I Migliori Vini Italiani
Salone Delle Fontane
Via Ciro il Grande, 10
Roma
http://www.imiglioriviniitaliani.com
Era il 18 febbraio e il Salone Delle Fontane ospitava la degustazione dei “Migliori Vini Italiani” secondo Luca Maroni, autorevole sommelier che ha rivoluzionato il paradigma della degustazione introducendo un metodo scientifico, basato sul principio che la qualità del vino è la piacevolezza del suo sapore e sui tre parametri di Consistenza, Equilibrio e Integrità.
Era il terzo di quattro giorni di degustazioni no-stop, alla presenza di oltre cento espositori e più di seicento etichette.
“Vai a farti un giro, troverai qualche etichetta interessante – mi disse Pasquale – Assaggia e dimmi cosa ne pensi”. Ed io, da “apprendista degustatore”, non persi l’occasione. In fondo, non si finisce mai di imparare.
Arrivato al Salone, iniziai il mio giro di perlustrazione. Gli stand degli espositori erano divisi per regione e distribuiti lungo le due grandi sale: molto forte la presenza del Lazio, seguita dal Veneto e dall’Abruzzo, così come numerosi erano anche gli stand legati al cibo tra i quali spiccavano, con mio enorme piacere, Le Chicche della Tuscia, la rete di piccole realtà artigianali di Viterbo e provincia (come sapete, sono un po’ di parte).
Dopo chiacchiere e convenevoli passai all’azione e mi diressi verso la cantina Velenosi per un assaggio di qualche bollicina (primo consiglio del “maestro” Pasquale).
Provai il Passerina Brut (metodo charmat) e il Gran Cuvee (metodo classico, con uvaggio Chardonnay e Pinot Nero vinificato in bianco), due bei vini, soprattutto il secondo per freschezza e persistenza. Tornai da Velenosi in seguito, per i suoi due rossi: il Querciantica Lacrima di Morro e il Rosso Piceno Roggio del Filare. Mi colpì soprattutto il secondo per le sue note fruttate e speziate e la sua corposità.
Passai poi in Trentino Alto Adige, Cantina Tramin (secondo consiglio di Pasquale, anche se questa me l’ero segnata anche io…) per il Sauvignon Pepi e lo Stoan, un blend di Chardonnay, Sauvignon, Pinot Bianco e Gewürztraminer. Che dire, i vini altoatesini sono i miei preferiti da sempre e questi ne erano due perfetti esemplari: profumati, freschi, minerali. Avrei bevuto entrambe le bottiglie senza esitazioni.
Terza tappa Montecappone, nelle Marche (terzo consiglio di Pasquale). Assaggiai diversi vini, ma quello che mi colpì in particolar modo fu Utopia, una riserva di Verdicchio Castelli di Jesi complesso, strutturato, elegante, molto piacevole.
Per ultimo, ma non per importanza, la cantina Zymé in Veneto (quarto consiglio del Gourmet Errante). Inutile dire che il miglior assaggio fu l’Amarone Classico Riserva “La Mattonara” 2004, lì riconosciuto come Miglior Rosso d’Italia, davvero notevole.
Terminata la degustazione mi sentii abbastanza soddisfatto di aver conosciuto nuove realtà vinicole interessanti. Forse l’intera manifestazione l’avrei destinata ad un pubblico di settore piuttosto che lasciarla aperto a tutti, proprio per non correre il rischio di trovarsi più persone interessate a tracannare vino che non a degustarlo, una cosa che reputo poco rispettosa nei confronti dei produttori. Ma è anche vero che il vino è un piacere da condividere con tutti e Pasquale mi aveva avvisato di non andare tardi. Al prossimo bicchiere!
Gianluca Ciotti e Pasquale Pace Il Gourmet Errante
- Riscoprire la tradizione – Danilo Ciavattini Ristorante - 18 Gennaio 2019
- Pascucci al Porticciolo: memorabilia dal mare - 8 Ottobre 2017
- Guida Bar d’Italia del Gambero Rosso 2018: i nostri assaggi. A Lecce il miglior bar d’Italia - 6 Ottobre 2017