Slow Wine Guida 2022 Marche
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Mentre ho organizzato tutto per partecipare alla più grande degustazione dell’anno, continuo con le Marche per parlare del mondo Slow Wine, dopo il mio piccolo commento troverete lo scritto della redazione di Slow Wine, le chiocciole regionali, le aziende con la bottiglia e con la moneta. Segue l’elenco dei grandi vini, i vino slow e i vini quotidiani.
Per ogni regione riporterò un mio pensiero, un suggerimento, un chiarimento dovuto che solo questa guida si potrebbe permettere. Già da sempre in ogni descrizione dell’azienda c’è il totale degli ettari e le bottiglie prodotte dalla stessa, un curioso come me spesso si fa il calcolo per capire le rese per ettaro dell’azienda, ma come sto dicendo a tutti produttori che visito, sarebbe bello che per i vini premiati loro chiedessero di mettere tra parentesi le rese in quintali e in litri del vino in oggetto, chissà che questa cosa non desti curiosità, ma soprattutto sempre più trasparenza per vini di qualità – per la maggior parte delle volte da rese basse escono i grandi vini.
La lista delle Marche mi piace per le chiocciole e per la maggior parte dei vini, insomma una regione in cui si beve bene assai.
Potrete incontrare le cantine premiate e assaggiare i TOP WINES delle Marche nelle 2 giornate di degustazione a Milano il 9 e il 10 ottobre prossimo!
Per maggiori info sull’evento cliccate qui sopra.
Ecco a seguire il commento alle regioni e l’elenco dei premiati.
Marche 2022
INTRODUZIONE
«Le Marche: una Regione al plurale!» è uno slogan quanto mai valido anche per presentare la qualità enoica di questo territorio. Slow Wine 2022 riscontra un diffuso incremento dei vini premiati (ben 14 su 43) che nelle precedenti edizioni non avevano mai ricevuto riconoscimenti. Un ricambio importante, che attesta, se ce ne fosse bisogno, che la qualità in regione è diffusa, con sempre più vini che si contendono il podio.
In questo contesto un cenno particolare va fatto al Top Wine-Vino Quotidiano, premio dedicato a bottiglie con prezzi medi inferiori a 12 euro. Un riconoscimento che talvolta viene interpretato da parte delle aziende e del pubblico come una “medaglia di consolazione”, un contentino per chi non ha ottenuto altri premi. In realtà i numeri ridotti (17 assegnati in questa edizione) rispetto alla vastità delle etichette assaggiate dimostrano che la selezione è rigorosa e il riconoscimento viene attribuito con molta parsimonia.
Nella guida 2022 non può passare inosservato anche che l’80% delle aziende recensite sono biologiche o in fase di conversione, e se consideriamo la totalità di quelle che hanno presentato i vini per le selezioni i numeri delle pratiche colturali sostenibili sono ugualmente molto elevati. Le motivazioni, se etiche, commerciali o agronomiche, non vogliamo né discuterle né giudicarle. Ciò che conta è che la regione è più verde che mai. Merita inoltre evidenziare l’impegno sempre più diffuso alla riduzione del rame con i prodotti alternativi che la ricerca e la scienza stanno mettendo a disposizione.
Concludiamo con uno sguardo ai vari comparti produttivi. È indubbio che il Verdicchio troneggi, sia in funzione dei numeri, sia per la qualità, che si attesta a livelli molto alti, con le differenze ormai dettate dalle sfumature. La 2020 si è dimostrata un’annata eccellente, con vini molto pronti ed equilibrati, e se il palato talvolta non ha l’adeguata freschezza, la sapidità viva e schietta riporta sempre il sorso in asse. La 2019, che aveva dato aspettative incoraggianti, ha impegnato molto la commissione di assaggio. I vini si sono mostrati interessanti, ma talvolta difficili da decifrare e meritevoli ancora di affinamento per raggiungere la giusta coesione, a differenza della 2018, rivelatasi distesa ed elegante, equilibrata e ricca di complessità. La conferma del Pecorino è inevitabile; l’annata 2020 anche in questo caso si rivela molto buona, con vini nitidi, spigliati e con la sapidità che garantisce profili equilibrati. Il Bianchello conferma la sua coerenza ma mancano ancora il guizzo e l’incisività che aspettiamo da tempo; idem per il Ribona, con la qualità in costante crescita ma le poche punte relegate a protagonismi individuali.
Veniamo ai rossi. È acclarato che il Piceno ne sia la culla: i vini sono declinati con un occhio attento all’eleganza e al frutto, senza opulenze o densità eccessive, e in questo territorio merita attenzione il Grenache o Alicante, che sta convincendo con personalità, al punto che le due etichette sul podio sono solo l’apice di un quadro eccellente. Il Conero prova sempre a scrollarsi di dosso qualche pesantezza e ruvidità di troppo, e qui l’auspicio è che si acceleri il passo, mentre il Lacrima di Morro d’Alba ha un po’ sofferto il calore dell’annata 2020 e non ha messo in mostra il solito dinamismo.
Chiudiamo con le due novità di Slow Wine 2022: per la prima volta un Lacrima passito e un Metodo Classico ottengono dei riconoscimenti: il Re Sole di Mancinelli e il Contatto di Mencaroni, nelle rispettive tipologie, hanno affascinato per l’eleganza stilistica e varietale.
LA LISTA DEI TOP WINES DELLA REGIONE
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