Mitica “Doppietta” prima parte …
26.05.2016 Sermoneta
Il Mulino
Piazza del Cauto, 9
Sermoneta (Lt)
Montecorvino
Via Vigna Riccelli, 10
Sermoneta (Lt)
www.cantinamontecorvino.it
Agriturismo L’Oca e la graticola
Via Corana, 74
Doganella di Ninfa
Cisterna di Latina (Lt)
Il tutto è nato durante la manifestazione WineDay a Patrica. Mario di Marino del ristorante Il Mulino a Sermoneta stava cucinando il suo secondo piatto di pasta Gentile, la stessa pasta che usa nel suo locale e non è poco, il primo già mi era piaciuto. Da lontano si sente una voce che annuncia il suo arrivo, lui non lo conoscevo prima di allora, lui è Gianluca dell’agriturismo L’Oca e la Graticola, si mostra subito simpatico e si inizia a fare amicizia mangiando il secondo piatto di Mario e bevendo un Bolla di Urbano dell’azienda Pileum al Piglio, per l’azienda c’è la simpatica e bella Alessandra Borgia. Si brinda si chiacchiera e partono gli inviti per una cena all’Oca. A quel punto Mario dice: devi prima venire da me. Come fare? Semplice facciamo “doppietta” a pranzo da Mario a Il Mulino e a cena all’Oca dove eventualmente posso anche dormire. Tutti i presenti sono d’accordo, La data sembra lontana, tutto arriva prima o poi. Una bella giornata di sole, accompagnata da un vento fresco ci accoglie a Sermoneta, si parcheggia, si raggiunge la piazzetta dove sta il ristorante Il Mulino, la passeggiata è tra bellissimi scorci di questo paese a me caro e in cui mi è sempre piaciuto passeggiare e correre, altri tempi. Mario ci aspetta, il salone del ristorante mi piace, il nostro tavolo sta davanti a due finestre da dove si vede la valle e il mare, anche se oggi non è proprio chiaro. Si fa la conta dei presenti, si doveva essere un po’ di più, siamo in sei, si può iniziare, c’è Enrico Vescovi, c’è la Luna del Casale, c’è il loro spumante Rosé, si apre e si brinda, intanto Mario fa arrivare due formaggi locali che ricerca e testa lui. Ci si siede, si parte con gli antipasti: Bruschette al lardo Santoro di Martina Franca, i prodotti di Santoro sono buoni, il pane anche, una bella “doppietta” per restare in tema, con prodotti così non si sbaglia mai; Prosciutto iberico, buono, buono; Bufala e pomodoro, Mario ci dice di tagliare l’ovolina per far defluire il latte nei pomodori, non lo farei mai, oggi cedo e non è male, un pizzico di sale ci sarebbe stato bene; intanto arrivano quattro oli di valore, sono anche queste le cose che fanno la differenza. Si apre il secondo vino, un vino che sono curioso di risentire, è dell’Az. Agricola Colle delle Cese di Velletri, vicino alla mia vecchia azienda, ma questa è tutta un’altra storia, il nome del vino è il Metabo 2012, c’è anche del sauvignon, me lo ricordo interessante, oggi anche se il colore si è alterato, il vino sta in leggera ossidazione, resta interessante, da risentire prima possibile, magari le annate più recenti. Si apre il terzo vino, un classico, il Soave Classico 2014, nella sua semplicità è un vino che non tradisce mai. Si torna agli antipasti: Mortadella di cinghiale, buona, buona; Pallina fritta con mortadella e pistacchio, bella e buona; Tortello con ripieno liquido di Parmigiano 36 mesi, prosciutto di Bassiano e salsa agrodolce, se dovessi tornare, li prenderei a porzione intera. Dopo il tortello si passa al primo piatto: Mezzi paccheri Gentile alla carbonara affumicata, fantastici, i paccheri tutti laccati dalla salsa di carbonara. Buoni assai, bravo Mario. Affumicatura anche nei sapori del vino che stiamo bevendo, è il Vulcaia Fumé 2012 di Inama, da uve Sauvignon, un vino che mi è sempre piaciuto, anche se qualche anno di bottiglia in più gli ha fatto sempre bene. Con i paccheri ci sta benissimo. Baccalà e ceci, un grande classico eseguito bene, divertente abbinarlo con i quattro oli. Sta per arrivare il secondo, di carne e con piacere apro un vino per cui provo molto affetto, un vino prodotto dall’azienda I Fauri, il vino è l’Ottobre Rosso 2015, il piatto: Filetto con doppia salsa e spuma di patate, forse il piatto che mi è piaciuto di più, cottura perfetta e le due salse abbinate giustamente, i commenti sul vino sono: è troppo giovane, invece io dico che questo vino è da bere adesso, domani e dopodomani, con il piatto è ancora più buono, grazie alla famiglia Di Camillo, in particolare a Valentina, per il vino e per la splendida etichetta. Mario si siede con noi soddisfatto, giustamente lo deve essere, perché il pasto è piaciuto a tutti, si sono fatte scarpette con il pane e dietetiche, con il dito. Un formaggio erborinato affogato al nebbiolo fa da finale ai salati. Si passa ai dolci: Un piattino con sette macaron annuncia i dolci, qui bisogna dire brava a Chiara Ianniello, moglie di Mario … ma non solo brava, ma brava brava. Quello giallo era buonissimo, quello bianco anche, quello nocciola anche … tutti anche. Arrivano anche tozzetti e si apre un Sautern 2012 di Barton & Guestier, perfetto con i macaron, il dolce è: Caprese & panna, al primo piccolo boccone sembra pesante, il tempo che il palato si assuefà al gusto, il resto è una passeggiata di piacere. Alla resa dei conti, mangiando ciliegie che in questo periodo ci stanno, mi rendo conto di essere stato davvero bene, di aver mangiato molto bene, di avere la conferma che Mario & Chiara sono una bella coppia, non solo nella vita, ma anche, e tanto in cucina, vi auguro tutte le fortune di questo mondo e a presto, in ultimo scorrendo il menù, leggo un perfetto menù degustazione di cinque portate, tipo oggi, a 35 euro. Davvero ancora un motivo per salire su a Sermoneta, visitare un bellissimo paese e venire a pranzo o a cena da Mario Di Marino. Si è fatto tardi e prima della “doppietta” ci aspetta Andrea di Montecorvino. Si ridiscende dalla parte opposta tra vicoli e scale, di questo paese davvero bello. Il panorama spazia sull’intera valle e il mare. Si riprendono le macchine e si arriva da Andrea, lui ci sta aspettando, le sue nuove vigne ci stanno aspettando, 6200 barbatelle per ettaro, vigne a Chardonnay, lui è un appassionato di vini francesi, in particolare di Borgogna e quindi di Chardonnay, una passeggiata tra le nuove vigne ci sta benissimo, 6200 piante per ettaro, in un piccolo pezzetto di terra, quattro tipi di terra, il bosco, i sassi, il mare non lontano fanno pensare che i vini saranno interessanti. Oggi Montecorvino produce vini in quel di Sermoneta scalo, qui siamo a Bassiano e tra un paio di anni si produrrà anche qui, non solo terra di prosciutti. Per adesso i vini sono quattro, tutti 2015, tre di questi già in vendita e quasi finiti: Ceviano da uve trebbiano e Malvasia, oggi è chiusissimo, sarà da risentire più in là; Petrara da uve chardonnay, uno chardonnay senza legno, per adesso, spero anche dopo, mi piace, è interessante e immagino tra qualche mese; La Fota da uve falangina, una sorpresa? Si lo è stato, buono, sapido, minerale, acido, da aspettare ancora, ma un buon vino; La Casetta, eccolo lo chardonnay in legno, oggi è legno … domani chissà. Mentre beviamo Andrea ci dice del suo ultimo viaggio in Francia, nel Jura e di aver riportato un torcione di Foie Gras, lo prende insieme a un pane buonissimo, a questo punto so di aver portato un vino che piacerà ad Andrea e a tutti noi, il Principio 2015 di Antonio Camillo da uve ciliegiolo, tutti lo apprezzano, non avevo dubbi, con il foie gras è perfetto il tempo corre e si sta facendo davvero tardi, la seconda “doppietta” ci aspetta. Termina così la prima parte di una giornata bellissima. Una giornata con due personaggi che faranno parlare di se, sia da me che da altri, due personaggi che fanno e faranno bene nella provincia di Latina.
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