Slow Wine Guida 2023 Valle d’Aosta e Calabria
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Mentre ho organizzato tutto per partecipare alla più grande degustazione dell’anno, 8 ottobre 2022 a Milano, ecco uscire i premi dello Slow Wine, si continua con la Valle d’Aosta e la Calabria.
A me con piacere mi piace parlare del mondo Slow Wine, dopo il mio piccolo commento sulla regione e su qualche vino, troverete lo scritto della redazione di Slow Wine, le chiocciole regionali, le aziende con la bottiglia.
A seguire l’elenco dei Top Wines.
Per ogni regione riporterò un mio pensiero, un suggerimento, un chiarimento dovuto che solo questa guida si potrebbe permettere. Già da sempre in ogni descrizione dell’azienda c’è il totale degli ettari e le bottiglie prodotte dalla stessa, un curioso come me spesso si fa il calcolo per capire le rese per ettaro dell’azienda, ma come sto dicendo a tutti i produttori che visito, sarebbe bello che per i vini premiati loro chiedessero di mettere tra parentesi le rese in quintali e in ettolitri del vino in oggetto, chissà che questa cosa non desti curiosità, ma soprattutto sempre più trasparenza per vini di qualità – per la maggior parte delle volte da rese basse escono i grandi vini.
Non potendo commentare tutti i vini per le impostazione degli elenchi messi dallo Slow Wine sceglierò tre vini (non me ne vogliano gli altri) per regione dall’elenco. I tre per la Valle d’Aosta, eccoli:
La Plantze – Pinot Gris Trii Rundin 2021 (vino interessante a prezzi interessantissimi)
Lo Triolet – Valle d’Aosta Torrette (Marco inizia a sorprendere anche con i suoi vini a bacca rossa)
La Vrille – Valle d’Aosta Chambave Muscat Flétri 2020 (un grande classico dei vini dolci italiani)
Io non vedo l’ora che arrivi l’8 ottobre per partecipare alla più grande degustazione in Italia, sarà a Milano a partire dalle 14.00 – e fino alle 20.00 – negli ampi spazi di Superstudio Più, in Via Tortona 27, io ci sarò con immenso piacere. L’anno scorso la due giorni di Milano fu tra le degustazioni più belle e ottime dell’anno.
Ecco a seguire il commento della regione Valle d’Aosta da parte della redazione:
“La piccola regione tra le montagne continua a confermare il trend positivo che abbiamo rilevato già negli anni scorsi: una presa di coscienza da parte dei vignaioli delle potenzialità della viticoltura valdostana che si stanno tramutando in risultati concreti e di sicuro interesse.
Le annate 2020 e 2021 sono state mediamente buone, anche alla luce delle difficoltà registrate per il caldo e per gli eventi meteorologici impattanti come le grandinate. L’annata 2021, partita con molte difficoltà, ha avuto un colpo di coda nella parte finale della stagione e ha portato a una produzione sicuramente inferiore (circa un 20%, con punte anche del 50%, in particolar modo in alta Valle).
Questo 2022, in linea con quanto registrato nel resto della penisola, registra temperature fuori dalla media fin dal mese di maggio, con una partenza anticipata della vegetazione: il problema dello stress idrico, esasperato in una regione che mediamente registra bassa piovosità, è stato ovviato laddove possibile con l’irrigazione di soccorso, ma anche nella regione l’uso dell’acqua è stato in certi casi contingentato. L’unico aspetto che possiamo definire positivo di questa stagione è stato il ridottissimo numero di trattamenti fatti.
Al momento della scrittura di questo testo le previsioni vendemmiali registrano un anticipo di circa due settimane. Il tessuto produttivo vede più di 60 aziende attive, alcune molto piccole ma tutte improntate a una visione di sostenibilità ambientale convinta.
Molti giovani, se non giovanissimi, si stanno affacciando sul mercato, fornendo prove già convincenti, forti anche del supporto di aziende più strutturate e con maggiore esperienza. Il mercato, dopo le contrazioni dovute alle chiusure del passato, pare essersi ripreso del tutto e arrivano sempre più richieste da parte dell’estero, che vede nella Valle d’Aosta una realtà interessante e curiosa, dove il valore dei vini è andato via via crescendo.
Registriamo anche un lento ma continuo aumento della superficie vitata, con nuovi impianti che sorgono in zone particolarmente vocate, e con l’attenzione che viene principalmente indirizzata sulle varietà autoctone o su quei vitigni alloctoni che hanno dato risultati di valore nel corso degli anni.
La novità più significativa è la nascita del Consorzio Vini Valle d’Aosta, dopo lunghi anni di attesa: l’esperienza della Viticolteurs Enveurs prima e della Vival successivamente, ha creato le basi per la creazione di questa nuova realtà che al momento ha ricevuto l’adesione di circa l’80% dei produttori valdostani. Il presidente eletto, Stefano Di Francesco, è un giovane vigneron (nonché avvocato) che ha dichiarato fin da subito di voler puntare sulla promozione e sulla conoscenza fuori dal territorio regionale dei vini valligiani.
Da parte nostra un in bocca al lupo per il lavoro che lui e i consorziati andranno a svolgere per far crescere questa piccola regione del vino dalla caratteristiche uniche.”
Ecco le aziende premiate con chiocciola, bottiglia e moneta:
LA LISTA DEI TOP WINES DELLA REGIONE
I miei tre vini per la Calabria:
Cataldo Calabretta – Cirò Bianco 2021 (vino che mi è piaciuto già dall’assaggio in cantina)
Sergio Arcuri – Cirò Rosso Classico Superiore Aris Riserva 2019 (un vino che mi sorprende sempre in maniera affascinante)
Tenuta del Conte – Cirò Rosato Mani Contadine 2020 (nella lista non c’è, lo metto io perché è assurdo che questa azienda non venga premiata fino ad arrivare alla chiocciola)
Ecco a seguire il commento della regione Calabria da parte della redazione:
“Quando si assaggiano i vini in batteria, checché ne pensino coloro che non fanno il nostro mestiere, non ci si diverte più di tanto. È pur sempre un lavoro, bello, intrigante, ma quando le etichette che passano sotto il naso sono tante diventa pesante e un po’ ripetitivo.
Dobbiamo confessarvi che quando è il turno della Calabria questo senso di gravosità un po’ viene meno, perché è una regione che dal punto di vista enologico non ci stanca. Merito della grande varietà di vitigni e di stili differenti che riesce a presentare.
Intanto, come la stessa orografia di questa terra suggerisce, siamo di fronte a una grandissima varietà di zone in cui si coltiva la vite: dal massiccio del Pollino a nord fino a Palizzi, che è sulla punta estrema a pochi chilometri da Reggio Calabria, dove le viti crescono su muretti a picco sul mare. Quindi ci si imbatte talvolta in etichette che hanno caratteristiche quasi montane nei sapori e nelle acidità astringenti, e in altri casi, al contrario, si presentano vini nei quali dominano il Mediterraneo e la sua potente influenza. Poi la Calabria, essendo stata storicamente tra i primi approdi della colonizzazione greca, è una culla di cultivar come poche altre terre al mondo.
I vitigni autoctoni sono una miriade e con il tempo i vignaioli hanno imparato anche a esaltarne le caratteristiche abbassando – quasi tutti – l’uso del legno nuovo che ne copriva spesso e volentieri l’espressività. D’altra parte, che senso ha impegnarsi nella valorizzazione di una varietà per poi massacrarla di legno omologandone i tratti distintivi? E veniamo quindi a quella che è indubbiamente un’altra freccia a disposizione di questa terra, ovvero la crescita nel tempo di una generazione di vigneron che si misurano con l’agronomia e con l’enologia in modo aperto, senza cercare scorciatoie date dall’uso massiccio della chimica tra i filari o di un interventismo eccessivo in cantina, sia con consulenti blasonati sia con uso delle tecnologie e dei coadiuvanti.
Parlare di vini naturali qui non è eccessivo e non è neppure modaiolo, perché le aziende che recensiamo su queste pagine ci credono realmente e non ne hanno fatto per nulla uno strumento di marketing. C’è proprio un sincero amore per la propria terra e i propri vitigni, che spinge la maggioranza di queste persone verso la sostenibilità ambientale e a non manipolare le uve dopo averle colte.
Eccolo qui il segreto della Calabria che piano piano sta diventando una delle regioni più interessanti e divertenti della nostra guida: siamo certi che si sentirà parlare molto nei prossimi anni dei suoi rossi, bianchi e rosa, perché le premesse per fare grandi cose ci sono tutte.”
Ecco le aziende premiate con chiocciola, bottiglia e moneta:
LA LISTA DEI TOP WINES DELLA REGIONE
Potrete incontrare le cantine premiate e assaggiare i TOP WINES della Valle d’Aosta e Calabria durante la grande degustazione che si terrà a Milano sabato 8 ottobre 2022!
A partire dalle 14.00 – e fino alle 20.00 – negli ampi spazi di Superstudio Più, in Via Tortona 27, si apriranno i banchetti di assaggio con la presenza diretta dei produttori, a cui si aggiungerà una mega enoteca suddivisa per regioni gestita dai sommelier della Fisar: in definitiva ci saranno più di 1.500 vini da assaggiare, per la gioia di ogni palato.
Il costo del biglietto d’ingresso è di 49 euro (39 euro per i soci Slow Food), e comprende anche una copia della guida Slow Wine 2023: acquista qui il tuo biglietto della degustazione!
La manifestazione si terrà in contemporanea con la prima giornata della Milano Wine Week, la fantastica manifestazione con cui Slow Wine ha stretto una proficua partnership.
Per saperne di più su tutti gli eventi previsti a Milano dal 8 al 16 ottobre clicca qui.
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