Cantina Lapone
Tixe Società Agricola
Strada del Lapone, 8
Orvieto (Tr)
www.lapone.it
Ristorante I Sette Consoli
Piazza Sant’Angelo, 1
Orvieto (Tr)
www.isetteconsoli.it
Feudi Spada
Frazione Viceno
Vicolo della Costa
Castel Viscardo (Tr)
www.feudispada.it
Sala della Comitissa di Edi Dottori e Maurizio Filippi della Comitissa
Via Roma, 11
Baschi (Tr)
Il mio secondo giorno dormendo da Lapone non poteva che iniziare con una bella nuotata. Tirava un leggero vento e si stava bene davvero. Piero mi aspettava per un caffè, mi parlava del “robbottino” che stava in piscina, io lo ascoltavo ma avevo già deciso che dovevo tuffarmi. Mi arrivò una foto di Alessandro Leoni che ci vedeva dall’alto. Gli chiesi di raggiungerci per la colazione, così alle 10 rispose presente all’appuntamento.
Per l’occasione Ramona tirò fuori un formaggio che si faceva mangiare con gli occhi, Piero il pane appena sfornato… e Alessandro lo spumante Vigne del Patrimonio: con pane, formaggio e spumante facemmo una gran buona colazione. Si scherzava, si rideva, ci si raccontava… il tempo scorreva ed era ora di recarsi nella cantina di Lapone, cantina piccola ma perfetta, precisa per fare vini buoni. Assaggiammo prima da botti in acciaio e poi da legno, poi facemmo una scommessa: imbottigliammo un Merlot 2016 che stava facendo il suo corso. lo volevo salvare dal tanto legno, dalla barrique, e lo risentiremo quando il legno avrà fatto il suo effetto e lo confronteremo con la bottiglia imbottigliata quel giorno.
La fame arrivò di nuovo. Per stuzzicare qualcosa a Orvieto c’è un posto fantastico, un locale che è la storia di Orvieto e non solo. Il locale si chiama I Sette Consoli, da sempre della famiglia Stopponi. Ci accolse Anna Rita la moglie di Mauro in cucina, le due figlie di Mauro a servire in sala e non solo, visto che le vidi anche impiattare. E Mauro dove era? A controllare che tutto rispondesse alla perfezione. La perfezione chissà, forse non esiste, ma qui ci si va vicino. Il benvenuto era un Fiore di zucca ripieno, un buonissimo e succulento benvenuto. E pensare che in qualche super stellato un piatto così costa sui 18 euro… meditate gente meditate! Anche se me li assaggerei tutti i ristoranti stellati. Arrivò il pane e l’olio, un ottimo olio, ci si divertiva e si gustava bene con olio e pane così. Si voleva bere poco ma bene, scegliemmo allora un buon vino siciliano (Etna, oh yes!). Arrivò poi il piatto che avevo intravisto poco prima: Zuppa fredda di pomodoro, burrata, tartara di gamberi rossi e basilico. Un piatto adatto a rinfrescarmi da quel caldo afoso.
Il mio primo piatto invece fu un Risotto alle lumache, erbe aromatiche e tartufo nero estivo. Lo avrei gradito meno liquido, ma ce ne fossero di risotti così! Merito sempre a chi ha i risotti in carta. Assaggiai anche il primo di Alessandro (e meno male): Fagottini di coniglio con ratatuia di zucchine e melanzane al timo e lumache alle erbe; quelle verdurine, da mangiarne a scodelle con il cucchiaio, i fagottini buoni fuori e dentro, le lumache un tocco in più in un piatto già di per sé ottimo. Infine piccola pasticceria e caffè. Ormai lo posso affermare, uno dei miei ristoranti preferiti nel centro Italia, un ristorante per cui vale la pena fare una sosta per un pranzo o una cena piacevole, per sentirsi appagati dalla cortesia e dalla bontà della famiglia di Mauro Stopponi.
Il tempo di un bis di caffè in un bar dell’Orvieto bassa e poi, nonostante il gran caldo che faceva, di nuovo a passeggiare tra le vigne di Feudi Spada, vigne dai 60 agli 80 anni di età, vigne che a breve daranno vini buoni (anche se qualcuno già lo è), grazie alla determinazione di Alessandro Leoni. Dopo le vigne e la cantina in stile “piccolo garage” con molto piacere conobbi i genitori di Alessandro e rividi Silvia, la fidanzata di Alessandro. Un buon brindisi, dei buoni formaggi piemontesi, per una merenda anche questa bella e buona, più che altro per non perdere il vizio di mangiare. Il caldo continuava imperterrito, tornammo quindi a Lapone; lì il fresco allieta un leggero riposo, prima di recarci in uno dei locali in cui ho mangiato meglio negli ultimi mesi. Il locale in questione è La Comitissa di Edi Dottori e Maurizio Filippi.
Appena arrivati un fresco e invitante cocktail mi attendeva, non ricordo il nome ma mi piaceva. Ci accomodammo in una sala bianca e molto soft, l’avrei preferita con una luce più viva, ma era la luce del relax e andava bene così. Si iniziò con un fresco benvenuto, con pizza, pane e grissini che invadevano il centro del tavolo. Bisognava fare attenzione a non mangiarli tutti… Tantissimi anche i piatti in carta, da creare imbarazzo nella scelta.
Il primo antipasto fu: Mc Crock! Burger croccante con crudo di bue, di gamberi viola e maionese di pomodoro con aceto di vino al peperoncino. Un piatto complesso ma intrigante e ghiotto. Il secondo antipasto invece il “lui c’è sempre” (e meno male dico io), un piatto buonissimo, a base di uovo cotto ma morbidissimo con crema di piselli, palline cacio e uovo, perfette, stracchino e salvia croccante. Una creazione di Edi Dottori, una mente evoluta assai se riesce a fare cose incredibili. Goduria infinita. Altra pizza in diversi gusti arrivò nel centro del tavolo, io mi limitai ma era davvero tutta interessante. Poi ecco i primi: “Tradizione in gocce”, ovvero tortellino con la panna con le dolcezze delle verdure candite. Un piatto buonissimo per chi ha amato i tortellini con la panna. Tortellini eseguiti alla perfezione, ogni verdura che “scrocchia” era un piacere che si abbinava alla grande con il tutto. Altra goduria. Poi arrivò un altro primo, il “Guardando il golfo”, un raviolo di merluzzo pescato con brodetto di pesce, limone di Sorrento e gelée di ostriche e uvetta. Inorridisco quando mi portano un’ostrica che non sia nel suo guscio, ma questa non era stata intaccata minimamente dal resto, portava il mare dentro di sé, insieme al brodo, al raviolo… speciale! Secondo piatto: “Tempo di piume”, piccioncino in doppia cottura con petto scottato e coscio in tegame alle ciliegie. Dolcezza poca, lo scottato, quasi crudo, invece aveva un gusto molto spinto. Un buon piccione… ops, piccioncino.
Il dolce: “Carote e ricotta”, gelato alla carota e menta con mousse di ricotta e carota candita. Un dolce che al primo boccone si fece apprezzare tantissimo, al secondo anche di più… a metà invece un po’ stanca. Una porzione più piccola sarebbe stata perfetta. Il secondo dolce fu un omaggio di Edi: “Il tiramisù della Comitissa”, con salsa al ciokocaffè. Oltre che buono, anche divertente, e non è poco divertirsi tanto con un tiramisù e con chi è al tavolo con te, dopo una cena superlativa. Per finire, caffè e piccola pasticceria. Per i vini ci affidammo a Maurizio Filippi, da grande sommelier quale è ci consigliò bene, magari io avrei scelto anche altre cose e forse avremmo bevuto pure una terza bottiglia. Andai via felice, era da tempo che volevo venire da loro. Uscii con la consapevolezza di essere stato bene e di aver mangiato benissimo, tanto da dirmi tra me e me che la cena alla Comitissa si candida ad essere la mia cena per l’anno 2017. Ci salutammo scattando una foto a cui tenevo molto, nel fresco della sera, il fresco che mi sarei poi goduto da Lapone. Un altro giorno di quelli veri, in cui tutto è concesso. Orvieto e dintorni è tanta roba… infatti vi racconterò anche il terzo giorno.
Pasquale Pace Il Gourmet Errante e Gianluca Ciotti.
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