Per la prima volta nell’anno 2020 eccomi a scegliere i miei tre rosati migliori con altre due menzioni

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Eccomi per il primo anno a decretare i miei tre migliori rosati.
Ci saranno anche un paio di segnalazioni.  Sicuramente a determinare ciò è stato il mio viaggio a Cirò e Cirò Marina. Li il Gaglioppo si esprime in maniera eccelsa per vini rossi di ottima qualità e in rosati che destano molto interesse per la bontà che riescono a raggiungere.

Alla ripartenza dei miei 4 giorni a Cirò scrissi questo: Dopo tre giorni passati con i produttori della Cirò Revolution potrei parlare del territorio dove coltivano i loro vigneti. Invece no!
Vi invito tutti a venire a visitare questi luoghi così belli.
Dal mare a ogni posto dove mi hanno portato, troverete cose per cui vale la pena fare un viaggio in questo pezzo meraviglioso di Calabria.
Poi effettivamente io sono venuto per i loro vini, vedere i loro vigneti, mangiare piatti caratteristici.
Ho fatto tutto questo, qualcosa programmata è mancata, ma se ne sono aggiunte altre non previste, molto piacevoli. Ho fatto il bagno, camminato ogni mattina, vissuto i produttori del Cirò.
Nel parlare di vini, la prima cosa che mi viene da pensare è che quest’anno farò, per la prima volta, a fine anno i miei tre migliori rosati. Saranno tutti e tre Cirò? Saranno tre? Qui ne ho assaggiati sette e tutti sarebbero meritevoli di essere tra i primi tre… c’è tempo, vedremo.
La seconda cosa che mi balza in mente è che, forse, senza forse, era questo il momento giusto che io venissi qui. Questi prodotti, i vini di questi produttori mi sono sempre piaciuti, ma l’annata 2016 ha portato ancora di più certezze, conferme che stiamo davanti a vini che non sfigurano con nessun altro territorio.
Il Gaglioppo è un vitigno che ha le sue caratteristiche e non l’ho paragonate con nulla. È lui, ed è piacevolissimo. Ho bevuto anche annate vecchie, sia di rosato, sia di rosso, non ce n’era una che mi ha deluso. Però con questo mio scritto voglio gridare al mondo che qui ci sono due annate, senza tralasciare la 2017; la 2018, la 2019, mettiamoci anche la 2020, i produttori ne sono entusiasti, anche se c’è stata poca uva, quindi diventano tre annate, che porteranno a scoprire, a chi ancora non li conosce, vini che meritano di stare nelle liste di ristoranti, trattorie ed enoteche. Vini che sono buoni, ottimi e che nelle prossime annate menzionate sopra diventeranno eccellenti in tutti i produttori che ormai conoscono sempre di più questo vitigno, il loro territorio.
Per essere un riassunto dei miei tre giorni ho detto anche troppo. Finisco nel dire che vado via con tanta voglia di tornare. Grazie ai produttori di Cirò per avere reso i miei tre giorni, tre giorni indimenticabili.

Alla fine di quest’anno i tre rosati sono, due prodotti a Cirò e dintorni, uno a Montalcino.
Oltre a questi tre ne metto un altro di Cirò e uno del Trentino Alto Adige.
Le due menzioni vanno al rosato di Cataldo Calabretta, lui ne produce due, uno da Alicante e l’altro da Gaglioppo, le mie preferenze vanno a quello più territoriale… il Gaglioppo. Mi piace da sempre, le prime volte ci trovavo leggeri sbandamenti, ma la materia c’era in abbondanza ogni volta. Da qualche anno Cataldo (uomo enciclopedico per la sua zona e non solo) non ne sbaglia più nessuno. In quei giorni abbiamo bevuto diverse annate, le migliori? La 2018  e la 2019. Il pensiero di fare una riserva frulla nella testa dell’eclettico Cataldo. Complimenti a te e ancora grazie per il tuo sapere.
La seconda segnalazione mi porta in Trentino Alto Adige, forse è il primo rosato che mi ha convito appieno, lo produce un bravissimo produttore e un personaggio squisito, vi sto parlando di Armin Kobler, lui produce un rosato da uve merlot da ormai circa 15 anni – che bella sarebbe una verticale di questo rosato – il nome è Kotzner, tappo a vite, ancora più intrigante, quello che più impressiona, ma non a me, sono i suoi gradi alcolici 14,50. Un vino allo stesso tempo piacevole, con vigoria da vendere, quasi di farlo sembrare un rosso importante. Mi piace ogni volta che lo degusto. Complimenti a te e a Monika, è ora che torni a trovarvi anche per attaccarvi il mio adesivo di azienda consigliata da il Gourmet Errante.

Adesso passo ai miei tre migliori rosati.

Tenuta del Conte
Via Tirone angolo, Via della Trinità
Cirò Marina (Kr)
www.tenutadelconte.it

Se c’è un rosato che dal mio primo sorso mi ha fatto sobbalzare è stato il rosato di Tenuta del Conte, eravamo a Capestrano in una manifestazione di vini naturali, assaggiai il suo vino bianco e poi il rosato, già i profumi mi fecero pensare a qualcosa di particolare, quel giorno c’erano Mariangela, Giuseppe Parrilla, fratello e sorella e Marinella Iozzi moglie di Giuseppe. Gli feci tanti elogi per il loro rosato e ci mandai diverse persone a degustarlo, tutti ne rimasero colpiti. Da quel giorno è nata una grande considerazione per il loro rosato. Ogni volta che c’è il loro banchetto lo vado ad assaggiare e degustare, ne resto sempre affascinato. Poi, finalmente, sono venuto a trovarli nella loro terra e qui durante la degustazione in cantina ho potuto rendermi conto che stiamo davanti a un vino che tutti dovrebbero conoscere. Quel giorno ne aprimmo sei annate, ops la 2019 è un nuovo rosato, uscirà ogni volta per far si che l’attesa di quello che esce dopo un anno sia affievolita, questa 2019 è molto interessante.
Le altre cinque annate furono del loro rosato classico, la più vecchia è stata un impeccabile 2010, vino ancora sano, intenso, piacevole, un’ottima sorpresa. Non mi voglio dilungare più di tanto, con piacere grande ecco il mio primo rosato per l’anno 2020. Questa azienda è consigliata da il Gourmet Errante.

Sanlorenzo di Luciano Ciolfi
Podere San Lorenzo, 280
Montalcino (Si)
www.sanlorenzomontalcino.it

Adesso la maggior parte delle persone che non conoscono il rosato di Luciano Ciolfi potrebbero pensare: perché un vignaiolo a Montalcino si mette a produrre un vino rosato? La risposta provo a darvela io, anche se la risposta la potete trovare nel venire a visitare questa azienda e degustare, oltre agli ottimi rossi e Brunelli di Luciano, un fantastico rosato.
La prima annata prodotta è stata la 2014, non la ricordo bene, ma non si può dimenticare la 2015, questa si che la ricordo bene; ricordo, si iniziò a spargere la voce e le cose belle su questo vino. Quest’annata l’ho degustata diverse volte negli anni e ogni volta non tradisce mai. Mi piace sempre e con questa annata è nato un’amore per questo vino. L’annata più buona? Prima o poi, lui ci tiene, si farà una verticale e arriveranno le sorprese, difficilmente si potrà eleggere la migliore annata degustata. Ogni anno che passa mi sembra sia sempre più buono. Ottimo il 2018, ancora di più la 2019, poi la 2020 e poi Luciano è veramente bravo. Complimenti a te per produrre oltre ai tuoi rossi e Brunelli, anche un ottimo rosato. Azienda consigliata da il Gourmet Errante.

Az. Agricola Sergio Arcuri
Via Roma, 3
Cirò Marina (Kr)
www.sergioarcuri.it

Del rosato di cui vi parlerò, ricordo una degustazione a Roma dell’azienda che rappresenta Sergio Arcuri per questa città e la sua provincia, un evento organizzato da Terraviva, ogni due anni. La degustazione si svolge in due giorni, quell’anno rimasi impressionato dal rosato di Sergio Arcuri, lo volevo fare tra i migliori assaggi, il nome del vino è anche simpatico, Il Marinetto.
Andare a visitare le vigne da cui nasce questo rosato, come un cru, da un’unica vigna, camminarci in mezzo, sentire l’entusiasmo di Sergio nel raccontarlo e poi cosa più importante andare a pranzo e apprezzarne due annate importanti, la 2016 e la 2019. Se il rosato che mi piace ha un nome… questo è il Marinetto. Azienda consigliata da il Gourmet Errante.

La prima volta da sempre emozioni particolari, io le ho provate nel parlarvi di questi vini.

Pasquale Pace
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