Ecco l’introduzione alla Guida dello Slow Wine 2018 e le nuove sette chiocciole… di cui sono molto felice

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Slow Wine 2018
Guida ai vini dello Slow Food
www.slowfood.it/slowine/

“Se all’esordio di Slow Wine era difficile scovare – soprattutto nelle regioni del Nord – cantine che gestissero la vigna in biologico o almeno non diserbassero chimicamente, ecco che ora succede l’esatto contrario. Per non parlare della qualità dei vini, che cresce ogni volta di più grazie a una cura maniacale di tutti i processi produttivi da parte dei vignaioli, e all’aumento della consapevolezza degli enologi così come delle loro conoscenze tecniche. Ma dall’altra parte anche noi dobbiamo aggiornarci, informarci, studiare e girare su e giù per l’Italia, per incontrare i vigneron, ascoltarli e alla fine imparare da loro.”

Queste parole sono tratte dall’introduzione alla guida dello Slow Wine 2018, tra poco in uscita.

Sono parole che condivido pienamente poiché rispecchiano la crescita costante che questa guida ha fatto negli anni. Ricordo che il primo anno andai a conoscere personalmente, per quanto possibile, tutte le aziende insignite dalla chiocciola dello Slow Wine; ne conobbi diverse che poi sono diventate nel tempo tra le mie preferite. Alcune le conoscevo già e ricordo che rimasi sorpreso della loro presenza, visto che non rispettavano pienamente tutti i principi della guida (il diserbo nelle vigne soprattutto), ma è anche vero che la presenza delle stesse è diminuita nel tempo. L’anno scorso, ad esempio, tra le aziende insignite con la chiocciola il diserbo era pari a “ZERO”. Oggi con gioia reputo questa guida la più attendibile nel panorama vitivinicolo italiano.

C’è poi da considerare l’aspetto commerciale: bravo chi riesce a vendere e soprattutto chi esaurisce le proprie scorte entro l’anno… ma poi non chiedetemi perché non mi piacciono quei vini! Ho sempre sostenuto che l’unica cosa che possiamo vedere dal 1 gennaio al 31 dicembre sono le vigne diserbate; un’altra cosa che si può notare con il lotto sulle bottiglie o con il fattore tempo, è che quei vini imbottigliati di annata già da novembre, dicembre o gennaio, avranno sicuramente subito dei blocchi grazie all’uso degli agenti chimici, in modo da non  dare luogo a pose e tartrati. Il discorso sarebbe troppo lungo e difficile da scrivere, quindi meglio non dilungarsi troppo e pensare alle cose fantastiche che ci aspettano quest’anno. Due aziende della mia regione sono tra le nuove sei chiocciole. Una di queste è a Frascati, dove ricordo i miei primi assaggi e i confronti con Francesco; sono felice di questo premio, se lo sono meritato. Poi l’altra è arrivata al mio paese e dopo la chiocciola al ristorante Sora Maria & Arcangelo, ecco quella a Damiano Ciolli e a Letizia Rocchi, sua compagna di vita e di lavoro, che insieme fanno due vini buonissimi. Se la meritavano da diverso tempo e ora, finalmente, il traguardo è stato raggiunto… e ne siamo tutti orgogliosi ad Olevano Romano!

Ricordandovi della grande degustazione di Montecatini Terme, il 14 Ottobre 2017, chiudo dicendovi che non vedo l‘ora di avere questa guida tra le mie mani. 

Ecco a voi l’introduzione di Slow Wine 2018 e le 6 nuove Chiocciole:

È sempre più complicato scrivere una guida come questa, perché nel nostro lavoro di critica siamo obbligati ad alzare l’asticella sempre più in alto. In otto anni il mondo è cambiato, non una, ma tre volte. Se all’esordio di Slow Wine era difficile scovare – soprattutto nelle regioni del Nord – cantine che gestissero la vigna in biologico o almeno non diserbassero chimicamente, ecco che ora succede l’esatto contrario. Per non parlare della qualità dei vini, che cresce ogni volta di più grazie a una cura maniacale di tutti i processi produttivi da parte dei vignaioli, e all’aumento della consapevolezza degli enologi così come delle loro conoscenze tecniche. Ma dall’altra parte anche noi dobbiamo aggiornarci, informarci, studiare e girare su e giù per l’Italia, per incontrare i vigneron, ascoltarli e alla fine imparare da loro. Come se non bastasse si aggiungono altre tematiche su cui dobbiamo continuamente stare al passo, una su tutte quella legata ai cambiamenti climatici. Che dire di un’annata “balorda” come la 2017, con il germogliamento precoce, poi la gelata di aprile e un’estate arida e caldissima, con raccolta delle uve anticipata di oltre quindici giorni? Chi scrive di vino deve tenere conto o almeno immaginare quali saranno le conseguenze di tutto questo e dei futuri sviluppi di un fenomeno di tale portata sulla nostra enologia. Perché se state sfogliando le pagine di questa guida e state leggendo questa introduzione, dovete sapere che chi lavora a Slow Wine non ha come massima aspirazione quella di chiudersi in una stanza e far roteare i bicchieri per sentire i profumi sprigionati da migliaia e migliaia di vini. Il nostro mestiere lo interpretiamo, o cerchiamo di interpretarlo, in modo differente. Il nostro unico giudice è il lettore. Non vogliamo compiacere il produttore di turno, renderlo felice e tronfio con i suoi vicini o aumentarne amici e fan su Facebook. Vogliamo fornire un servizio quanto più possibile oggettivo.

Sono tre le domande fondamentali che dobbiamo porci quando raccontiamo una cantina: ciò che stiamo scrivendo costituisce un’informazione rilevante al fine della scelta di una bottiglia piuttosto che di un’altra? quella che stiamo utilizzando è la migliore forma di argomentazione possibile? il racconto che stiamo facendo è articolato dal punto di vista storico e territoriale? Riuscire a rispondere con le nostre schede e il nostro processo di lavoro a queste tre domande non è semplice, ma è la missione che ci poniamo, per poter giungere presto a uno Slow Wine 2.0. Proprio perché siamo fermamente convinti che questa sia la strada giusta da percorrere, abbiamo deciso di aprire le nostre porte anche agli Stati Uniti. Nell’estate 2017 è nata Slow Wine California, con una sua redazione ad hoc composta da collaboratori americani: una selezione di cantine che non troverete su queste pagine, ma online sul nostro sito e poi nella versione in inglese di questa guida, con 80 aziende della West Coast visitate una a una come succede per quelle italiane e giudicate esattamente con i nostri criteri canonici, perché il metodo che desideriamo esportare è il nostro. Come novelli don Chisciotte portiamo caparbiamente avanti un progetto di critica differente, senza aver la sfrontatezza di ritenerlo migliore, ma così come il mitico cavaliere della Mancia si rifaceva a un suo preciso codice, anche noi abbiamo un sistema di lavoro costruito anno dopo anno, scheda dopo scheda, e che alla fine rende il nostro mestiere più divertente e appagante. Speriamo che questo nostro entusiasmo, questa voglia di raccontare l’Italia – e non solo, ormai – del vino con una visione “politica” vi possa piacere e vi coinvolga. E ora tutti a sfidare i mulini a vento, che il nostro cammino è solo all’inizio!

Le nuove Chiocciole di Slow Wine 2018

In totale sono 195 (+2 rispetto all’edizione 2017), esattamente il 10 per cento delle 1947 schede pubblicate, a testimonianza del fatto che si tratta di un riconoscimento altamente selettivo.

Cascina Roccalini (Piemonte)

Noventa (Lombardia)

Frozza (Veneto)

Denny Bini (Emilia Romagna)

Damiano Ciolli (Lazio)

De Sanctis (Lazio)

Nanni Copè (Campania)

Per partecipare alla grande degustazione di Montecatini il 14 ottobre clicca qui! 

Pasquale Pace
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