Tenuta Lenzini
Via della Chiesa di Gragnano, 44
Capannori (Lu)
www.tenutalenzini.it
Se uscendo da una visita in azienda ti arriva un messaggio così, non puoi che essere soddisfatto di te stesso: “Ti scrivo questo messaggio per ringraziarti. Non solo per la visita e l’affetto che sempre mi dimostri… ma soprattutto per la tua costanza. È stata una sorpresa per me rendermi conto che ti ricordi tutti i miei passi… tutti i nostri passi… pochi sono come te… e forse nemmeno li conosco. Sei unico. Spero di darti sempre nuove soddisfazioni. Sarei un ipocrita se ti dicessi che ho tutto chiaro ora. Ma un’idea in testa di cosa è Lenzini ce l’ho, e spero di avere la tua costanza per perseguirla. Un abbraccio grande. Michele”.
Lui è Michele Guarino che insieme a sua moglie Benedetta Tronci produce vino nella loro azienda, azienda che porta il nome di Tenuta Lenzini. E’ stato davvero bello venirvi a trovare, una giornata bellissima (come giusto che fosse), trascorsa in ottima compagnia, tra cui quella di Carlo Zucchetti, il quale durante la manifestazione di Terre di Toscana 2016 mi disse: “Hai sentito i vini di Tenuta Lenzini? Sono davvero interessanti”.
Sono queste le cose che ti fanno piacere, perché come ha detto Michele, seguo questa azienda dall’annata 2007 circa. Meravigliose le vigne della Tenuta! Sembra di essere in un grande anfiteatro dove va in scena lo spettacolo della biodinamica che alimenta la natura in maniera perfetta. Michele ne è fiero e ciò lo si nota mentre racconta il suo lavoro: smuove la terra, ne prende una manciata, nota un lombrico che vi ha trovato casa insieme a tanti altri piccoli animaletti che portano benessere e rigogliosità alle viti. L’azoto, lì, si forma da solo. La proprietà si estende per circa 24 ettari, di questi 13 sono a vigneto, 4 a oliveto (già, perché producono anche un buon olio).
Produce Merlot, Cabernet Sauvignon, Syrah e Alicante Bouschet. Non si andrebbe mai via da vigne così, è sempre un piacere passeggiarci ascoltando la passione e la determinazione di Michele.
Poi c’è la cantina: Michele fornisce bicchieri per l’assaggio, sia da serbatoi inox, sia da botte grande e da barrique; non c’è un vino tra i nuovi che non sia intrigante, che non si noti il loro notevole progresso. Assaggiando le vecchie annate in sala degustazione queste impressioni risultano ancor più percepibili, riconoscendone i difetti ma anche la loro evoluzione. Ho sempre avuto l’impressione che qui si facciano grandi cose e la conferma l’ho avuta dal vino La Syrah 2013, candidato a diventare uno dei miei tre rossi del 2017.
Vi dicevo, poche righe fa, dell’olio di Tenuta Lenzini: l’Oliò, un Extra Vergine di Oliva Lucca DOP.
Potrei scrivere altre cose, ma meglio fermarmi qui; parlare di Michele, di sua moglie e della loro azienda mi emoziona… Farò come il cinese lungo il fiume, aspettando la consacrazione di Tenuta Lenzini (che sta arrivando piano, piano…), allora sì che le belle parole di Michele saranno ancora più apprezzate.
Pasquale Pace Il Gourmet Errante e Gianluca Ciotti
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