Ristorante La Dea Partenope
Via Nazario Sauro, 131
Cascina (PI)
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Anche se è passato un po’ di tempo, il ricordo di un buono e ottimo pranzo è indelebile nei miei ricordi e nelle mie papille gustative, vi sto parlando del pranzo al ristorante la Dea Partenope a Cascina, a metà strada tra Pisa e Livorno, ad appena 500 mt. circa dalla SGC FI-PI-LI c’è questo piccolo e delizioso locale, ma veniamo al pranzo.
Il benvenuto è con una frittella che mi fa capire tutta la napolenità di Emanuele Montella, mi aspetto altre sorprese. Ci siamo messi all’aperto è il primo giorno di sole, del covid ce ne fottiamo, tira vento e si sta bene.
L’antipasto è: Crudités di crostacei del mediterraneo.
Gambero rosso
Mazzancolla
Scampo
Nel frattempo arriva un’altra sorpresa, una crema di patate (perfetta) base a un’ottima tartare di gambero crudo. Finisce con il dito a scarpetta.
Mentre si godeva di tanta bontà arrivano degli ottimi grissini; un pane sfogliato all’erbe aromatiche da bis, tris, poker e pokerissimo, bontà da ripetere anche passando solo a trovare Emanuele; schiacciatina all’olio evo e sale in cristalli maldon, tre delizie di chi sa fare il pane anche nel ristorante, non capita spesso, purtroppo, tutti i pani di Emanuele sono tutti prodotti con farina italiana macinata a pietra.
Torno sul pesce crudo: Freschezza è certezza, si capisce anche nel succhiarsi le dita dopo aver finito di mangiare… il mare.
Due primi piatti. Il primo: Pasta e fagioli con le cozze. Tortello all’uovo ripieno di cozze, fagioli cannellini, la loro crema e bottarga di muggine.
A volte davanti a un meraviglioso posto scrivo: “Mai nessuna foto, per quanto bella, può far capire l’immensa bellezza di questo luogo.” Oggi lo ripeto davanti a questo piatto: “Nessuna foto, gliene ho fatte tre, per quanto bella può far capire l’ottima bontà di questo piatto.” Portatemi un cucchiaio e ci penso io. Il cucchiaio certamente per prendere tutti i prodotti che ci sono, farli amalgamare insieme e godere assai. Le cozze si sentono, i fagioli sono ottimi, la pasta è tirata e cotta a dovere, la bottarga è messa senza esagerare, il tutto è gustare un ottimo piatto di pasta ripiena, tanto buono da far si che si candida a essere uno dei tre migliori primi per l’anno 2021.
Il secondo primo: Omaggio a Cetara. Spaghetti trafilati al bronzo dei maestri pastai di Gragnano, soffritto di crema all’aglio olio evo peperoncino e la sua sferificazione, polvere di olive taggiasche, alici di Cetara e la sua colatura. Un piatto che ci vuole più a leggerlo che a finirlo, tanto è buono, nel cercare il pelo nell’uovo di struzzo, non di gallina, perché così è più difficile trovarlo, la pasta leggermente troppo cotta, ripeto leggermente, per i miei gusti.
A Emanuele non gli chiedere di sorprenderti perché poi lo fa diverse volte. Qui lo ha fatto con pizzetta fritta, dopo averla mangiata sono corso in cucina per la seconda volta a fargli grandi complimenti. Livelli pazzeschi per una piccola pizza fritta, meritevolissima.
Il secondo: O’ baccalà. Baccalà Rafols in tempura giapponese alla clorofilla di basilico, passatina di pomodorino datterino, pesto di olive nere taggiasche, capperi di Pantelleria e popcorn di riso al nero di seppia. Questo piatto ce lo ha consigliato Emanuele, io sono stato felice di provarlo, la prima cosa che mi ha colpito è stato il sapore dell’olive che non disturbavano affatto l’ottimo baccalà, nel resto c’era croccantezza, sapidità giusta e sapori perfettamente amalgamati tra loro.
Da una gran buona lista dei vini, la Campania su tutte le altre regioni, ho scelto un vino che mi piace assai, in quest’annata (la 2018) il Vigna Cicogna Greco Di Tufo DOCG di Benito Ferrara si è espresso in maniera succulenta, un po’ grasso che non guasta, bevuto diverse volte durante l’anno non mi ha mai tradito, il 2019 è pieno di finezza ed eleganza. Vino che si conferma tra i miei favoriti dell’intera penisola.
Si finisce con i dolci con tanta mia curiosità.
Delizia al limone. Napoli, la Campania è qui. Molto bello da vedere, divertente da mangiare, un gelato al limone che prevale sul resto, la gelatina buonissima, ne avrei provato un altro per capire meglio.
Il babà. Un babà delizioso, non siamo a Napoli ma nemmeno quella volta che mi mangia quello di Gennarino Esposito eravamo a Napoli, ma in Campania si. Con Alessio Bernini ce lo siamo litigato a colpi di cucchiate, Alla fine mi sono allungato sulla sedia e ho detto ad Alessio: “grazie di avermi portato qui”. Mi sono alzato e per la terza volta ho portato a Emanuele il piatto pulito con il dito meglio di una lavastoviglie.
Giustamente questa bontà la si può portare a casa con il vaso cottura.
Al mio arrivo in cucina con il piatto del babà pulitissimo, Emanuele ci faceva l’ennesima sorpresa, il gelato al limone. Gusto vero, gelato serio assai, ogni cucchiaino mi faceva pensare alla leggerezza di un ottimo pranzo, alla leggerezza che mi portavo addosso, alla voglia di ricominciare.
Sarà stato che si era diventati gialli durante il covid, sarà stato che si respirava profumo di libertà, sarà stato che il servizio della moglie di Emanuele è stato impeccabile, sarà che anche tutto questo ha determinato a far si che questo pranzo è un pranzo da ricordare. Complimenti grandi a te che da sette anni resisti nel tuo locale. Ti piace il tuo lavoro e oggi mi hai fatto divertire e godere.
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