Antica Osteria del Mirasole
Via G. Matteotti, 17
San Giovanni in Persiceto (Bo)
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Ho già scritto di questa magnifica Osteria, è la mia terza volta e non vedo l’ora che arrivi la quarta.
Oggi siamo in dieci, in due tavoli vicini, arriviamo dopo una bellissima giornata trascorsa a degustare. Entriamo e vediamo Franco Mirasole all’opera davanti la brace e subito penso: “Voglio quel ben di Dio su quella brace!”
Ci accomodiamo al tavolo ed ecco il benvenuto. E’ un classico, pizza e mortadella per stimolare l’appetito, anche se, quando si arriva qui, la voglia di mangiare è talmente tanta che non ha bisogno di stimoli.
Iniziamo con un secondo, ma cosa c’è di meglio per iniziare la cena se non con due polpettine? Polpettine di vitello e mortadella, con piselli novelli. Da restarci con tanta voglia, ma il percorso è lungo. Credo proprio che il mio inizio sarà sempre così, con le polpette della mamma eseguite in maniera sublime.
Cipolla dorata al forno ripiena di fegati di coniglio. Tre volte qui, tre volte questo piatto, oggi l’ho trovato ancora più buono, più ripieno e più formaggio all’esterno. Un boccone ghiotto di gusto e di tanta persistenza.
Carne cruda battuta della razza frisona italiana. Mi piace quando al tavolo sei con altri quattro “magnoni” che hanno voglia di assaggiare più possibile. Questa mi arriva da finire, mangiata con il cucchiaio e con le mani. Ringrazio chi l’ha scelta perché è una carne dai sapori incredibili, le salse fanno la loro parte per dire che questa carne è OTTIMA ASSAI.
Spalla cruda di nera Parmigiana con crostini e burro. La spalla è più morbida del burro, adoro i cuochi che portano il pane bruscato a tavola. Un piatto che ci fa fare a forchettate per prendere l’ultimo pezzo di questa spalla buonissima.
Lumache vignarole con erbe dell’orto. Le lumache qui ci sono tutto l’anno, la particolarità è che ad ogni periodo corrisponde una salsa diversa ed ogni volta sono buone sempre.
Scegliamo i vini, due li avevano portati i produttori che erano con noi a tavola gli altri li ho scelti io. Una Barbera D’Asti della Tenuta Olim Bauda, La Villa 2018, ancora da aspettare , ma la bottiglia è andata in un lampo. L’altro vino è l’Oriolo della Cantina San Biagio Vecchio, lo ammetto di questa cantina mi sono piaciuti sempre di più i bianchi, oggi però questo vino mi è piaciuto tanto, ottimo abbinamento con i primi e le carni mangiate oggi.
Arrivano i primi, diversi e ad omaggiare il caseificio Sant’Angelo (il nostro!)
Tortellini alla crema di latte (la panna da affioramento). Esiste qualcuno che ci ama lassù, esiste e un giorno ha mandato a Franco Cimini l’idea di questo piatto. L’idea non è reale è paradisiaca. Un piatto di una bontà esaltante, ogni cucchiaio è emozione, piacere, è essere consapevoli di stare davanti a qualcosa di meraviglioso come la Cappella Sistina. Bellissimo sentire Edoardo Ventimiglia chiamarmi dall’altro tavolo facendomi la mossa per farmi capire che questi tortellini sono clamorosamente ottimi. Bello quando gli altri quattro amici che sono con me al tavolo, mugugnano complimenti senza interrompere mai il masticamento, il piacere, la dipendenza che questi tortellini danno. Non finirò mai di dirlo: “Un piatto che sta nella mia testa e nel mio cuore. Un piatto clamoroso.”
Tortelli fior di ricotta e parmigiano al burro fuso. Notizia clamorosa, per la prima volta ho trovato un piccolo problema in un piatto, niente di che, ma una piccola quantità in più di acqua di cottura ha limitato il grande sapore di questi tortelli. Piatto da ripetere perché hanno il grande sapore di quelli di mia madre.
Tagliatelle all’antico ragù di cortile (ragù con le rigaglie di pollo). Una porzione per cinque… e in un attimo le porzioni diventano due. Le forchettate sono continue sia nel primo piatto che nel secondo, così come i mugugni di piacere, per poi finire con un battito di mani come se si fosse segnato un gol nella finale della coppa del mondo. Piatto da campionati del mondo… la finale sarebbe sicura.
Tortellini in doppio brodo di gallina. “A Francoooo! Perché sei così bravo? Perché sei così lontano? Sei adorabile, sei fantastico, tutto ti riesce magnificamente”. Siamo al quarto primo e io ho ancora voglia di pasta, per questo ti sfido con la cacio e pepe.
Mezzi rigatoni a cacio e pepe. Caro Franco, caro mondo, bisogna rivedere le classifiche della cacio e pepe! Fuori da Roma si può mangiare una cacio e pepe perfetta. Una complessità di sapore infinita. Complimenti ancora a te che sei un grandissimo cuoco della cucina italiana e mondiale.
Terminano gli assaggi dei primi piatti, un sorbetto ed ecco che arriva quello spettacolo che poco fa stava sulla brace di legna.
Calamaretti barsotti sulle braci, da ripetere.
Si passa alla carne. Costine di maiale. Le ho viste sulla brace, le ho desiderate, le ho prese, le abbiamo divorate.
Salsiccia di nostra produzione. Qualsiasi cosa qui va oltre la qualità, questo accade perché c’è tantissima ricerca.
Costola di vitella in cotoletta alla bolognese. Piatto esagerato, piatto buonissimo, da mangiarci tre rosette. Lui è felice e noi anche che lo abbiamo assaggiato.
Bistecca alla fiorentina di vacca vecchia (lunga frollatura) (razza frisona). Qualcosa che va oltre i sapori umani, qualcosa di clamoroso. Il filetto è sublime e l’osso, come si vede dalla foto, è spolpato fino all’ultimo pezzetto di “ciccia”!! Clamoroso è stato tornare a mangiarla anche dopo qualche minuto e sentirla ancora calda. Una carne da ricordo indelebile per il resto della mia vita.
A terminare una cena fantastica un dolce della tradizione, il tiramisù.
Si esce felici dall’Osteria del Mirasole di Franco Mirasole, si esce appagati sperando di tornare prima possibile.
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