Il Rossese di Dolceacqua, le vigne e due produttori bravi assai

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Giovanna Maccario
Via Torre, 3
San Biagio della Cima (Im)

Ka’ Mancinè
Fraz. San Martino
Via Maciurina, 7
Soldano (Im)
www.kamancine.it

Arrivo da Marsiglia, mi fermo ancora in terra di Francia, a Menton in stazione, solo per un attimo, il tempo di salutare Maurizio Anfosso che mi sta aspettando. Decidiamo per una serata tranquilla, aperitivo a Dolceacqua, un paese che conosco alle luci della sera, un paese davvero bello, due foto e si va in albergo. Mi faccio portare un po’ di frutta e vado a letto pieno di entusiasmo per quello che sarà la giornata di domani. Il giorno dopo, mi alzo felice, faccio colazione e vado a piedi dall’hotel Lago Bin fino a Dolceacqua, una passeggiata tra piccole deviazioni, foto e andare a scovare tutti i posti più belli di Dolceacqua. Faccio sei km, sono appagato dalla bellezza di questo paese, di questi luoghi. Alle 11,00 arriva Giovanna Maccario, si decide di comprare poche cose per pranzo, si mangerà stasera. Si parte per le sue vigne, l’arrivo a San Biagio della Cima, precisamente nelle vigne del Posaù e di Biamonti, mi lascia senza fiato, parliamo in silenzio, è troppo bello gustarsi tutto. Giovanna inizia a spiegarmi le sue vigne, mi racconta la sua storia, saliamo e scendiamo scale di pietra in mezzo ad alberelli stupendi. Avviene l’incontro con Nelson, il suo cane, sono feste e carezze, arriva l’incontro con Goetz Dringenberg, ci salutiamo, lui sta lavorando in vigna felice, lo spettacolo continua. La descrizione di tutte le piante spontanee, rosmarino, timo, salvia … la descrizione dei sassi, fino a trovare quarzi. Si riparte per un altro vigneto, il vigneto Luvaira, scendiamo ancora più in silenzio, il posto lo merita, alberelli di circa 80 anni, si è appena tagliata l’erba, sembra un giardino delle fiabe, ogni alberello ha una forma diversa, Giovanna con un entusiasmo fanciullesco mi spiega la potatura, parliamo dei cinghiali, scegliamo l’alberello che ci piace di più per la mia foto, ho la testa  che balla per le emozioni che provo in questi posti, perché non è solo vigna, sono panorami incredibili. Il tempo scorre, faccio la battuta di un caro amico: sono quasi le 14,00 e ancora non mangiamo nulla e nulla abbiamo bevuto. Ma chi ci pensa, penso che ancora c’è da vedere, c’è da godere, si fa la foto e mi piace tantissimo. Si riparte per un’altra vigna ancora, la vigna del Curiè, la più giovane, in mezzo ai pini. Ci sediamo su un muretto e ci mangiamo la pizza e i dolci comprati al mattino, sono buoni, sarà la fame, sarà il posto ma sono ottimi davvero. Le ultime foto, debbo dire che nessuna foto per quanto bella potrà far vedere e far capire la bellezza di quello che sto descrivendo. Ci sarebbe un’altra vigna da vedere, la vigna del Curli e del Brae, troppo lontana, sarà per la prossima volta, spero che ci sia a breve una prossima volta. Sono felice. Si riparte per l’appuntamento con Maurizio Anfosso, intanto sta arrivando anche Carlo Zucchetti. Ci si vede in un piccolo bar del paese di Soldano. Un caffè ci sta bene, un po’ di acqua ed ecco anche Carlo, salutiamo Giovanna, decidendo i vini che porterà per la cena si è pronti a ripartire. Saliamo sul fuoristrada di Maurizio, un mezzo più adatto. Durante il viaggio, lui,  in maniera sorniona, poi capirò perché, ci dice che le sue vigna sono due anfiteatri. Li descriverò chiamandoli uno l’anfiteatro bianco, con le vigne più esposte al sole; l’altro l’anfiteatro a nord. Il primo mi piace perché le pietre bianche danno una bellezza pura, un’idea di perfezione. Correrei lungo tutti i muretti di questa vigna, ogni volta che abbasso lo sguardo vedo alberelli di forma e bellezza diversi, davvero un posto notevole. Il secondo anfiteatro è fatto con sassi più scuri, al nord, all’ombra, ci nasce il muschio, ti viene la voglia di pensare a tanti presepi, davvero un terreno di una bellezza incredibile, le viti sono più vecchie rispetto all’altro e quindi ha forme ancora più intriganti. Scatto foto a dismisura, sceglierò con calma le più belle, ridiamo, siamo felici, ci facciamo anche un selfie. Si sta facendo notte, si scelgono i vini da portare per la cena. In albergo mi rilasso un po’ma gli occhi sono sbarrati, pensierosi, ancora affascinati da ciò che ho visto. Poi penso che non è difficile,  mettendoci attenzione, a far vini buoni da queste vigne, le rese sono basse, le vigne sono belle, tutto è tenuto bene. I vini? I vini li conosco e so che sono tanto buoni, stasera ne avrò l’ennesima conferma, mentre mangeremo nel ristorante Apricale da Delio. Della cena e dei vini parlerò a breve, ho voluto fare due cose divise, in modo di esaltare la bellezza di questi luoghi, di queste vigne, di queste persone.

 

Pasquale Pace
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