
Via G. Pascoli, 10
Aldeno (Tn)
www.revispumanti.com
Vinitaly 2017. Faccio visita come di consueto alle aziende di Trentodoc che conosco e che mi piacciono; come al solito sono tante e non si fa mai in tempo a visitarle tutte, ma da Giacomo Malfer e dalla sua famiglia ci vado sempre con estremo piacere. Lo sto vedendo crescere questo ragazzo, conosco le sue capacità e la sua determinazione. Conosco bene anche il suo Dosaggio Zero millesimato, 75% chardonnay, 25% pinot nero, davvero buono.
Quest’anno in degustazione c’era il 2013, sboccatura 2017 (non viene indicato il mese, non importa). Si tratta di una sboccatura giovane, ma immagino cosa potrà diventare.
Quel giorno rimasi piacevolmente colpito: i profumi mi inebriarono, (infatti lo annusai più e più volte), ero affascinato; poi lo sorseggiai e fu amore. A quel punto mi misi seduto per gustarmelo, e conobbi anche il fratello di Giacomo con il quale mi complimentai. Lui, che mi conosceva di nome, nel vedermi mi disse: “Sembra che ti piaccia molto il nostro Dosaggio Zero!”, esclamò il fratello di Giacomo. Risposi con un secco “E’ incredibilmente buono”.
Feci i complimenti a Paolo, il padre dei ragazzi, e me ne stetti lontano da tutto e tutti per godermi ancora il mio vino. Incredibile, un grande Dosaggio Zero Trentodoc.
In seguito mi è capitato altre volte di degustarlo, anche con amici durante un pasto e ogni volta l’ho presentato così: ”Questo è il Dosaggio Zero 2013 di Revì, un grande spumante metodo classico, un grande spumante di Trentodoc”.
Champagne Tarlant
Oeuilly / Epernay
France
www.tarlant.com
La mattina c’era stata una bellissima visita in azienda: le vigne, le cantine, i caveau, la degustazione, ma la cosa più bella fu il pranzo a casa di Daniel Romano.
Si era deciso di portare un po’ di romanità a Reims e così è stato. Il mio amico Carlo Ratti, tra noi è noto come cuciniere dilettante e si destreggiò anche oltr’alpe tra i fornelli: carbonara, cacio e pepe e fiumi di champagne acquistati durante il nostro viaggio.
A casa Tarlant però non poteva mancare una grandissima chicca: la Vigne d’Antan 2002 brut nature Blanc de blancs, 100% chardonnay da vigne di circa 60 anni, pre fillossera, che dopo le fermentazioni in barrique usate, senza malolattica, resta per circa 10 anni in bottiglia. Ebbi l’onore di aprirlo io: mentre lo versavo ne percepivo il grande profumo, nonostante io fossi in piedi e i calici sul tavolo. Grande fermento e curiosità.
Mi sedetti e lo portai al naso finalmente: profumi intensi ed opulenti, all’assaggio è grasso ma fine allo stesso tempo, fresco, di giusta sapidità. Fantastico. Mi distesi (ero in estasi) e guardai Daniel, lo ringraziai per averci onorato di tale bottiglia di champagne. Una bevuta che ricorderò per sempre, anche per il momento che stavamo vivendo: io ed i miei amici eravamo alla conclusione di un grande viaggio nella Champagne, in visita da Daniel trasferitosi qui per amore, per lavoro e per passione. Non è consuetudine ma cosa rara, come questo grande champagne.
Tre bollicine, tre momenti, quelli che si sono distinti nei miei assaggi del 2017.
Pasquale Pace Il Gourmet Errante e Gianluca Ciotti
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