Slow Wine Guida 2023 Umbria
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Mentre ho organizzato tutto per partecipare alla più grande degustazione dell’anno, 8 ottobre 2022 a Milano, ecco uscire i premi dello Slow Wine, si continua con l’Umbria.
A me con piacere mi piace parlare del mondo Slow Wine, dopo il mio piccolo commento sulla regione e su qualche vino, troverete lo scritto della redazione di Slow Wine, le chiocciole regionali, le aziende con la bottiglia.
A seguire l’elenco dei Top Wines.
Per ogni regione riporterò un mio pensiero, un suggerimento, un chiarimento dovuto che solo questa guida si potrebbe permettere. Già da sempre in ogni descrizione dell’azienda c’è il totale degli ettari e le bottiglie prodotte dalla stessa, un curioso come me spesso si fa il calcolo per capire le rese per ettaro dell’azienda, ma come sto dicendo a tutti i produttori che visito, sarebbe bello che per i vini premiati loro chiedessero di mettere tra parentesi le rese in quintali e in ettolitri del vino in oggetto, chissà che questa cosa non desti curiosità, ma soprattutto sempre più trasparenza per vini di qualità – per la maggior parte delle volte da rese basse escono i grandi vini.
Non potendo commentare tutti i vini per le impostazione degli elenchi messi dallo Slow Wine sceglierò tre vini (non me ne vogliano gli altri) per regione dall’elenco. I tre per l’Umbria eccoli:
Paolo Bea – Montefalco Sagrantino Cerrete 2012 (i capolavori esistono e questo è un Montefalco Sagrantino)
Tabarrini – Montefalco Sagrantino Campo alla Cerqua 2018 (azienda da scroscianti applausi per tutto ciò che fa per il mondo del vino)
Moretti Omero – Montefalco Rosso 2019 (vino dalla piacevolezza assoluta)
Prima di tutto un cicchetto per chi assaggia l’Umbria: Leonardo Bussoletti non lo conoscete?
Di questa regione voglio segnalare altre aziende che mi piacciono, eccole:
La Palazzola, Zanchi, Madrevite, Raina, Tenuta Bellafonte, Decugnano dei Barbi, Antonelli San Marco e Palazzone.
Io non vedo l’ora che arrivi l’8 ottobre per partecipare alla più grande degustazione in Italia, sarà a Milano a partire dalle 14.00 – e fino alle 20.00 – negli ampi spazi di Superstudio Più, in Via Tortona 27, io ci sarò con immenso piacere. L’anno scorso la due giorni di Milano fu tra le degustazioni più belle e ottime dell’anno.
Ecco a seguire il commento della regione Umbria da parte della redazione:
“Quello umbro è un areale dalle mille peculiarità, difficile da inquadrare in uno schema predefinito, se parliamo di vino. Ed è per questo motivo che nel tentare una ricognizione dello stato dell’arte regionale non possiamo guardare al di fuori per fare paragoni e confronti, ma dobbiamo inevitabilmente andare in profondità soffermandoci sui singoli comparti, e ragionando a mente aperta sulle caratterizzazioni varietali e territoriali che compongono il caleidoscopico mosaico locale.
Lo facciamo però ribadendo un dato di fatto già evidenziato nella scorsa edizione della guida: lo slancio verso una viticoltura pulita, sempre più priva di prodotti di sintesi, è ormai inarrestabile, e se da un lato il numero di aziende che lavorano in biologico o in biodinamico aumenta anno dopo anno, dall’altro le realtà che dichiarano ancora di fare uso del diserbo chimico sono ridotte all’ossicino, e ci auguriamo che facciano l’ultimo passo fin da subito.
Venendo ai diversi comparti che compongono il quadro regionale, non possiamo non iniziare da Montefalco, dove segnaliamo decisivi passi in avanti riguardo alla capacità dei produttori, trainati dalle aziende che più ci piacciono, di interpretare con maggiore delicatezza estrattiva e un più oculato uso dei legni i vini da uve sagrantino. Inizia a farsi largo la consapevolezza, perlomeno in quella che potremmo definire un’avanguardia illuminata, che la varietà può essere interpretata in alleggerimento, e in effetti quando così succede ci troviamo di fronte a vini in grado di stupire. La via è tracciata, auspichiamo che siano sempre di più i vignaioli a percorrerla con convinzione.
Per quanto riguarda l’Orvietano segnaliamo invece una certa stabilizzazione: anche se il comparto si è attestato su livelli di eccellenza, tuttavia respiriamo una certa ambizione di classicità che, a parte alcune nobili eccezioni, rischia di appiattire un po’ l’espressività dei vini. La diversità di canoni interpretativi è sempre un fatto positivo, che causa fermento e salti in avanti, e a Orvieto e dintorni forse qualche sguardo eretico in più farebbe bene. Abbiamo trovato in grande spolvero lo Spoletino con i suoi Trebbiano, questi sì figli di interpretazioni le più disparate, in grado di sfruttare la versatilità dell’uva di partenza ed esplorare con cognizione di causa e risultati eccellenti il versante macerativo, mentre sui Grechetto segnaliamo una situazione interlocutoria, che non ci ha regalato particolari acuti.
Più in divenire le altre zone del vino umbro: Narni con il Ciliegiolo, il Trasimeno col Gamay, ma anche le zone minori che solitamente non finiscono sul radar di critica e appassionati denotano da un lato una vocazione che fa ben sperare, e dall’altro dei risultati ancora altalenanti, pur in presenza di alcune chicche di non poco conto. Ma ciò che più ci preme è sottolineare come l’Umbria sia ormai diventata teatro di un movimento prorompente, quello in cui una nuova generazione di vignaiole e di vignaioli, con un legame molto stretto col territorio e con un approccio più naturale, sta emergendo anche in terroir meno battuti, dove la viticoltura era quasi scomparsa.
Dalle loro cantine stanno arrivando vini magari non sempre azzeccati, a volte anche un po’ sperimentali, ma il lavoro che stanno portando avanti è indice di una vitalità fino a oggi quasi inedita in Umbria.
È a loro che guardiamo con enorme fiducia e interesse.
Ecco le aziende premiate con chiocciola, bottiglia e moneta:
LA LISTA DEI TOP WINES DELLA REGIONE
Potrete incontrare le cantine premiate e assaggiare i TOP WINES dell’Umbria durante la grande degustazione che si terrà a Milano sabato 8 ottobre 2022!
A partire dalle 14.00 – e fino alle 20.00 – negli ampi spazi di Superstudio Più, in Via Tortona 27, si apriranno i banchetti di assaggio con la presenza diretta dei produttori, a cui si aggiungerà una mega enoteca suddivisa per regioni gestita dai sommelier della Fisar: in definitiva ci saranno più di 1.500 vini da assaggiare, per la gioia di ogni palato.
Il costo del biglietto d’ingresso è di 49 euro (39 euro per i soci Slow Food), e comprende anche una copia della guida Slow Wine 2023: acquista qui il tuo biglietto della degustazione!
La manifestazione si terrà in contemporanea con la prima giornata della Milano Wine Week, la fantastica manifestazione con cui Slow Wine ha stretto una proficua partnership.
Per saperne di più su tutti gli eventi previsti a Milano dal 8 al 16 ottobre clicca qui.
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